Entrerà in vigore il 6 ottobre 2012 il nuovo regolamento per l’utilizzo delle terre e rocce da scavo, pubblicato con decreto 10 agosto 2012 n. 161 del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e approdato in Gazzetta Ufficiale n. 221 del 21 settembre 2012.
Il Regolamento sulle terre e rocce da scavo stabilisce i criteri qualitativi da soddisfare affinché i materiali di scavo siano considerati sottoprodotti e non rifiuti, come stabilito all’articolo 183, comma 1, lettera qq) del d.lgs. n. 152/2006. Sul regolamento pubblicato in Gazzetta ha scritto anche Roberto Pizzi: Nuovo regolamento TRS: prime impressioni e una (doverosa) precisazione.
Il regolamento sulle terre e rocce da scavo stabilisce inoltre, le procedure e le modalità affinché la gestione e l’utilizzo dei materiali da scavo avvenga senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente.
Ricordiamo che il decreto ha avuto un iter travagliato, poiché l’Unione europea sembrava decisa a non concedere il via libera allo schema di decreto. Solo a fine agosto, scaduto il tempo massimo per la Commissione competente di Bruxelles a formulare rilievi e osservazioni, il testo sull’impiego delle terre e rocce da scavo è potuto essere pubblicato.
Il riconoscimento della caratteristica di sottoprodotto, che permette il riutilizzo delle terre e rocce da scavo nei cantieri dove sono state generate senza trattamenti, non sarà però automatico, ma prevede il rispetto di alcune condizioni tassative (leggi anche Terre e rocce da scavo, da Bruxelles disco verde al decreto).
Permangono delle perplessità sulla reale portata del decreto. Come ha infatti ricordato su queste pagine Roberto Pizzi, “se da un lato le grandi opere trarranno giovamento dai chiarimenti apportati e, soprattutto, dalle novità introdotte in tema di assimilabilità dei rifiuti alle Terre e rocce da scavo, restano fermi i dubbi sull’applicabilità concreta alle realtà imprenditoriali medio – piccole (che rappresentano un’aliquota importante dei produttori di TRS) delle norme contenute nell’emanando decreto, specialmente quelle concernenti il cosiddetto Piano di utilizzo” (leggi anche l’articolo di Roberto Pizzi Terre e rocce da scavo: è la volta buona?)
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