Prima di approfondire la tematica dello smorzamento viscoso equivalente, è importante soffermarsi sulla metodologia che interessa l’analisi dinamica non lineare.
Questa è, fra tutte, l’analisi numerica più avanzata/accurata ed è quella che permette di simulare al meglio gli effetti reali dell’azione sismica su una struttura, inclusa la componente verticale; per tale motivo è la metodologia di analisi di riferimento. La definizione dello smorzamento viscoso equivalente, rappresenta un passaggio necessario in tale analisi.
Nello specifico per procedere con un’analisi dinamica non lineare, una volta definito il modello tridimensionale della struttura da analizzare, è necessario percorrere le seguenti fasi:
- definizione delle masse sismiche, che può avvenire, a seconda del software di calcolo utilizzato, mediante assegnazione di masse concentrate ai nodi oppure definendo delle masse per unità di lunghezza sugli elementi strutturali;
- individuazione dei legami costitutivi ciclici non lineari dei materiali, nel caso di modellazione a fibre, considerando i valori medi delle proprietà dei materiali;
- definizione dello smorzamento viscoso equivalente della struttura;
- selezione dell’input sismico (storie temporali) da assegnare alla base della struttura. In particolare, il modello dovrà essere sollecitato contemporaneamente da due componenti orizzontali dell’azione sismica ed eventualmente da una componente verticale;
- svolgimento delle verifiche di sicurezza degli elementi, in termini sia di resistenza a taglio, che di capacità di rotazione alla corda, e delle verifiche in termini di spostamenti strutturali. In particolare, se verranno impiegati 7 gruppi di accelerogrammi, sarà necessario utilizzare i valori medi degli effetti più sfavorevoli, mentre nel caso di 3 gruppi di storie temporali si dovranno considerare gli effetti più sfavorevoli.
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Definizione dello smorzamento viscoso equivalente
L’energia sismica che viene assorbita da una struttura durante un evento sismico può essere dissipata in diversi modi.
Una prima tipologia di smorzamento è lo smorzamento isteretico, il quale viene implicitamente considerato nella modellazione della risposta anelastica dei materiali che caratterizzano gli elementi strutturali (v. legami isteretici del calcestruzzo e dell’acciaio) quando si effettua un’analisi non lineare (sia essa a fibre o a plasticità concentrata).
Vi è, tuttavia, una quantità relativamente piccola di smorzamento non-isteretico, che viene ugualmente mobilitata durante la risposta dinamica delle strutture attraverso fenomeni come:
- l’attrito tra gli elementi strutturali e non-strutturali;
- l’attrito nelle fessure del calcestruzzo;
- l’energia di radiazione attraverso la fondazione, ecc., che potrebbe non essere stata modellata e che, quindi, dovrebbe essere quantificata.
In passato, queste modeste fonti di dissipazione di energia venivano considerate attraverso l’impiego dello smorzamento di Rayleigh (lo smorzamento si ottiene moltiplicando la matrice di smorzamento per il vettore velocità (CŮ), dove la matrice C risulta definita, seguendo il metodo di Rayleigh, come: C = αK + βM), proporzionale sia alla massa che alla rigidezza (v. Clough and Penzien, 1993 oppure Chopra, 1995), con valori di smorzamento viscoso equivalente ξ nel range tra l’1% e l’8%, a seconda della tipologia strutturale e di altri parametri.
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Smorzamento viscoso equivalente e fonti di dissipazione: si o no?
Ad ogni modo, esiste un certo disaccordo nella comunità scientifica/ingegneristica a proposito dell’utilizzo dello smorzamento viscoso equivalente per rappresentare le fonti di dissipazione energetica che non sono esplicitamente incluse nel modello numerico (vedi ad es. Correia et al., 2013).
