Codice appalti: il testo in Gazzetta

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(Aggiornamento del 3 aprile 2023) Il Codice appalti è stato pubblicato in Gazzetta tre giorni dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri. Il d.lgs. 36/2023 è nel supplemento ordinario n. 12/L della G.U. serie generale n. 77 del 31 marzo 2023.

Ricordiamo che il testo, elaborato dal Consiglio di Stato, era stato trasmesso al Governo il 7 dicembre 2022, il 20 ottobre era stata diffusa la bozza dello “Schema preliminare di Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante Delega al Governo in materia di contratti pubblici”. Già il documento con lo schema preliminare aveva subito una serie di modifiche apportate in seguito alla congiunta consultazione tra il Consiglio di Stato, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e le altre amministrazioni interessate e rimesso al Governo per le proprie determinazioni.

Il testo corredato delle relative note è stato poi ripubblicato nel Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 2023.

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Il testo del nuovo Codice si compone di 229 articoli raggruppati in cinque libri e ha un numero di articoli analogo a quelli del Codice vigente, ma ne riduce di molto i commi, riduce di quasi un terzo le parole e i caratteri utilizzati e, con i suoi allegati, abbatte in modo rilevante il numero di norme e linee guida di attuazione.

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La struttura del Codice appalti

Il Codice è così articolato:

  • LIBRO I: dei principi, della digitalizzazione, della programmazione e della progettazione
  • LIBRO II: dell’appalto
  • LIBRO III: dell’appalto nei settori speciali
  • LIBRO IV: del partenariato pubblico-privato e delle concessioni
  • LIBRO V: del contenzioso e dell’autorità nazionale anticorruzione. Disposizioni finali e transitorie

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Cosa cambia

Le principali novità interessano:

  • la digitalizzazione delle procedure,
  • la liberizzazione degli appalti sottosoglia,
  • l’appalto integrato,
  • il dissenso costruttivo,
  • l’illecito professionale e
  • la salvaguardia del “made in Italy”.

Nello specifico è prevista la digitalizzazione delle procedure (in vigore dal 1°gennaio 2024) ovvero l’estensione del digitale a tutto il ciclo di vita del contratto mediante una banca dati degli appalti che conterrà le informazioni relative alle imprese, una sorta di carta d’identità digitale, consultabile sempre. Tale banca dati conterrà le informazioni relative alle imprese e sarà consultabile sempre da soggetti appaltanti, imprese e cittadini.

Prevista la liberalizzazione degli appalti sottosoglia. Fino a 5,3 milioni di euro le stazioni appaltanti potranno decidere di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti, rispettando il principio della rotazione.

Ritorna l’appalto integrato e si ha una riduzione dei livelli di progettazione.

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Tra le novità il dissenso costruttivo al fine di evitare il blocco degli appalti. In sede di conferenza di servizi l’ente che esprime il dissenso dovrà motivare e fornire una soluzione alternativa.

Circa l’illecito professionale, prevista la razionalizzazione e la semplificazione delle cause di esclusione, e in alcuni casi questo può essere fatto valere solo a seguito di condanna definitiva, condanna di primo grado o in presenza di misure cautelari.

La salvaguardia del “made in Italy” entra nel Codice (in riferimento ai servizi di ristorazione) con l’introduzione del valore premiale quale valore percentuale dei prodotti originari italiani o dei paesi UE, rispetto al totale di quelli previsti nell’offerta.

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Redazione Tecnica

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