Contabilizzazione calore decisamente salata, soprattutto per i condomini già in regola con la norma UNI 10200:2013 sui criteri di ripartizione delle spese di climatizzazione invernale ed acqua calda sanitaria.
L’extra costo è quello ipotizzato a seguito delle modifiche apportate con la nuova versione della norma (UNI 10200:2015) pubblicata la scorsa settimana dopo la revisione realizzata dal Comitato Termotecnico Italiano.
Ricordiamo che la norma stabilisce i principi per l’equa ripartizione delle spese di climatizzazione invernale e acqua calda sanitaria in edifici di tipo condominiale provvisti o meno di dispositivi per la contabilizzazione dell’energia termica (la c.d. contabilizzazione calore).
Secondo le stime di Edoardo Riccio su Il Sole 24 Ore, i condomini che hanno già adeguato i propri impianti di riscaldamento centralizzati alla vecchia versione della UNI 10200, dovranno ora ricorrere a professionisti esperti per verificare la rispondenza con la nuova norma: una faccenda che potrebbe portare a un aggravio delle spese generali superiori ai 1.000 euro e fino a un massimo di 1.500, considerando anche i costi per una convocazione straordinaria dell’assemblea condominiale.
L’aggiornamento della norma si è resa necessaria per via della presenza sul decreto legislativo n. 102 del 2014, relativa all’attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, di un esplicito richiamo precettivo alle disposizioni contenute nella UNI 10200.
Le disposizioni sulla contabilizzazione calore, pur essendo già in vigore, non sono cogenti; almeno fino al 1° gennaio 2017. In ogni caso, i condomini che non si sono ancora adeguati non sono esenti da rischi. Non stiamo parlando delle sanzioni (da 500 a 2.500 euro), che scatteranno nel 2017, ma della possibilità di impugnare le delibere relative alle questioni relative all’impianto di riscaldamento.
Un altro nodo da scegliere riguarda l’apparente contrasto tra le nuove norme della UNI 10200:2015 e le prescrizioni dettate dal decreto legislativo n. 102 del 2014. In sostanza, infatti, con l’attuale norma tecnica non sarà più possibile al singolo condomino monitorare sui dispositivi di contabilizzazione calore installati sui propri caloriferi la situazione del proprio consumo individuale.
Ciò è in contrasto con quanto indicato invece nel decreto legislativo, dove invece si stabilisce la necessità da parte dei singoli di poter tenere sotto controllo il proprio consumo di energia per il riscaldamento.
Un cortocircuito che, correttamente, Riccio descrive come foriero di possibili contenziosi.
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