Il disegno di legge, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, sulla delega fiscale prevede l’introduzione dell’Iri , Imposta unica sul reddito imprenditoriale, al posto dell’attuale Ires (Imposta sui redditi delle società).
Con questo nuova imposta si intende separare la tassazione dell’impresa o dello studio professionale da quella dell’imprenditore o del professionista, introducendo un’unica imposta per le imprese a prescindere dalla loro forma sociale.
Nell’articolo 12 del testo approvato si stabilisce che la tassazione dei redditi prodotti dalle imprese commerciali e dai lavoratori autonomi venga assoggettata ad un’unica imposta.
Sono quindi deducibili dalla base imponibile di questa imposta delle somme prelevate dall’imprenditore, dal professionista o dai soci come remunerazione. Queste ultime concorreranno alla formazione del reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF personale del singolo imprenditore o professionista.
La disposizione intende incentivare i professionisti e gli imprenditori a reinvestire nello studio o nell’impresa gli utili derivanti dall’attività professionale o imprenditoriale, in modo da favorire la crescita.
Gli utili lasciati nella disponibilità dello studio potrebbero infatti essere tassati meno di quanto acadrebbe se fossero assorbiti nel patrimonio personale del professionista o ripartiti tra il professionista e i soci.
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