Il testo finale del decreto BIM sarà pubblicato nei prossimi mesi, non prima dell’estate, quindi. A differenza di quanto previsto, c’è ancora molta strada da fare: il passaggio al Consiglio superiore dei lavori pubblici, poi la consultazione pubblica, come già fatto con il correttivo al Codice Appalti, e non è esclusa una lettura del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Decreto BIM, il programma
Dalla Commissione, guidata da Pietro Baratono, confermano che il testo è stato definito e che siamo alla fase dell’approvazione. Dato che non è possibile partire da subito con un obbligo generalizzato all’utilizzo del BIM, sarebbe prevista una prima fase che coinvolgerà le grandi opere (sopra i 100 milioni di euro) e che inizierà nei prossimi 2 anni. La seconda fase, che riguarderà il periodo 2019-2021, prevede l’estensione graduale dell’obbligo anche agli altri soggetti, valutando la complessità delle opere (costruzioni strategiche o con alta frequentazione) e non il loro valore. Infatti, a quanto pare, per gli edifici più semplici il BIM non sarà mai obbligatorio.
Verso la pubblicazione
Secondo il Ministro Graziano Delrio è prioritario introdurre il BIM negli appalti pubblici completandone il percorso nella maniera più condivisa possibile: stesso modello di quello utilizzato per il correttivo al Codice Appalti, con gli stessi intenti di ascolto del mercato.
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Per questo, una volta concluso il lavoro della commissione, è previsto un doppio passaggio: in primis la lettura del Consiglio superiore dei lavori pubblici, poi la consultazione pubblica: il testo sarà così sottoposto al vaglio degli operatori. Tutto ciò per poter fronteggiare sin dall’inizio tutte le criticità che si rileveranno dal mercato.
Una volta completate queste due fasi, il testo potrà essere approvato in via definitiva e pubblicato.
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