Efficienza energetica in edilizia: una strada fatta di sfide professionali e ostacoli

Il Centro Studi Cortexa, recentemente inaugurato, ha condotto un sondaggio intervistando oltre 500 progettisti. Ecco cosa è emerso circa il presente e il futuro dell’efficienza energetica in edilizia

Il Centro studi Cortexa presenta i risultati del più ampio sondaggio condotto in Italia sull’efficienza energetica in edilizia intervistando un panel di oltre 500 progettisti. I risultati ottenuti dal Centro Studi Cortexa, recentemente inaugurato, evidenziano un ottimo livello di conoscenza dei parametri di qualità di un intervento di efficientamento con Sistema a Cappotto e una forte richiesta di controllare meglio la qualità delle soluzioni impiegate e le competenze degli attori coinvolti.

Dal sondaggio emerge che la qualità degli interventi di riqualificazione energetica per la parte di isolamento con Sistema a Cappotto è compromessa dalla consegna in cantiere di prodotti “assemblati”, quindi non Sistemi a Cappotto forniti in kit da un unico produttore, bensì materiali di diversa provenienza messi insieme in cantiere e privi di certificati ETA e marcatura CE; dall’inesperienza e poca preparazione degli applicatori di Sistemi a Cappotto e, infine, dalla complessità normativa dei bonus casa e dai continui cambiamenti da recepire e gestire.

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Cortexa, impegnata dal 2007 nella promozione di una cultura del costruire sostenibile e del Sistema a Cappotto di qualità, ha voluto analizzare, mediante un sondaggio sottoposto a oltre 500 progettisti, qual è la loro percezione del mercato dell’efficienza energetica, anche in seguito a misure importanti come il Superbonus 110% da un lato e la direttiva europea sulle case green (EPBD) dall’altro, quali sono le sfide della professione in questo ambito e quali gli ostacoli ad un’adozione su larga scala di misure per l’efficienza energetica in edilizia.

L’analisi si rivela particolarmente importante in virtù delle sfide che il nostro Paese deve affrontare: un patrimonio edilizio composto per il 78% da edifici risalenti all’epoca in cui non venivano adottate vere misure di risparmio energetico, ossia prima della Legge 373 del 1976; una forte dipendenza energetica da approvvigionamenti esteri; un inquinamento da PM 2,5 che la vede occupare la sesta posizione nella classifica delle nazioni più inquinate d’Europa e, infine, una posizione preoccupante nella classifica delle nazioni europee più colpite dal fenomeno della povertà energetica, con tutte le conseguenze che questa problematica causa a livello di salute dei cittadini e spese sanitarie per lo Stato. Vediamo nel dettaglio quali sono stati i risultati del sondaggio.

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Professione intervistati e tipologia di interventi

Il sondaggio ha voluto inoltre verificare il livello di apprezzamento da parte dei progettisti verso il Sistema a Cappotto, che si conferma, secondo i dati ENEA, la misura in assoluto più efficace tra quelle che i vari incentivi statali hanno finanziato in ambito di efficienza energetica in edilizia.

Il panel intervistato di progettisti, tra cui 38% ingegneri e 31% architetti, ha esperienza in interventi con Sistema a Cappotto:

  • il 24% ha realizzato da 1 a 3 interventi,
  • il 28% da 4 a 9,
  • solo il 7% non ne ha mai realizzati.

I principali interventi realizzati in ambito di efficienza energetica riguardano la riqualificazione di edifici residenziali esistenti:

  • il 77% degli intervistati si è occupato di riqualificazione di abitazioni indipendenti e ville,
  • il 53% di riqualificazione di condomini.

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Le conoscenze relative al Sistema a Cappotto

Il 93% degli intervistati conosce ed utilizza il Manuale Cortexa per l’applicazione del Sistema a Cappotto, che dal 2007 rappresenta il principale riferimento per i progettisti italiani su questo tema. Rispettivamente il 44 e il 31% degli intervistati conosce inoltre le norme UNI 11715 e UNI 11716 per la progettazione e posa del sistema a Cappotto e per la certificazione delle competenze del posatore di Sistema a Cappotto. Possiamo quindi affermare che da parte dei progettisti vi è una buona conoscenza dei riferimenti normativi e delle buone pratiche.

I progettisti sanno quanto sia importante applicare Sistemi a Cappotto di qualità, che non li facciano incorrere in problematiche né in fase di progettazione ed esecuzione né in fase di utilizzo dell’immobile. Per tale motivo il 74% ritiene indispensabile impiegare Sistemi a Cappotto certificati ETA e il 71% ritiene indispensabile che il Sistema a Cappotto sia dotato di marcatura CE. Il 43% dei progettisti è a conoscenza dell’esistenza della certificazione delle competenze del posatore secondo la norma UNI 11716, quale ulteriore criterio di controllo della qualità dell’intervento nella sua fase di posa in opera.

