Maltempo e dissesto idrogeologico: la situazione in Emilia Romagna e Liguria

Danni enormi provocati dalla pioggia in sole 4 ore: questo ciò che è accaduto nella giornata di lunedì nella provincia di Piacenza, con nubifragi violentissimi e intensi che hanno colpito il territorio al confine tra Emilia Romagna e Lombardia.

Ammonta a 1 morto e 2 dispersi il bilancio provvisorio dei nubifragi, con la pioggia che ha isolato interi centri abitati (a causa della piena del torrente Nure, esondato come pure il fiume Trebbia): l’Emilia Romagna è già pronta a stanziare 2 milioni per l’emergenza. Il maltempo ha inoltre fatto danni in provincia di Parma, in Liguria, in Veneto e in Friuli Venezia Giulia.

Il bilancio più pesante si registra nel territorio emiliano. In questo senso assumono molto interesse le parole rilasciate dal vicepresidente del Consiglio Nazionale Geologi, Vittorio d’Oriano, al quotidiano Repubblica, mettendo in evidenza anche la mancanza di progettazione e prevenzione da parte dell’uomo: “Se piove troppo intensamente e rapidamente si può creare una pellicola impermeabile che impedisce che l’acqua s’introduca nel terreno. In questo senso sarebbe meglio una pioggia di qualche giorno ma meno violenta”. Tra le cause dell’innaturale rigonfiamento dei fiumi d’Oriano menziona “oltre all’intensità delle precipitazioni, l’eccessiva cementificazione che impedisce all’acqua di scorrere. Il cemento impedisce che l’acqua vada a riempire i fossi in modo equilibrato come accadeva in passato”.

La necessità indifferibile alloggia, secondo il rappresentante dei geologi nel “lavorare sulla manutenzione dei fossi e sulla tenuta degli argini. Va eseguita una programmazione degli interventi partendo dalle zone più a rischio ma non trascurando le altre perché ormai il dissesto idrogeologico non risparmia nessuno”.

Leggi anche la nostra intervista al presidente dei Geologi Gian Vito Graziano intitolata Interventi contro il dissesto idrogeologico, le linee guida a ottobre.

E l’incubo maltempo non ha risparmiato neanche la Liguria, che ancora porta i segni delle alluvioni del 2011 e 2014: un forte nubifragio ha colpito Genova e parte del suo entroterra nella giornata di domenica, in particolare il Golfo del Tigullio, la Val d’Aveto e il bacino del Bisagno. I danni sono ingenti al punto che il presidente della Regione, Giovanni Toti, ha annunciato che chiederà lo stato di emergenza per i Comuni più colpiti, in accordo con la Regione Emilia Romagna. E l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Edoardo Rixi, ha annunciato di aver “prorogato fino al 30 ottobre il bando da 10 milioni Por Liguria 2014-2020 per le micro, piccole e medie imprese che vogliano dotarsi di sistemi di autoprotezione e dispositivi di prevenzione e mitigazione dei danni in caso di calamità alluvionali”.

Secondo i governatore Toti sarebbe emersa “una colpevole disattenzione delle autorità pubbliche, per troppi anni, a cui cercheremo di porre rimedio”. All’appello rivolto dal sindaco di Montoggio, Mauro Fantoni, per un’allentamento del patto di stabilità, in modo da poter realizzare le opere di messa in sicurezza del territorio, Toti ha risposto: “È una richiesta che noi abbiamo già avanzato più volte al Governo per i comuni virtuosi. Ne ho parlato anche con il ministro Delrio, che si è detto pronto a dare il proprio sostegno in questa direzione; anche se ovviamente è un tema che riguarda il Mef e la ragioneria generale dello Stato”. Toti ha infine ricordato che la Regione Liguria ha già stanziato alcuni milioni di euro per consentire ai Comuni di effettuare piccoli interventi di mitigazione del rischio.

Redazione Tecnica

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