Recupero dell’esistente: ex chiese e caserme convertite in nuovi spazi

L’architettura del riuso permette di dare nuova vita al patrimonio edilizio italiano per realizzare residenze, servizi, parcheggi e mercati, evitando il consumo di suolo. 3 esempi di rigenerazione urbana ed edilizia

Nadine Venturi 12/01/22
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La legge di conversione n. 233 del 29 dicembre 2021, con modificazioni, del decreto legge 6 novembre 2021, n. 152, recante “disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 310 del 31 dicembre 2021. > Leggi tutto l’articolo qui <

Le risorse del Piano consentono di rigenerare, attraverso progetti di qualità, il tessuto urbano in un’ottica di sostenibilità non solo economica e sociale, ma anche ambientale, evitando ulteriore consumo di suolo.

Esistono tanti esempi di questi progetti, oggi ne vediamo tre nell’ambito del Programma PinQua, che hanno interessato la riqualificazione di ex conventi e caserme per creare nuovi luoghi e servizi moderni.

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PinQua, programmi di rigenerazione urbana e edilizia

Con il decreto firmato a ottobre 2021 dal Ministro delle Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, vengono assegnati 2,8 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e circa 20 milioni derivanti da residui 2019 e 2020 per attuare il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PinQua).

Il 40% dei fondi é destinato a progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno. Gli interventi previsti sono finalizzati a:

  • ridurre il disagio abitativo aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica;
  • rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani;
  • migliorare l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, spesso localizzati nelle periferie.

Approvate 159 proposte di progetti di rigenerazione urbana e di edilizia residenziale pubblica presentate da Regioni, Comuni e Città Metropolitane per un valore complessivo di 2,82 miliardi di euro. Tra cui: 8 sono classificati ‘progetti pilota’ ad alto rendimento.

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La dead line per l’ultimazione dei lavori e la fruibilità delle opere è fissata, coerentemente con i tempi di realizzazione delle opere del PNRR, al 31 marzo 2026.

L’inserimento del PINQuA nel PNRR ha determinato un accorciamento dei tempi di realizzazione degli interventi rispetto alla scadenza originaria, prevista per il 2033 (ricordiamo che il PINQuA parte con 800 milioni di fondo nel settembre 2020). Per questo gli enti beneficiari hanno dovuto trasmettere al Ministero, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto, il cronoprogramma dei singoli progetti rimodulato sulla nuova scadenza per confermare la volontà di aderire al programma.

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3 esempi di recupero dell’esistente

Ad oggi il mercato immobiliare e i cantieri investono e puntano sempre di più verso il recupero dell’esistente. Diversi sono i progetti di riqualificazione del patrimonio storico e architettonico italiano. Qui tre esempi progettuali:

  1. La chiesa dei Gesuiti di Belluno del 1700, vicino al centro storico, ex convento, poi diventata Istituto Militare di Educazione Inferiore asburgico. Grazie al bando periferie del 2016, l’edificio è stato inserito nel piano di rigenerazione urbana “Progetto Belluno, da periferia del Veneto a capitale delle Dolomiti“, finanziato con 18 milioni di euro. L’ex chiesa è diventata la sede al piano terra di un mercato coperto con affaccio sul nuovo percorso pedonale, mentre il primo piano è stato trasformato in una sala polifunzionale di 500mq da usare per convegni, feste, eventi e concerti. Questo intervento ha spinto il Demanio regionale a interessarsi anche della parte del complesso non ancora utilizzata, con l’intento di recuperarlo e destinarlo a sede di uffici pubblici.
  2. Il complesso dell’ex convento della Roverella (candidato al PinQua) si estende su 10mila mq all’interno del centro storico di Cesena, con cortili inusati. Il progetto di riqualificazione vuole sfruttare questi ampi spazi per realizzare un nuovo modello abitativo (simile al cohousing) di accoglienza per fasce di popolazione fragili (rifugiati, richiedenti asilo e studenti). Al piano terra l’idea progettuale è quella di creare spazi commerciali per aiutare le micro economie.
  3. La “Via dei conventi” di Chieti è un progetto finanziato dal ministero delle Infrastrutture che punta a recuperare quattro conventi e una caserma per ripopolare il centro storico. Nuovi edifici abitativi per ospitare temporaneamente ricercatori e docenti, come anche famiglie fragili da inserire in due conventi (ex Conservatorio delle Clarisse e del Conservatorio San Raffaele Arcangelo). Inoltre, il progetto consiste anche nella realizzazione di nuove infrastrutture, un parcheggio multipiano nel piano sotterraneo e un parco pubblico nella parte superiore, oltre all’apertura degli antichi orti murati dei conventi vicini.

