Si tratta di un decreto attuativo, richiamato all’ Art. 48, comma 6 del Decreto Semplificazioni Bis (convertito in Legge e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 luglio 2021), che porta la firma del Ministro del MIMS Enrico Giovannini e introduce nuove regole e specifiche per l’utilizzo del BIM negli appalti che rientrano nei finanziamenti del PNRR e del PNC.
Il Decreto MIMS del 2 agosto 2021, n.312 apporta alcune modifiche al Decreto BIM “padre” n. 560, adottato il 1° dicembre 2017 che stabilisce le modalità e i tempi di progressiva introduzione dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture.
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Le grandi novità riguardano l’introduzione dei punteggi premiali per l’uso nella progettazione dei metodi e strumenti elettronici (BIM) e la riprogrammazione delle scadenze temporali di applicazione obbligatoria del BIM per le opere di ordinaria manutenzione. Ma scendiamo adesso nel dettaglio e analizziamo quali modifiche apporta questo nuovo Decreto attuativo sul BIM al Decreto BIM n.560 e cosa c’entra con i progetti finanziati dalle risorse del PNRR e PNC.
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Decreto BIM 2021 e le modifiche introdotte al n.560
Il Decreto BIM n.312 del 2 agosto 2021 si compone di soli due articoli.
L’art. 1 è interamente dedicato alle modifiche introdotte al decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 1° dicembre 2017, n. 560. Ecco cosa cambia per ciascun articolo del Decreto BIM “padre”:
- Art.2 – le modifiche introdotte riguardano le definizioni. Vengono aggiunti i commi g-bis) e g-ter) dedicati rispettivamente al piano di gestione informativa (documento redatto dall’aggiudicatario sulla base dell’offerta di gestione informativa, da sottoporre alla stazione appaltante dopo la sottoscrizione del contratto e prima dell’esecuzione dello stesso e che può essere aggiornato nel corso dell’esecuzione del contratto) e al punteggio premiale (punteggio che le stazioni appaltanti attribuiscono ai criteri di aggiudicazione inerenti all’utilizzo dei metodi e strumenti elettronici);
- Art.3 – introdotta la definizione di atto organizzativo che deve esplicitare il processo di controllo e di gestione delle singole fasi procedimentali, l’identità dei gestori dei dati e la proprietà degli stessi e le modalità di gestione dei conflitti;
- Art.4 – circa l’interoperabilità, viene ridefinita la parola “modello” in “modello informativo”;
- Art.5 – sull’utilizzo facoltativo dei metodi e strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture viene stabilito che le stazioni appaltanti possano procedere anche con la sola programmazione di adempiere alla formazione, acquisizione hardware e software e atto organizzativo e non necessariamente provvedere;
- Art.6 – vengono introdotte modifiche all’importo dei lavori e alle scadenze temporali per le opere di ordinaria manutenzione e fissata l’obbligatorietà dell’utilizzo di metodi e strumenti informativi sopra la soglia del milione di euro (precedentemente inferiore).
- Art.7 – vengono aggiunti i commi 5-bis) e 5-ter) che richiamano le norme tecniche europee e viene precisato che in assenza di tali norme tecniche si fa riferimento ad altre specifiche tecniche nazionali od internazionali di comprovata validità.
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Decreto BIM e punteggi premiali
Con il Decreto BIM n.312 viene inserito l’articolo 7-bis al Decreto n.560 che introduce i punteggi premiali per l’uso di metodi e strumenti elettronici specifici nelle gare per servizi di ingegneria e lavori, nello specifico si parla anche di realtà aumentata e sistemi di monitoraggio e sensoristica.
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Il nuovo articolo contiene un elenco di possibili criteri di premialità tra i quali le proposte:
- per integrare gli aspetti di gestione del progetto con la gestione della modellazione informativa;
- per l’implementazione dell’offerta e del piano di gestione informativa in relazione alle esigenze di cantierizzazione, anche con strumenti innovativi di realtà aumentata e di interconnessione tra le entità presenti in cantiere;
- volte a consentire un’analisi efficace dello studio, tra l’altro, di varianti migliorative e di mitigazione del rischio;
- che consentano alla stazione appaltante di disporre di dati e informazioni utili per l’esercizio delle proprie funzioni ovvero per il mantenimento delle caratteristiche di interoperabilità dei modelli informativi;
- per modalità digitali per la tracciabilità dei materiali e delle forniture e per la tracciabilità dei processi di produzione e montaggio, anche ai fine del controllo dei costi del ciclo di vita dell’opera;
- volte ad utilizzare i metodi e gli strumenti elettronici per raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientali anche attraverso i principi del green public procurement;
- per strumenti digitali per aumentare il presidio di controllo sulla salute e sicurezza dei lavori e del personale coinvolto nell’esecuzione;
- per modelli digitali che consentano di verificare l’andamento della progettazione e dei lavori e/o che consentano di mantenere sotto controllo costante le prestazioni del bene, compresi i sistemi di monitoraggio e sensoristica.
