C’è un abuso edilizio in un immobile. Cosa succede se l’immobile viene venduto prima che il Comune lo accerti? Risponde il Consiglio di Stato con la Sentenza 4251/2019, piuttosto chiaramente: chi commette un abuso edilizio deve risponderne.
Il proprietario di un immobile ha realizzato un intervento di ristrutturazione con cambio di destinazione d’uso, da commerciale a residenziale. Finiti i lavori, vende l’immobile. Due anni dopo, la Polizia Municipale scopre che le condizioni igienico sanitarie dell’immobile non ne garantiscono l’abitabilità. A quel punto, la ASL ordina lo sgombero dell’immobile ed emana un provvedimento per il ripristino della situazione preesistente. E i lavori sono a carico del precedente proprietario.
Il vecchio proprietario fa ricorso. Ma secondo i giudici il responsabile dell’abuso deve sempre risponderne, visto che risulta esecutore e committente dei lavori, anche se ha venduto l’immobile. L’ordine di demolizione ha natura “ripristinatoria” a prescindere dalla valutazione sui requisiti soggettivi del trasgressore.
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