Il regolamento delle Stp (Società tra professionisti), che ha ricevuto il via libera dai ministeri della Giustizia e dello Sviluppo economico ma è ancora al vaglio della Corte dei Conti, e quindi deve ancora essere pubblicata sull Gazzetta Ufficiale, piace ad alcuni e fa arrabbiare altri. Si apre così una sorta di tenzone di opinioni a distanza tra gli interlocutori. In campo ci sono in particola il CNAPPC Consiglio Nazionale degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori, e l’Oice, Associazione delle società di ingegneria e architettura.
Freyrie, Presidente del CNAPPC, si è dimostrato entusiata per il regolamento delle Stp (Società tra professionisti) e ha dichiarato che con le Stp si avranno vantaggi fiscali e sarà più facile fare network. Luigi Iperti dell’Oice (Associazione delle società di ingegneria e architettura) la ritiene invece una scelta corporativa che va contro il mercato, una legge per fare in modo che gli Ordini controllino anche le Società, oltre che i singoli iscritti.
L’Associazione delle società di ingegneria e architettura e gli Architetti hanno dunque opinioni discordanti e si confrontano. Vediamo più nel dettaglio.
Ci va giù duro il vice presidente vicario dell’Oice, Luigi Iperti, in un’intervista su Edilizia e Territorio: “Le Società tra professionisti sono un arretramento. L’Italia è in un momento storico nel quale tutti dicono che serve andare all’estero. Una legge così non si capisce a cosa serva”. Le regole sulle Società tra professionisti definite nel regolamento (previsto dalla legge n. 183/2011) firmato dai ministeri della Giustizia e dello Sviluppo economico e ora al vaglio della Corte dei Conti non sono dunque condivisibili secondo Iperti.
“Ci sembra una legge vecchia, dirigista, che va contro il mercato. C’è un tentativo un po’ corporativo da parte degli ordini di controllare anche le società tra professionisti oltre che i singoli iscritti all’albo”, afferma nell’intervista Iperti.
La limitazione di capitale è uno dei temi più scottanti: “Noi abbiamo bisogno di andare all’estero, di creare società più robuste e mettiamo limitazioni di capitale? Avere un azionista che ci metta i soldi, in questa fase, fa comodo”.
La legge fa comunque salvi i modelli delle società di ingegneria. “Queste società non ci riguardano, noi siamo disciplinati dal Codice dei contratti pubblici e dal relativo regolamento”, precisa Iperti.
Leopoldo Freyrie dice invece: “Ci sarà un vantaggio fiscale non trascurabile per gli studi minimamente strutturati” e “si potrà dare una forma stabile a quelle partnership informali con cui già oggi operano la maggior parte dei professionisti italiani. Penso ai rapporti professionali che già ora esistono tra ingegneri, architetti, geologi e via dicendo. Potranno formalizzare i legami riducendo i costi e aumentando le occasioni di lavoro”.
Con le società tra professionisti, sottolinea Freyrie, “si potrà aprire un’altra frontiera fino a oggi preclusa alle realtà professionali con cui creare network professionali attivi in più territori e discipline, efficienti e flessibili”.
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