Vengono inoltre citati ulteriori criteri premiali per gli offerenti che impieghi metodi e strumenti digitali che consentano alla stazione appaltante di monitorare, in tempo reale, l’avanzamento del cronoprogramma e dei costi dell’opera.
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Il BIM nei progetti PNRR – PNC
Il Decreto BIM n.312 è collegato all’art. 48, comma 6 del Semplificazioni Bis che introduce le “Semplificazioni in materia di affidamento dei contratti pubblici PNRR e PNC”, pertanto l’obiettivo è quello di riformare il sistema delle stazioni appaltanti e delle amministrazioni e procedere con la digitalizzazione della amministrazione pubblica.
Per supportare i progetti e velocizzare le procedure che godono dei finanziamenti PNRR e PNC e dai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell’Unione europea viene previsto che le stazioni appaltanti che procedono agli affidamenti possono prevedere, nel bando di gara o nella lettera di invito, l’assegnazione di un punteggio premiale per l’uso nella progettazione dei metodi e strumenti elettronici specifici.
Si tratta di strumenti che utilizzano piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari, al fine di non limitare la concorrenza tra i fornitori di tecnologie e il coinvolgimento di specifiche progettualità tra i progettisti.
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eBIM: Existing Building Information Modeling per edifici esistenti
La filiera delle costruzioni sta affrontando una profonda trasformazione come conseguenza della necessità di ripensare da un lato la propria competitività dall’altro l’effettiva sostenibilità, lungo l’intero ciclo di vita dell’opera, dei processi di progettazione, produzione e gestione del costruito, soprattutto esistente.La diffusione e la crescente accessibilità di tecnologie ICT integrate, quali gli strumenti Building Information Modeling, consentono oggi di supportare lo sviluppo di livelli di industrializzazione crescente della filiera, permettendo anche di recuperare l’esistente.Il nuovo Codice degli Appalti, il decreto BIM e la norma UNI 11337 rappresentano una parte del quadro normativo, in continua evoluzione, che consente già la possibilità di un’effettiva collaborazione tra pubblico e privato per il raggiungimento degli standard minimi già adottati.La presente opera affronta tali tematiche con riferimento al più complesso progetto dell’intervento sul costruito, trattando:• l’integrazione dei dati da rilievo integrato al modello BIM del progetto;• la gestione dei processi e delle procedure per lo scambio delle informazioni relative al progetto; la redazione e l’implementazione del BIM Execution Plan del progetto;• l’assistenza alla definizione degli output di progetto specifici di ciascun gruppo di lavoro;• la gestione dell’integrazione delle informazioni prodotte dai gruppi di lavoro ai quali sono affidate specifiche task del progetto (architettoniche, strutturali, impiantistiche);• la gestione dell’interoperabilità del dato al fine di assicurare l’affidabilità e la coerenza dei flussi informativi relativi al progetto.Marcello BalzaniArchitetto, Dottore di ricerca, Professore Ordinario di Disegno presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi di Ferrara, Responsabile Scientifico del Laboratorio di ricerca industriale TekneHub, Tecnopolo di Ferrara e Presidente del Clust-ER BUILD, Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna. Responsabile scientifico di numerosi progetti di ricerca e alta formazione, nazionali e internazionali, sui temi del Rilievo digitale e della diagnostica integrati e dell’applicazione di strumenti di Building Information Modeling per la Documentazione e gestione del patrimonio culturale e del patrimonio costruito esistente, è Autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali.Luca FerrariLaureato in Ingegneria Civile ad indirizzo Strutturale al Politecnico di Milano, dal 1985 al 1989 ha collaborato con lo Studio di progettazione strutturale Finzi & Associati e successivamente è Co-fondatore nel 1990 della Harpaceas, leader in Italia per i servizi di consulenza volti all’implementazione della metodologia BIM, nella quale occupa, da allora, il ruolo di Direttore Generale. Già Presidente dell’Associazione Ingegneria Sismica Italiana (ISI) e attualmente Consigliere, dal 2015 al 2017 ricopre la carica di Vicepresidente dell’Associazione buildingSmart Italia. Ha partecipato come Relatore o Moderatore ad alcune decine di convegni dedicati ai temi del BIM e dell’Ingegneria Sismica.Fabiana RacoArchitetto, Dottore di ricerca, Coordinatore tecnico del Laboratorio di ricerca industriale TekneHub, Tecnopolo di Ferrara, del quale è Referente nell’ambito di tavoli di lavoro permanente sui temi della Digitalizzazione della filiera nell’ambito Clust-ER BUILD, Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna. Responsabile scientifico e Coordinatore di progetti di ricerca e alta formazione, nazionali e internazionali, sui temi del Rilievo digitale e della diagnostica integrati e dell’applicazione di strumenti di Building Information Modeling per la documentazione e gestione del patrimonio culturale e del patrimonio costruito esistente, è Autore di numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali.
