Brunico si conferma borgo più felice d’Italia per il secondo anno consecutivo: è proprio il ridente comune alto-atesino infatti a posizionarsi al top della classifica “Borghi Felici 2015”, interessante ranking elaborato dal Centro studi Sintesi per Il Sole 24 Ore.
Borghi Felici 2015: di cosa si tratta
Il ranking conferisce punteggi che contribuiscono a mettere in fila i Comuni con una popolazione tra i 5mila e i 50mila abitanti all’interno dei quali si vive il miglior compromesso tra le dimensioni economiche, sociali, ambientali e di welfare. Quello che emerge dal setaccio del Centro studi Sintesi è una truppa di piccoli paesi caratterizzati da una qualità del benessere mediamente superiore al resto d’Italia.
La “top five”: domina il nord
Ai primi 5 posti della classifica dei “Borghi Felici 2015” si collocano nell’ordine: Brunico, Vipiteno (che confermano, rispettivamente, primo e secondo posto rispetto all’edizione 2014), Egna, Peschiera del Garda e Lazise. Tutte realtà territoriali collocate tra Alto Adige e Veneto.
L’Alto Adige si conferma un vero e proprio “Eden” in termini di qualità della vita all’interno della penisola italiana. Al primo posto si conferma Brunico, grazie soprattutto “agli importanti risultati in termini di condizioni di vita materiali (il reddito IRPEF medio è il più elevato registrato dai 158 Comuni selezionati e anche i depositi pro capite sono nettamente superiori alla media) e al primato nel campo ambientale (forte incidenza di auto a limitate emissioni inquinanti)”.
Alle sue spalle si conferma ancora una volta Vipiteno, la quale “pur non raggiungendo alcun primato nelle aree tematiche analizzate, sfrutta un mix equilibrato di performance di livello medio-alto, con punte di eccellenza nei campi della salute e dell’ambiente”.
Per saperne di più sulla classifica dell’anno scorso (2014) consulta l’articolo intitolato Ambiente, salute, amministrazione snella: il borgo più felice d’Italia è Brunico.
Come viene costruito il ranking
Il ranking dei “Borghi Felici” viene realizzato nel corso di due fasi. La prima selezione, che riduce il lotto dei partecipanti ai 158 Comuni finalisti, è frutto di una selezione basata su 16 parametri legati alla qualità della vita (in versione Stiglitz-Sen-Fitoussi), utilizzando in tal modo un indicatore non solo basato sul reddito (il PIL), ma incentrato sulle variabili del benessere economico e sociale, dell’ambiente, degli indicatori di felicità (il BIL). Per ciascun indicatore, poi, sono stati esclusi gli outlier (cioè i Comuni con valori troppo alti o troppo bassi nelle variabili considerate), eliminando così le realtà territoriali “poco sostenibili”.
Nella seconda fase i 158 borghi sopravvissuti al primo vaglio vengono analizzati sulla base di 47 indicatori, suddivisi in otto aree tematiche (condizioni di vita materiali; istruzione e cultura; partecipazione alla vita politica; rapporti sociali; in/sicurezza; ambiente; attività personali e salute), utilizzando gli ultimi dati disponibili nelle principali fonti statistiche (Istat, Ministero dell’Interno, Infocamere, Aci, Banca d’Italia). Il risultato di tale selezione si estrinseca in una classifica capace di delineare i luoghi in cui la qualità della vita, intesa anche come benessere complessivo, è più elevata.
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