Una proposta di legge che spinge nella direzione dell’incentivazione delle coperture “verdi” degli edifici: a presentarla è il Movimento 5 Stelle per mezzo del deputato Massimo De Rosa. Il verde urbano infatti, a parere del portavoce grillino, assume un ruolo strategico sia per l’adattamento che per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Ma in quale modo questo concetto si incarna nei tetti verdi?
Come si legge nella proposta di legge all’art.1 il “tetto verde” si configura alla stregua di un “tetto, piano o inclinato, di un edificio parzialmente o completamente ricoperto di vegetazione secondo quanto prescritto dalla norma UNI 11235:2007; esso è composto da un pacchetto di più strati che comprende una membrana (o manto) impermeabile antiradice, uno strato di separazione e protezione del manto impermeabile, uno strato di drenaggio e accumulo idrico, un tessuto di filtro, un substrato colturale, la vegetazione”.
“Al pari della politica, anche le aziende del settore devono produrre uno sforzo maggiore in termini di innovazione e quindi di competitività. Con questa proposta – afferma De Rosa – vogliamo mettere le aziende nelle migliori condizioni per operare in questo settore che crescerà rapidamente”.
A livello operativo l’incentivo dovrebbe possedere la seguente forma: per le “spese documentate, relative a interventi di progettazione, esecuzione e manutenzione di tetti verdi, sui tetti degli edifici di nuova realizzazione o soggetti ad interventi di riqualificazione energetica, laddove non vietato da normative di decoro urbano e storico, favorendo, inoltre, il ripristino e la conservazione della biodiversità, spetta una detrazione dall’imposta lorda per una quota pari al 65% degli importi rimasti a carico del contribuente, fino ad un valore massimo di 15mila euro, da ripartire in non meno di n. 2 quote annuali di pari importo”.
Nella relazione che accompagna la proposta di legge pentastellata si possono leggere e comprendere le ragioni che hanno condotto a tale ipotesi: “I tetti verdi aiutano a mantenere il comfort ambientale favorendo l’isolamento acustico, regolando gli sbalzi termici e l’umidità delle abitazioni, mentre dal punto di vista del risparmio energetico riducono, fra il 20 e il 30%, la quantità di energia necessaria per il riscaldamento invernale e assicurano una temperatura fresca in estate, a questo proposito è dimostrato come i tetti verdi combattano il fenomeno delle isole di calore, le bolle di aria calda che avvolgono gli insediamenti urbani e, stando alle ricerche dell’Environmental protection agency (Epa), innalzano fino a 12 gradi la temperatura dei nuclei urbani rispetto a quelle delle aree rurali”.
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La relazione contiene anche un interessante disamina sugli effetti positivi che tali coperture possono apportare al sistema-ambiente nel suo complesso: esse infatti possiedono “un effetto decisivo nel limitare le alluvioni urbane dovute a insufficienti reti di drenaggio, poiché riducono il ruscellamento fino all’80% durante i nubifragi, rispetto alle coperture tradizionali in laterizio, cemento o pietra. Aumentando l’evapo-traspirazione, aiutano a moderare l’isola urbana di calore, che produce un’insana anomalia termica tra città e zone rurali circostanti. Conservando a lungo l’acqua piovana, favoriscono anche la biodiversità, la nidificazione degli uccelli e la proliferazione di molti altri animali, tra cui le api. Una riconquista della natura e del paesaggio all’interno della città con enormi vantaggi anche per gli uomini”.
A tutto ciò si aggiunge il miglioramento del paesaggio urbano, variabile non trascurabile nel contesto generale. Le attuali soluzioni costruttive in questo senso consentono la realizzazione di tetti che contribuiscono alla riduzione degli impatti ambientali legati all’edificazione, oltre a svolgere un’azione termoregolatrice delle coperture. Per una disamina più accurata a livello progettuale in materia Maggioli Editore consiglia il volume Tetti giardino – Storia, tecnica, progetto, redatto dagli architetti Valeria Tatano e Antonio Musacchio.
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