Alcuni autori, infatti, suggeriscono fortemente di evitare del tutto l’impiego di tali modelli equivalenti, mentre altri consigliano il suo impiego, ma non tramite lo smorzamento di Rayleigh, bensì attraverso l’utilizzo dello smorzamento proporzionale alla sola rigidezza.
L’approccio di modellazione dello smorzamento viscoso equivalente proporzionale alla rigidezza può essere ulteriormente suddiviso in “proporzionale alla rigidezza iniziale” e “proporzionale alla rigidezza tangente”; Priestley and Grant (2005), ad esempio, suggeriscono l’impiego della seconda opzione, mentre Hall (2006) propone una variazione della prima in cui lo smorzamento proporzionale alla rigidezza iniziale non può superare un determinato valore massimo.
Tuttavia, anche se si riuscisse ad includere tutte le fonti di dissipazione energetica all’interno di un dato modello agli elementi finiti (e questa sarebbe sicuramente sempre l’opzione migliore), vale a dire modellando esplicitamente le tamponature, i sistemi dissipativi, l’interazione suolo-struttura (SSI), ecc., l’introduzione di una piccola quantità di smorzamento viscoso equivalente potrebbe rivelarsi comunque utile ai fini della stabilità numerica di analisi dinamiche fortemente inelastiche, dato che la matrice di smorzamento viscoso avrebbe un effetto “stabilizzante” nel sistema di equazioni dinamiche. Come tale, il suo uso è generalmente raccomandato, anche se con valori bassi.
Nelle seguenti figure (Figg.1-2) si riporta un confronto (tratto da Priestley and Grant, 2005), in termini di spostamento nel tempo, tra i risultati ottenuti durante una prova sperimentale e quelli di due differenti simulazioni numeriche, rispettivamente considerando uno smorzamento viscoso equivalente proporzionale alla rigidezza iniziale e alla rigidezza tangente.
Il testo è tratto dal volume di Rui Pinho – Federica Bianchi – Roberto Nascimbene Valutazione sismica e tecniche di intervento per edifici esistenti in c.a.
Articolo originariamente pubblicato su Ingegneri.cc.
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Valutazione sismica e tecniche di intervento per edifici esistenti in c.a.
La seconda edizione di questo volume, rivisitata integralmente e arricchita con nuovi esempi pratici, fornisce agli ingegneri strutturisti e a tutti quei professionisti che, in generale, operano nell’ambito della valutazione sismica degli edifici esistenti in cemento armato, gli strumenti necessari per effettuare in modo ancora più consapevole le opportune verifiche di sicurezza sismica secondo la normativa vigente. A tal proposito sono discusse le più appropriate strategie di modellazione/analisi strutturale in ambito non lineare sia statico (pushover) che dinamico (time-history). Vengono inoltre trattate le più diffuse tecniche di intervento per la riabilitazione delle strutture esistenti in cemento armato gettate in opera e prefabbricate, ricorrendo anche ad esempi di modellazione numerica di alcuni interventi di adeguamento/miglioramento sismico. Nel testo si fa riferimento alla versione aggiornata delle Norme Tecniche per le Costruzioni – ossia le NTC 2018 – e alla relativa circolare esplicativa (Circolare 21 gennaio 2019 n. 7). Rui Pinho Ingegnere, professore ordinario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia, socio fondatore delle società Seismosoft e Mosayk, è autore di innumerevoli pubblicazioni scientifiche sul tema della valutazione del rischio sismico di strutture esistenti. Federica Bianchi Ingegnere, socio fondatore e CEO di Mosayk srl, svolge la libera professione con particolare attenzione alla valutazione della vulnerabilità sismica di edifici in cemento armato. Roberto Nascimbene Ingegnere, professore associato presso lo IUSS Pavia, socio fondatore di Mosayk srl, ha approfondito particolarmente le tematiche della modellazione numerica avanzata nel campo dell’ingegneria civile.
Rui Pinho, Federica Bianchi, Roberto Nascimbene | 2022 Maggioli Editore
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