Proseguono le polemiche ed i pareri discordi in merito all’introduzione del POS obbligatorio per i liberi professionisti come architetti ed ingegneri.
Mancano infatti poco meno di 2 mesi all’entrata in vigore dell’obbligo di utilizzo di POS per le transazioni economiche (tra cui pagamenti di parcelle ed onorari) superiori ai 30 euro previsto dal decreto ministeriale attuativo dello scorso 24 gennaio il quale aveva rinviato la messa in regola alla data del 30 giugno 2014.
Per saperne di più leggi l’articolo Il POS obbligatorio per Professionisti slitta a giugno 2014.
Il sale delle polemiche continua ovviamente a risiedere nel fatto che l’utilizzo dello strumento si presta a far nascere una sorta di “tassa” (leggi “commissione”) da pagare agli istituti bancari: il Consiglio nazionale degli architetti preme su questo punto parlando di “obbligo inutile” concepito alla stregua di una metaforica (ma neanche tanto) “gabella dal vago sapore medievale”.
Anche gli ingegneri non si arrendono su questo fronte: il presidente dell’Ordine Armando Zambrano, brandisce la minaccia del ricorso all’Autorità Antitrust, paventando scenari di accordi che sarebbero incorsi tra banche e compagnie telefoniche al fine predisporre offerte commerciali “combattive” inerenti a smartphone muniti di POS integrato.
Va detto che l’obbligo di POS per i professionisti è stato inserito nell’ordinamento grazie al Decreto Sviluppo nel 2012: una decisione accolta con umori alterni (per usare un eufemismo) da parte dei liberi professionisti nel paese, ma che in realtà si pone come finalità la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda Digitale, la riduzione dell’utilizzo di denaro contante e il conseguente abbassamento del tasso di evasione fiscale in Italia.
Ma si tratta dello strumento giusto per raggiungere questi fini virtuosi? L’utilizzo di moneta elettronica (ovvero carta di credito e bancomat nella fattispecie) andrebbe certamente incentivato, ma con l’entrata in vigore del POS obbligatorio probabilmente si fa altro a porre un discreto peso a livello di costi di utilizzo sulle spalle di architetti ed ingegneri in un periodo di grande crisi economica del settore dell’edilizia. Anche se per ora nessuna sanzione è prevista per i professionisti che non dovessero adeguarsi a tale obbligo.
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