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Rigenerazione sociale, urbana e sostenibile

Giuliano Colombini, Architetto, Lari (PI) 1948, attivo nella progettazione architettonica e urbanistica. Ha tenuto per oltre dodici anni seminari di Igiene Ambientale, Impianti Urbani, Progettazione Ambientale, presso la Facoltà di Architettura di Firenze e la Facoltà di Architettura La Sapienza di Roma. Dal 1997 al 2017 è stato Presidente dell’Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori della provincia di Pisa. Dal 2000 al 2005 è stato Presidente della Federazione Toscana degli Ordini Provinciali degli Architetti. È stato membro della Segreteria Nazionale del Consiglio Nazionale degli Architetti e Coordinatore della Commissione Urbanistica presso il Consiglio Nazionale Architetti. Ha partecipato a numerosi convegni sui temi dell’architettura, dell’urbanistica, del governo del territorio e della trasformazione del territorio, sulle problematiche burocratiche, sociali e legisla- tive nell’ambito dell’urbanistica e dell’architettura. È stato membro di varie commissioni di concor- si di architettura e urbanistica nazionali e internazionali.Ha pubblicato saggi sull’urbanistica e sulla professione di architetto e i volumi:• Architettura nell’ambiente, Giardini, Ghezzano 1988• Le piazze; recupero del luogo urbano, Giardini, Ghezzano 1988• Ambiente e Progetto,Alinea, Firenze 1990• Quarrata – Atti del Convegno, per una conoscenza del territorio comunale.“L’uomo e l’ambiente”, Bandecchi e Vivaldi, Pontedera 1996• Riconquistare l’Italia – sconfiggere la crisi patologica, Roma Prospettive Edizioni 2009 Oggi, più che mai, ci dobbiamo interrogare sulle questioni che giocano un nuovo ruolo nei confronti dell’umanità; mai come oggi l’umanità è entrata in una spirale complessa e disumanizzante dove sistemi concatenati non possono più essere affrontati e gestiti separatamente. L’Autore avverte la necessità di affrontare la questione della “rigenerazione sociale e urbana sostenibile”, che potrebbe apparire tema esclusivamente tecnico-urbanistico, rifacendosi invece alla complessità dei sistemi, analizzando altri fattori (sociali, economici, culturali e antropologici) fortemente in crisi nel nostro Paese e che, se non risolti o quanto meno affrontati e gestiti con attenzione, non consentiranno di giungere a nessuna rigenerazione sociale e urbana sostenibile. L’autore inoltre non si limita ad osservare il concetto di rigenerazione urbana come avvenuto nel passato attraverso leggi speciali che individuavano la rigenerazione come semplice visione di recupero, riuso, o riqualificazione, del costruito, la questione è più ampia. Il riferimento va allargato riferendoci ad una rigenerazione economica, culturale e sociale. La prima importante rigenerazione dovrà riguardare proprio i comportamenti umani, in quanto il potere dell’uomo su di sé e sull’am- biente deve essere infatti rigenerato, per ritrovare la coesione sociale, ed individuare i limiti della crescita economica e consumistica. Dopo di che sarà possibile affrontare la rigenerazione sociale e urbana sostenibile nella sua complessità e valutare gli attuali meccanismi legislativi che ne impediscono la realizzazione.

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Nadine Venturi

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