I provvedimenti del Governo: #italiasicura
Oggi la crescita del consumo di suolo e i cambiamenti climatici acutizzano ulteriormente l’incertezza e la variabilità dei fenomeni idrologici. Infatti il Governo ha deciso di prendere la strada della prevenzione istituendo #italiasicura, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, stanziando circa 10 miliardi di euro per rendere operativa la prima fase che arriverà fino al 2023. Inoltre è stato istituito un Fondo di Rotazione per anticipare agli enti i fondi necessari per garantire la realizzazione di progetti di qualità, il concetto di qualità del progetto, ricordiamo, viene anche stabilito dal nuovo Codice Appalti.
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Fondamentale per mitigare il rischio idrogeologico è la fattibilità tecnica ed economica di un progetto che individua gli interventi strutturali e non, inclusa la prevenzione. Senza dimenticare che i progettisti devono sempre tenersi aggiornati sulle ultime ricerche sperimentali, onde evitare di peggiorare ulteriormente una situazione già di per sé rischiosa.
Dati scarsi e contradditori
Ulteriore elemento di difficoltà, richiamato dallo stesso direttore di #italiasicura, Mauro Grassi, è rappresentato dai dati di partenza disponibili che a volte sono poco attendibili. Infatti capita spesso che i progettisti si trovino a dover lavorare con dati contradditori, strumenti urbanistici di pianificazione e vincolo del territorio scarsamente attendibili oppure rilievi e misurazioni strumentali ed informazioni digitalizzate dove vengono riscontrate anomalie. A questo punto le strade sono due: il progettista prende in mano tutti i dati e li rielabora oppure procede comunque con le conseguente che possiamo tutti immaginare.
Ruoli e procedure
Beatrice Majone ribadisce quindi quanto sia imprescindibile per la mitigazione del rischio idrogeologico il ruolo dell’ingegneria, forte di un approccio metodologico rigoroso e di una robusta preparazione, considerando che i progettisti spesso si trovano a dover definire gli interventi di realtà poco conosciute. Fondamentali anche le procedure di approvazione dei progetti che devono essere gestite da soggetti preparati che abbiano le competenze per discernere tra aspetti sostanziali e secondari. Ricordiamoci che si tratta di progetti che possono salvare persone e beni e quindi non devono restare arenati per questioni burocratiche irrilevanti.
Governo, enti, progettisti e mondo accademico devono quindi collaborare e coordinarsi: “Urge uscire dalla consuetudine del rimbalzo delle responsabilità cui i problemi della sicurezza del territorio ineludibilmente espongono. Deve essere una reale azione di sistema e Oice è pronta ad impegnarsi”, conclude Beatrice Majone.
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