Il 17 Maggio 2012 è entrata in vigore la norma UNI 11444 “Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Linee guida per la selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali” (vedi anche “Classificazione acustica degli edifici, pubblicata la norma UNI 11444“).
Innanzitutto è bene fare una premessa, evidenziando le singole parole chiave presenti nel titolo della norma.
Va ricordato in primo luogo che la classificazione acustica di una unità immobiliare, ovvero la relativa definizione delle prestazioni acustiche (effettuata sulla base di una campagna di rilievi fonometrici al termine dell’opera), è una sorta di carta d’identità che informa i possibili acquirenti e quindi i potenziali residenti di un appartamento sulle caratteristiche di isolamento acustico; questo consente di mettere subito in chiaro pregi e/ difetti dell’immobile, evitando così spiacevoli sorprese a carico dei futuri abitanti ad acquisto avvenuto e tutelando i vari soggetti coinvolti nel processo edilizio (progettisti, costruttori, venditori, etc.) da possibili contestazioni successive.
Finora infatti vi era sempre il rischio di trascorrere insonni la prima notte nella casa tanto agognata (e apparentemente così silenziosa!), a causa dello squillo indicante il messaggio in arrivo sul cellulare dell’inquilino nell’appartamento a fianco, a causa dello scorrere dell’acqua nella doccia dell’affittuario di sopra rincasato a tarda ora, a causa dei tacchi della vicina al rientro da una cena con le amiche. Il disturbo sonoro prolungato nel tempo porta poi a patologie più o meno serie, che vanno dalla semplice irritabilità e nervosismo, al malessere fisico generalizzato dovuto alla mancanza di adeguato riposo.
In tale ottica è quindi evidente l’importanza della classificazione acustica delle unità immobiliari; come suggerisce il buon senso prevenire è meglio che curare, e comprare a scatola chiusa non è mai consigliabile!
Una persona particolarmente sensibile ai rumori pertanto sarà difficilmente interessata ad un appartamento inserito in classe 4 (ovvero con le prestazioni acustiche più scadenti e quindi il minore grado di isolamento), la quale rivolgerà la propria attenzione prevalentemente ad un immobile di classe 1 (ovvero più performante dal punto di vista dell’isolamento).
L’altro aspetto su cui vale la pena di soffermarsi è rappresentato dalle caratteristiche non seriali; mentre gli “edifici seriali” sono strutturati in modo tale da avere elementi base che si ripetono uguali secondo schemi basati su caratteristiche distributive, organizzative e funzionali (ad esempio condomini, alberghi, ospedali, scuole, etc.), gli “edifici non seriali” presentano unità immobiliari con elementi costruttivi anche molto diversi tra loro e quindi sono più complessi e costosi da classificare acusticamente, con un margine di errore sicuramente non trascurabile.
La nuova norma UNI 11444 si va ad affiancare alla norma UNI 11367 del 2010 “Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Procedura di valutazione e verifica in opera”, introdotta a sua volta per aggiustare le molte “imperfezioni” presenti del DPCM 5-12-1997 che regola la determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici sulla base della definizione degli indici di isolamento delle partizioni verticali ed orizzontali, dei solai, delle facciate esterne, degli impianti tecnologici (basti pensare alle infinite discussioni dovute alla mancanza di una definizione chiara del concetto base di “unità immobiliare”!). .
La norma UNI 11444 prevede che il tecnico che si occupa della classificazione stabilisca la casistica e il numero delle unità immobiliari da sottoporre a misurazione, prendendo in considerazione le criticità dei componenti edilizi e degli impianti, considerando in particolare gli elementi più critici sia per l’isolamento acustico di facciata (ad esempio i serramenti), sia per le partizioni interne verticali (pareti divisorie) e orizzontali (pavimenti), sia per il livello di rumore da calpestio e per il rumore degli impianti a funzionamento continuo e discontinuo.
A differenza perciò sia della valutazione in fase progettuale (spesso molto lontana dalla realtà effettiva a causa dei materiali utilizzati non sempre coincidenti con quelli previsti e dall’imperizia di artigiani spesso frettolosi), sia della verifica del rispetto dei minimi requisiti acustici passivi (eseguita solitamente a posteriori già nell’ottica del contenzioso col costruttore), il collaudo al termine dell’opera rappresenta, se eseguito con criterio, un valido strumento a garanzia delle reali prestazioni acustiche di un immobile e pertanto un passo in avanti in un processo di classificazione acustica “trasparente”.
Resta comunque fondamentale la pubblicazione di nuovo decreto che sostituisca il DPCM 5-12-1997 e che vada a definire in modo nuovo i requisiti acustici passivi, introducendo soprattutto limiti realistici, attuabili e consapevoli delle caratteristiche comuni a gran parte degli edifici italiani.
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