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Nuove frontiere della progettazione BIM per l’illuminazione
Nell’ambito della progettazione Architettonica, il BIM (Building Information Modeling) è una procedura sempre più presente e, nel caso di appalti pubblici sopra un determinato importo, richiesta obbligatoriamente dalle pubbliche amministrazioni. È un importante strumento per condividere le informazioni tra i professionisti dei diversi settori implicati nel progetto: architettonico, strutturale, impiantistico. Purtroppo, tra questi la progettazione illuminotecnica non è ancora perfettamente integrata e sono disponibili più soluzioni alternative di cui il progettista dovrebbe essere a conoscenza. In questo testo, dopo aver introdotto il concetto di BIM, il professionista può trovare indicazioni su come sia possibile integrare il progetto illuminotecnico in uno dei software di riferimento del settore, Autodesk Revit, nativamente o tramite l’utilizzo di Plugin o esportazioni verso applicazione dedicate come DIALux EVO. Verrà anche introdotto il tema del Colore all’interno dei sistemi CAD, strettamente legato alla illuminazione, e sarà anche dato ampio risalto all’utilizzo del motore di Rendering VRay Next for Revit, per una previsualizzazione fotometricamente corretta del progetto. Gianluca Guarini Ingegnere, come libero professionista è esperto di tecniche di modellazione e rendering 3D finalizzate alla Visualizzazione Architettonica fotorealistica. Dal 2000 insegna Autocad 2D, 3D e 3DStudio Max in società di formazione informatica, offrendo consulenze sia per privati che per aziende. È assegnista di ricerca e professore presso il Politecnico di Milano, dove insegna nei corsi di Laurea di Design degli Interni relativamente al disegno tecnico CAD bidimensionale, alla modellazione tridimensionale ed al rendering fotorealistico. Tiene corsi sul BIM in relazione al Progetto Illuminotecnico nell’ambito dell’internazionale Master in Lighting Design and Technology del Politecnico di Milano.
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IFC
L’industria delle costruzioni è caratterizzata da indici di innovazione tecnologica tra i più bassi nei settori industriali.Il processo edilizio si presenta come fortemente parcellizzato, a fronte di una variabilità geometrica e prestazionale dei propri prodotti sempre differente.Una delle soluzioni proposte risiede nella corretta gestione interoperabile delle informazioni, che aiuti a strutturare processi e linguaggi comuni, atti ad abilitare procedure di risparmio di tempi e costi nell’intero ciclo di vita degli organismi edilizi.Industry Foundation Classes (IFC) è il formato dati interoperabile che l’industria delle costruzioni ha adottato per gli scambi informativi, al fine di rendere operativo ed efficace il cosiddetto openBIM.Si tratta di un’estensione del Building Information Modeling a protocolli aperti, che migliorino l’accessibilità e la sostenibilità delle informazioni dell’ambiente costruito.Il volume, oltre a spiegarne la struttura, il funzionamento e l’utilizzo, intende comunicare come IFC rappresenti una base di conoscenza, consolidata a livello internazionale in 20 anni di sviluppo, fondamentale per ogni professionista e ricercatore nel mondo delle costruzioni.Il volume si chiude con un’appendice in cui vengono illustrati i metodi più efficaci per produrre un file IFC dai principali software di produzione di modelli BIM.Paolo BorinAssegnista di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dell’Architettura presso il Dipartimento ICEA dell’Università di Padova. Si occupa di rilievo digitale, modellazione geometrica avanzata, modellazione degli edifici esistenti e storia dei metodi digitali di rappresentazione. Svolge attività di docenza presso l’Università degli studi di Padova, nel corso di Disegno Edile 3, nel laboratorio di Composizione Architettonica, e nel master BIM/HBIM. Presso l’Università IUAV di Venezia è docente a contratto presso il master BIM + BIM Management di Progetto. Ha svolto workshop internazionali presso University of Duke (USA) e Guangzhou University (Cina). Ha ottenuto la qualifica individuale BuildingSMART Int. e svolge il ruolo di referente per la Infrastructure Room all’interno di BuildingSMART Italia. Dal 2019 è dottore di ricerca in rappresentazione architettonica presso l’Università IUAV di Venezia.Carlo ZanchettaRicercatore in Produzione Edilizia presso il Dipartimento ICEA dell’Università di Padova. Si occupa di digitalizzazione dei sistemi e dei processi edilizi e dello sviluppo di database edilizi in formato IFC ISO 16739. È responsabile del progetto di digitalizzazione del patrimonio immobiliare di Ateneo. È docente del corso di BIM and Construction Management presso la stessa Università dove tiene anche i laboratori di Produzione Edilizia e di Recupero e Conservazione degli Edifici. È membro del gruppo di lavoro UNI sulla digitalizzazione dei prodotti e dei processi per l’edilizia. È stato parte del consiglio direttivo del Capitolo Italiano di BuildingSMART, organizzazione internazionale che si occupa dello sviluppo dello standard IFC. Ha tenuto corsi presso il Politecnico di Milano e l’Università IUAV di Venezia di Venezia; è docente dei master sul BIM presso l’Università IUAV di Venezia e l’Università di Padova. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in ingegneria edilizia e territoriale presso l’Università di Bologna.Appendice a cura di:Yoseph Bausola PaglieroMichele CarradoriRiccardo FontanaAndrea Fronk
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Foto:iStock.com/Laurence Dutton
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