Da 33 a 91 milioni. I fondi per finanziare attività di progettazione e realizzazione di piste ciclabili e ciclovie sull’intero territorio nazionale, compresi gli interventi di messa in sicurezza della mobilità su due ruote in ambito urbano, triplicano grazie all’approvazione di un emendamento a cui la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha dato “disco verde” questa settimana.
I finanziamenti saranno distribuiti nell’arco del triennio 2016-2018 e riguarderanno in via prioritaria tre progetti nazionali. Stiamo parlando, nello specifico, della ciclovia VenTo Venezia-Torino, di cui ci siamo occupati in passato, la pista ciclabile del Sole Verona-Firenze e quella romana già battezzata come Il GRA delle biciclette. I fondi saranno spalmati in questo modo: 17 milioni l’anno prossimo, 37 nel 2017 e i restanti 37 nel 2018. Ogni anno, inoltre, 3 milioni di euro saranno destinati alla progettazione e alla realizzazione dei “cammini”, speciali percorsi fruibili a piedi per uso turistico (approfondisci).
E proprio sullo sviluppo di vie verdi anche ciclabili e vélorail sui tracciati delle ferrovie abbandonate in Italia rappresenta una grande opportunità per promuovere il turismo sostenibile e valorizzare il territorio, come testimoniato dal grande interesse per il recupero delle stazioni ferroviarie dismesse.
Forse solo pochi appassionati sanno che ai giorni nostri in Italia, accanto a modernissime linee ferroviarie ad alta velocità che permettono di spostarsi in poche ore tra le principali città della penisola, vi sono migliaia di chilometri di tracciati ferroviari su cui non transita più nessun treno, in molti casi da decenni. Mentre nella seconda metà dell’Ottocento e all’inizio del Novecento le strade ferrate hanno costituito un elemento importante per lo sviluppo economico di molte regioni, avvicinando le città, rendendo accessibili le zone rurali e dando un significativo contributo al progresso della nostra civiltà, nel secondo dopoguerra la situazione è cambiata e il trasporto su gomma è diventato il mezzo privilegiato per gli spostamenti delle persone e delle merci.
Risultato? Oggi in Italia vi sono quasi 7.000 km di tracciati ferroviari non più utilizzati (senza contare i raccordi industriali e le linee minerarie): vecchie ferrovie a scartamento ordinario o ridotto, con trazione a vapore, diesel o elettrica, a singolo o doppio binario, che giacciono abbandonate o utilizzate come strade campestri e che, invece, possono essere recuperate per l’utilizzo turistico, magari impiegando materiali e attrezzature all’avanguardia come le barriere per piste ciclabili in acciaio Corten che ben si armonizzano con l’ambiente circostante.
Sullo stato dell’arte del recupero delle vie abbandonate per la realizzazione delle vie verdi e dei vélorail se ne sono occupati recentemente gli esperti del Dipartimento di Ingegneria Agraria dell’Università di Milano. Chi fosse interessato all’argomento potrà trovare molte e accurate informazioni sullo stato dell’arte della questione nel contributo di Alessandro Toccolini e Roberto Rovelli pubblicato sul numero di ottobre della rivista L’Ufficio Tecnico è disponibile sul sito digitalmagazine.maggioli.it.
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Horizon 2020
La ricerca e l’innovazione sono le nuove strategie adottate dall’Unione Europea con lo scopo di rafforzare la sua competitività, creare posti di lavoro e favorire il giusto clima per lo sviluppo di nuove idee e scienze. Spesso è proprio dagli investimenti nella ricerca che nascono le innovazioni e le conquiste tecnologiche, le quali daranno vita a nuove industrie e all’espansione dei mercati. Nonostante la crisi attuale, Horizon 2020 assicurerà la competitività sul piano del know-how della Comunità Europea. La prima parte di questo documento ha lo scopo di portare a conoscenza il nuovo Programma Quadro Europeo analizzando le principali finalità, le azioni di ricerca e i beneficiari che possono partecipare ai finanziamenti.Nella seconda sezione del presente elaborato sono illustrate le modalità di presentazione d’idee innovative, d’idee d’avanguardia e le procedure di partecipazione ai bandi. Nell’ultima parte del secondo capitolo, infine, si descrivono i criteri con i quali costituire e ricercare un partenariato atto a garantire la collaborazione scientifica e il requisito di “transnazionalità” all’interno dei progetti.La terza parte tratta tutti gli aspetti che si riferiscono alla fase di presentazione della proposta informando il lettore a proposito dei principali passaggi da adottare per partecipare con la propria idea d’innovazione (sottoposto a controllo di ammissibilità prima di essere valutato) e di creare un archivio dati nel quale inserire i propri stati di avanzamento.
Melania Braghin, Cristiano Collesi, Giorgia Mancinelli, Domenico Pepe | 2015 Maggioli Editore
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