La prima volta in cui fui insultata per aver confuso un ponte con un viadotto fu all’università di Ingegneria, al corso di Infrastrutture. Il mio compagno di banco, incredibilmente composto sul seggiolino di legno reclinabile, usò un tono saccente, dispregiativo, e nonostante il primo impulso delle mie corde vocali a rispondere a tono, prevaricante fu la curiosità di sapere quale mai fosse la differenza tra le due infrastrutture.
Contento di poter palesare cotanta sapienza, il compagno di banco drizzò per quanto possibile ancor più la schiena e mi spiegò che: «Non c’è differenza strutturale tra un ponte e un viadotto, in realtà è lo stesso tipo di opera. La differenza non è in ciò che è al di sotto, acqua, terra o entrambi, il viadotto e il ponte sono utilizzati per attraversare gli stessi ostacoli.». Aspettavo con ansia evidente di sapere quale fosse dunque la discrepanza. «La prima differenza notevole che distingue un ponte da un viadotto è la loro dimensione, ma comunque di base, un viadotto è un ponte.» Tanto rumore per nulla… Eppure, sia che le parole del mio compagno fossero vere, che no, io da allora resto affascinata dai viadotti, e ogni volta che se ne porta in primo piano la loro fragilità, ne resto delusa, quasi affranta.
Ecco allora che la notizia della prossima pubblicazione di un vademecum che conterrà indicazioni omogenee e puntuali per le società concessionarie sui criteri da tenere in considerazione nella valutazione della sicurezza dei viadotti mi rende felice. Di mezzo c’è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tramite l’Ufficio ispettivo territoriale (Uit) di Roma, con l’ausilio di esperti delle Università di Trento, Roma La Sapienza, Federico II di Napoli, Politecnico di Torino e Università di Chieti.
Viadotti sicuri, quali standard conterranno le linee guida?
Queste linee guida sembrano quanto meno necessarie per i concessionari autostradali, data l’estrema eterogeneità nella valutazione della sicurezza. Il documento nasce dalle verifiche disposte dal Ministro Danilo Toninelli e sono fortemente volute dal Mit; le verifiche sono state effettuate dall’Uit di Roma su almeno 150 viadotti delle autostrade italiane, prevalentemente nel Centro-Sud Italia.
Di viadotti sicuri si parla sempre di più, specie dal tragico evento del crollo Ponte Morandi.
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Utile sarà in tal senso sarà l’avvio di un cosiddetto campo prove, un vero e proprio caso studio da tenere presente per verificare quali debbano essere le pratiche che i concessionari dovranno utilizzare per monitorare lo stato di salute dei viadotti. Il Mit ha optato per questa procedura con il sostegno delle università coinvolte e sopra citate; il tutto avrà inizio a fine giugno e sarà all’interno della rete gestita da Autostrade per l’Italia, che ha deciso di portare al collasso il viadotto Alveo Vecchio, sulla A16 Napoli-Canosa, da tempo abbandonato. Sarà proprio questa infrastruttura la cavia per le nuove linee guida.
Queste prove è indubbio che avranno un inestimabile interesse scientifico, saranno uniche nel settore, e si spera permetteranno lo studio sul campo del comportamento reale dei viadotti in condizioni critiche di esercizio e di collasso.
Queste informazioni e i dati raccolti saranno la base di fatto per la costruzione degli standard di sicurezza e delle linee guida, con particolare attenzione alle indagini sulle grandezze concernenti la resistenza e la durabilità delle strutture.
Chissà che queste linee guida si rivelino la fortuna delle infrastrutture del nostro paese… e per approfondire su queste tematiche (dato che non sempre il compagno di banco te la racconta giusta), leggi:
INFRASTRUTTURE FERROVIARIE, METROPOLITANE, TRANVIARIE E PER FERROVIE SPECIALI
Il volume presenta i criteri fondamentali di progettazione geometrico-funzionale delle infrastrutture per i sistemi di trasporto a guida vincolata tra i quali si annoverano sia quelli extraurbani, come le ferrovie convenzionali e ad alta velocità, sia quelli urbani come le metropolitane (“pesanti”, “leggere” ed “automatiche”), le tranvie ed i people movers. Per ogni sistema di trasporto sono descritti gli orientamenti tecnici – progettuali e costruttivi – ritenuti più rilevanti, le peculiarità trasportistiche (ad esempio i valori di capacità massima) ed i principali riferimenti normativi adottati per la definizione dei singoli elementi compositivi del tracciato delle linee, delle stazioni e delle fermate. I contenuti del testo possono essere di utilità pratica nell’ambito delle attività di pianificazione e di progettazione dei suddetti sistemi di trasporto. Marco Guerrieri (Palermo, 24 dicembre 1976) è laureato con lode in Ingegneria Civile Trasporti. Nell’anno 2006 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ingegneria delle Infrastrutture Viarie (Università degli Studi di Palermo). Svolge attività di ricerca nel settore scientifico disciplinare ICAR/04 (strade, ferrovie ed aeroporti). È Professore a contratto di “Infrastrutture per la mobilità ed i trasporti” presso la Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Palermo. Abilitato a Professore di I fascia per il SSD ICAR/04 “Strade, ferrovie ed aeroporti” (ASN 2016) ed in precedenza a Professore di II fascia nel medesimo settore scientifico (ASN 2013). È autore di oltre 80 pubblicazioni scientifiche e di alcuni brevetti tecnici. Componente dell’Editorial Board e reviewer di diverse riviste scientifiche. Progettista di numerose infrastrutture di trasporto ed estensore di studi di traffico e piani urbani del traffico. È stato consulente di Enti pubblici e privati.
Marco Guerrieri | 2017 Maggioli Editore
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