Salvagente per chi non trova il cessionario: detrazioni Superbonus in 10 anni

Per evitare la perdita del vantaggio fiscale del Superbonus, anche quando non c’è sufficiente capienza nell’imposta per poter usufruire direttamente della detrazione, arriva la possibilità di spalmare la detrazione in 10 anni

Lisa De Simone 29/03/23
Più tempo per cedere i crediti per le spese del 2022 grazie alla remissione in bonis, ma solo se ci si rivolge agli intermediari finanziari.

Per chi non riesce a concludere i contratti, però, non tutto è perduto. Arriva infatti la possibilità di spalmare la detrazione in 10 anni.

Queste le novità sul fronte strettamente fiscale contenute negli emendamenti approvati in Commissione al decreto blocca cessioni, convertito in legge.

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Comunicazione di cessione alle Entrate fino al 30 novembre

Sul fronte della cessione dei crediti arriva dunque la formalizzazione della possibilità di utilizzare la remissione remissione in bonis per presentare la comunicazione di cessione del credito. In pratica posto che è confermata la data ordinaria del 31 marzo, si potrà inviare la comunicazione all’Agenzia delle entrate in ritardo senza perdere il diritto all’esercizio dell’opzione.

La scadenza in questo caso è quella del 30 novembre, data ultima di presentazione della dichiarazione dei redditi riferita al 2022. Prima della comunicazione dovrà essere effettuato il versamento di 250 euro a titolo di sanzione. Nell’emendamento approvato è stato precisato però che questa possibilità è ammessa solo quando la cessione è effettuata nei confronti di intermediari finanziari, banche, Poste spa e società di assicurazione. Non c’è invece alcuna possibilità di far slittare i tempi rivolgendosi ad un cessionario diverso. In questo caso resta confermata la necessità di avere un contratto stipulato entro il 31 marzo.

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Al via lo sblocco dei crediti incagliati

Con la formulazione scelta in sostanza si punta a risolvere innanzitutto il problema dei crediti rimasti in sospeso in attesa di una risposta da parte degli istituti ai quali erano già state presentate le pratiche, oltre che di permettere nuove cessioni.

Gli intermediari aspettavano, infatti, chiarimenti dal governo sul tema della responsabilità solidale del cessionario in caso di frodi. Chiarimenti che sono arrivati con misure che allentano le maglie a fronte di una specifica lista di documenti da presentare all’intermediario per metterlo al riparo da responsabilità. Di qui la decisione degli istituti di riaprire a nuove operazioni.

Leggi anche: Ok remissione in bonis. Comunicazione cessioni crediti 2022 fino al 30 novembre

Salvagente per chi non trova il cessionario

E per chi non dovesse farcela a trovare un cessionario anche con i tempi più lunghi ora previsti? Niente panico: per queste situazioni arriva un vero e proprio salvagente.

Sarà possibile evitare la perdita del vantaggio fiscale del Superbonus anche quando non c’è sufficiente capienza nell’imposta per poter usufruire direttamente della detrazione. Questa infatti prevista per le spese del 2022 ha la durata di 4 anni, con maxi rate che non facilmente possono essere recuperate, col rischio di non poter rientrare del tutto dei soldi spesi.

Grazie all’emendamento arriva la possibilità di spalmare la detrazione in 10 anni, quindi con rate più facilmente gestibili. Per poter esercitare l’opzione bisognerà però attendere la dichiarazione dei redditi riferita a quest’anno, ossia quella da presentare nel 2024.

Il testo approvato stabilisce infatti che per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 relative agli interventi di Superbonus, la detrazione può essere ripartita, su opzione del contribuente, in 10 quote annuali di pari importo a partire dal periodo d’imposta 2023. L’opzione, irrevocabile, è esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2023, e può essere esercitata a condizione che la rata di detrazione relativa al periodo d’imposta 2022 non sia indicata nella relativa dichiarazione dei redditi.

In sostanza si salta un anno, ma la detrazione non si perde anche se si hanno poche imposte da pagare.

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Bonus Casa e Superbonus: come cambiano dopo la conversione in Legge del Decreto Blocca Cessioni

Con la conversione in legge del decreto legge 11/2023 (Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77), il quadro normativo e procedurale per i bonus casa e il superbonus si stabilizza con diverse importanti novità, relative sia ai lavori in corso che quelli in partenza.

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Foto:iStock.com/sesame

Lisa De Simone

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