Stufa a pellet e detrazioni fiscali: guida completa alle agevolazioni

Stufa a pellet: ecco tutto quello che c’è da sapere per approfittare delle agevolazioni

Lisa De Simone 05/12/24

Il pellet al posto del gas per un riscaldamento meno costoso, con meno emissioni e con lo sconto fiscale. Per le caldaie e le stufe che utilizzano biomasse è ancora possibile presentare la richiesta per usufruire del Conto termico che garantisce un rimborso fino al 65% per chi sostituisce un vecchio impianto. In questo caso si può anche arrivare ad ottenere un rimborso completo della spesa grazie ai contributi regionali per la rottamazione delle vecchie stufe.

Se invece si sta pensando all’acquisto di una stufa da abbinare all’impianto che si possiede si può usufruire dell’Ecobonus o del Bonus Casa al 50%. Dal 2025 la detrazione con questa aliquota varrà solo sull’abitazione principale e scenderà al 36% per le secondo case. Ecco tutto quello che c’è da sapere per approfittare delle agevolazioni.

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Indice

Biomasse tra le fonti di energia rinnovabile

Legna e pellet tecnicamente rientrano tra le fonti di energia rinnovabile e per questo a livello europeo sono previsti incentivi anche per l’uso degli impianti alimentati con le biomasse legnose a servizio delle imprese produttive. La direttiva FER II entrata in vigore ad agosto, ad esempio, offre contributi a fondo perduto del 40% per gli impianti a biomassa in cui l’energia termica prodotta è prioritariamente autoconsumata in sito a servizio dei processi aziendali, oppure immessa in un sistema di teleriscaldamento efficiente.

Per i privati che scelgono legna o pellet per riscaldarsi, invece, c’è la possibilità avere in alternativa i contributi del Conto termico che copre fino al 65% delle spese, oppure le detrazioni fiscali.

Conto termico per chi rinnova gli impianti

Il Conto termico gestito dal GSE assicura un rimborso immediato della spesa fino al 65% per i nuovi impianti, caldaie e stufe, installati in sostituzione di vecchi generatori di calore a biomassa, a carbone, a olio combustibile o a gasolio.

Per ottenere l’agevolazione è richiesto un rendimento termico utile non inferiore a 87% e emissioni certificate inferiori ai livelli indicati. Inoltre quando si tratta di caldaie è obbligatoria l’installazione di un sistema di accumulo termico tale da garantire un’adeguata funzione di compensazione di carico.  Il pellet utilizzato deve essere certificato da un organismo di certificazione accreditato e nel caso delle caldaie potrà essere utilizzato solo pellet appartenente alla classe di qualità per cui il generatore è stato certificato, oppure appartenente a classi di miglior qualità rispetto a questa.

Ammessa anche la legna sempre a patto che la qualità sia a sua volta certificata. Inoltre è richiesta, per tutti gli impianti a biomassa che accedono agli incentivi, almeno una manutenzione biennale obbligatoria per tutta la durata dell’incentivo, svolta da parte di soggetti che presentino i requisiti professionali previsti, e occorre conservare, per tutta la durata dell’incentivo stesso, gli originali dei certificati di manutenzione.

Le procedure e i Bonus aggiuntivi

La richiesta di incentivo va presentata direttamente sul sito del GSE dopo aver effettuato la registrazione. Procedura semplificata per chi sceglie uno dei generatori a biomassa inclusi nel Catalogo degli apparecchi domestici presente sulle stesse pagine del GS.

In questo caso, infatti, i dati tecnici sono inseriti automaticamente dal Portale sulla base dell’apparecchio selezionato, non occorre inviare la documentazione rilasciata dal produttore relativa alla certificazione di conformità del prodotto poiché già in possesso del GSE. Non è neppure richiesta l’asseverazione di fine lavori in quanto è sostituita dall’autodichiarazione inclusa nel modulo di domanda. Per poter ottenere l’incentivo occorre la fattura e il pagamento deve avvenire in modo tracciabile. Il contributo è erogato entro due mesi in un’unica soluzione quando è inferiore ai 5 mila euro.

Per chi usufruisce del Conto termico c’è la possibilità di ottenere, in aggiunta a questo, il contributo regionale per la rottamazione dei vecchi impianti. In questo modo sarà possibile ottenere il rimborso del 100% della spesa sostenuta

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Bonus del 50% anche per le nuove installazioni

Per chi invece pensa ad una stufa a legna o anche ad un caminetto per migliorare il confort domestico e ridurre l’uso del gas, c’è la possibilità di ottenere l’Ecobonus o il Bonus Casa al 50%. Entrambe le agevolazioni sono ammesse anche senza sostituzione dell’impianto di riscaldamento. Dal momento che la percentuale di detrazione è la stessa sicuramente conviene il Bonus Casa perché si può evitare tutta la trafila burocratica della domanda all’ENEA.

Per il Bonus Casa, infatti, è sufficiente il pagamento della spesa con il bonifico dedicato che riporta i riferimenti a questa detrazione. Sono comunque richieste caratteristiche ad hoc degli impianti che sono di fatto le stesse previste per l’Ecobonus in quanto è necessario poter dimostrare che l’impianto rientra tra quelli a risparmio energetico e con ridotte emissioni.

Per questo il rendimento termico utile deve essere maggiore dell’85% e le emissioni in atmosfera non superiori a quanto stabilito, in sostanza si deve trattare di apparecchi con una certificazione almeno a quattro stelle per quanto riguarda le emissioni. L’installazione della stufa, della caldaia o del caminetto deve essere effettuata da un tecnico qualificato, tenuto per legge a emettere regolare certificato di conformità (Dm 37/2008). È inoltre necessario farsi rilasciare la certificazione tecnica del produttore della stufa, che ne indichi le capacità termiche.

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