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I bonus casa e il futuro dell’efficienza energetica in edilizia

Per il 30% dei progettisti intervistati la richiesta di prestazioni professionali per la progettazione del Sistema a Cappotto è molto aumentata dall’entrata in vigore del Superbonus 110%. Secondo il 38% degli intervistati, a fronte della riduzione dell’aliquota del Superbonus, il mercato del Sistema a Cappotto, quindi quello delle riqualificazioni energetiche, decrescerà fortemente.

L’87% degli intervistati ritiene che senza incentivi fiscali o a fronte di una riduzione delle aliquote non sarà possibile riqualificare rapidamente il patrimonio immobiliare italiano. Stabilità di leggi e norme, verifica delle competenze di imprese e progettisti sono la base del costruire di qualità. Per l’84% degli intervistati il lavoro di progettazione è diventato più complesso a causa dei continui cambiamenti normativi e di incognite che hanno scosso il mercato, quale quella della cessione del credito.

Per il 54% degli intervistati il lavoro è diventato più complesso anche per l’avvento di numerose imprese edili non qualificate in ambito riqualificazione energetica, che hanno indebolito la fiducia dei committenti. La qualità degli interventi è inficiata, inoltre, dalla mancanza di progetti dettagliati per interventi con Sistemi a Cappotto: il 41% degli intervistati dichiara che, quando agisce come Direttore Lavori, raramente riceve un progetto dettagliato per il Sistema a Cappotto. Questo costringe l’impresa esecutrice a trovare soluzioni in cantiere, esponendo il progetto al rischio di gravi errori.

Nel caso di interventi con Sistemi a Cappotto, le principali difficoltà sono:

  1. l’assenza di imprese e applicatori specializzati (60%);
  2. la difficoltà a reperire Sistemi a Cappotto certificati ETA, dotati di marcatura CE e forniti come kit da un unico produttore (46%).

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Fattori decisionali di progettisti e privati

Secondo i progettisti, i committenti sono interessati al Sistema a Cappotto principalmente per ridurre i consumi energetici e raggiungere i requisiti di consumo previsti dalla legge (70%). Per i progettisti, questa soluzione avrebbe ancora maggior diffusione se vi fossero degli elenchi di imprese qualificate alle quali rivolgersi per effettuare la posa a regola d’arte (53%).

Durata, manutenzione e alternative al Sistema a Cappotto

Il 76% dei progettisti sa che il Sistema a Cappotto è una soluzione durevole e che gli edifici con Cappotto non richiedono più manutenzione di quelli che ne sono privi, purché l’intervento sia stato realizzato a regola d’arte.

Nonostante, soprattutto in epoca di Superbonus, siano emerse moltissime proposte per l’isolamento degli edifici, i progettisti ritengono che nessuna sia una reale alternativa al Cappotto per l’efficientamento dell’involucro (75%).

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Conclusioni

“Dal nostro sondaggio emerge come i progettisti richiedano un quadro di riferimenti chiaro per stabilire la qualità del Sistema a Cappotto e degli interventi di efficienza energetica: come Cortexa chiede sin dal 2007, certificato ETA e marcatura CE dovrebbero essere resi obbligatori in Italia, a garanzia della qualità dei Sistemi che si vanno ad applicare o, per lo meno, non si dovrebbero incentivare sistemi che non presentano questi requisiti di qualità.” afferma Stefano Deri, Presidente di Cortexa.

“Un altro aspetto che consentirebbe di non incorrere in un incontrollato accesso agli incentivi per cantieri mal progettati ed eseguiti sarebbe l’introduzione della certificazione delle competenze degli applicatori secondo la norma UNI 11716 come elemento premiante, se non addirittura obbligatorio, per accedere ai benefici. Questo consentirebbe di creare un elenco di imprese esperte sufficientemente ampio per coprire le esigenze di tutti i progetti, mentre oggi gli applicatori che si sono certificati in maniera volontaria sono molto pochi. Dal punto di vista della progettazione e posa in opera i riferimenti sono il Manuale Cortexa e la norma UNI/TR 11715, la cui applicazione è volontaria. Sarebbe necessario prevedere un legame tra il riconoscimento dell’incentivo e il rispetto di tale norma per non sprecare soldi pubblici in opere dalla dubbia qualità. Infine, sottolineiamo come gli operatori ritengano che senza incentivi non saremo mai in grado di riqualificare il patrimonio immobiliare italiano in tempi ragionevoli, tantomeno potremo adempiere alle richieste dell’Europa. È necessario quindi ripensare il sistema a supporto degli interventi in modo da evitare sprechi, speculazioni, cattiva qualità dei materiali, dei progetti e delle opere e un aggravio insostenibile per i conti pubblici.” conclude Deri.

Comunicato a cura di Cortexa, si ringrazia Origgi Consulting Srl

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Foto:iStock.com/JacquesPALUT

Redazione Tecnica

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