Come è noto, il Green Deal europeo consiste in un pacchetto di iniziative strategiche studiate e messe in campo con l’obiettivo di portare l’Unione Europea sulla strada di una transizione verde, per riuscire a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Per arrivare a questo ambizioso traguardo, nel settembre 2020 (poco dopo aver presentato un nuovo piano d’azione per l’economia circolare, di cui abbiamo parlato in questo articolo) la Commissione Europea ha proposto di elevare l’obiettivo della riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra nell’UE di almeno il 55% (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2030. Per l’UE si tratta di un obiettivo giuridicamente vincolante, basato su una valutazione d’impatto effettuata dalla Commissione.
Per raggiungerlo sono state formulate varie proposte – raccolte nel pacchetto denominato “Pronti per il 55%” – volte a rivedere la legislazione in materia di clima, energia e trasporti e a mettere in atto nuove iniziative per tradurre in normativa le ambizioni del Green Deal.
Recentemente poi, come abbiamo visto, per contrastare l’attuale crisi energetica la Commissione Europea ha lanciato anche il piano “REPowerEU“, un pacchetto di misure che prevede investimenti per oltre 200 miliardi di euro per accelerare la transizione verde (ne abbiamo parlato soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di pannelli solari su tutti i nuovi edifici dal 2030).
Decarbonizzazione in edilizia
Il 75% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione Europea è riconducibile alla produzione e all’uso di energia, e il settore dell’edilizia è uno dei maggiori consumatori di energia in Europa, responsabile di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE.
La decarbonizzazione di questo settore è quindi un passo fondamentale verso un’Unione Europea a impatto climatico zero.
Un primo obiettivo in questo senso, stabilito nel giugno del 2021, è quello di raddoppiare i tassi di ristrutturazione energetica entro il 2030. La strategia della Commissione europea, denominata “Ondata di ristrutturazioni“, promuove in particolare ristrutturazioni che riducono il consumo di energia e le emissioni di gas a effetto serra, migliorano le prestazioni ambientali degli edifici e generano risparmi in termini di costi. Questo dovrebbe andare di pari passo con l’integrazione di soluzioni efficienti sotto il profilo energetico e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e del calore e del freddo di scarto.
Ovviamente, affinché il settore dell’edilizia possa apportare il necessario contributo all’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, non si può pensare alla sola ristrutturazione (comunque preferibile rispetto al binomio demolizione e ricostruzione) ma anche alle nuove costruzioni, ed è quindi data primaria importanza anche alle misure in materia di progettazione ecocompatibile.
L’obiettivo in questo caso è quello di ridurre le emissioni dei gas serra che sono generati nella produzione e nel trasporto dei materiali edili, nella costruzione dell’edificio, nella sua manutenzione e nella sua demolizione eventuale a fine ciclo di vita.
L’attenzione deve quindi spostarsi su materiali a bassa emissione in tutte le loro fasi di vita (estrazione, lavorazione, trasporto, smaltimento), su prodotti dall’elevata durabilità che non richiedano una frequente manutenzione, e possibilmente anche sul riutilizzo e riciclo dei materiali, da privilegiare in ottica di economia circolare.
Molte aziende dell’edilizia, le più virtuose, si stanno già muovendo in ottica di decarbonizzazione. Per fare un esempio concreto, Wienerberger, produttrice di soluzioni in laterizio per l’involucro, sta mettendo in atto una serie di strategie che coinvolgono l’intero processo produttivo, per arrivare a una riduzione di oltre il 15% di emissioni di CO2 entro il 2023 e raggiungere la carbon neutrality entro il 2050 (come abbiamo visto anche in questo recente articolo).
La creazione di soluzioni e prodotti innovativi – nel caso di Wienerberger, di soluzioni in laterizio per involucri sempre più prestazionali e dall’elevata durabilità – permette inoltre di dare vita a edifici sempre più efficienti dal punto di vista delle prestazioni termiche, con una conseguente ulteriore riduzione di CO2 durante il ciclo di vita utile degli edifici.
Immagine: iStock/Galeanu Mihai
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