Sta prendendo una piega inaspettata (e negativa per i progettisti) la questione dei parametri per il calcolo delle tariffe dei servizi di ingegneria e architettura da prendere come base d’asta nelle gare di progettazione (leggi anche Servizi di ingegneria e architettura. Gli appalti senza le tariffe).
Infatti, nella bozza del decreto, preparato dal Ministero della giustizia, che dovrà regolamentare il calcolo degli onorari professionali e che è attualmente all’esame del Consiglio di Stato, è stato cancellato il rimborso per le spese sostenute dai professionisti nell’ambito dell’espletamento dei servizi di ingegneria e architettura, che precedentemente erano a pié di lista e rimborsati fino a un massimo del 60% del valore dell’onorario.
Stante così le cose, l’importo finale del compenso per i professionisti tecnici sui servizi di ingegneria e architettura sarebbe inferiore sia alle tariffe calcolate sulla base del d.m. 4 aprile 2001, sia sulla base della l. 143/1949, aggiornate l’ultima volta nel 1987.
A dimostrarlo sarebbero delle simulazioni effettuate dal Consiglio nazionale degli Architetti e pubblicate sul sito ediliziaeterritorio del Sole 24 Ore.
I parametri per il calcolo dei compensi professionali
La bozza del decreto prevede come valore da porre a base d’asta per la determinazione del compenso professionale (CP) il prodotto di diversi parametri: il valore dell’opera da progettare (V), complessità e categoria dell’opera (G), la somma delle prestazioni da eseguire (Q) e di un fattore (P) relativo al costo finale dell’intervento, secondo una serie di tabelle allegate al decreto.
CP = V x G x Q x P
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