Intarsi e connessioni tra geopolitica e principi di economia energetica applicata: non si tratta di un incrocio pericoloso tra due materie di studio bensì di un potenziale pericolo che potrebbe sprigionarsi dalla difficile situazione che si sta concretizzando in Ucraina: un’emergenza che tuttavia potrebbe fungere da drastico allarme (e salutare stimolo) per una riflessione sulle politiche energetiche attuali (anche per il nostro paese).
“Quanto sta accadendo con la crisi ucraina invita i paesi ad una riflessione sulle politiche energetiche . Entro il 2050, l’80% dell’approvvigionamento energetico mondiale potrebbe essere soddisfatto da fonti rinnovabili”. Sono appunto queste le riflessioni scaturite dalle dichiarazioni di Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, in merito ai gravi disordini che stanno avvenendo nei territori della Crimea e conseguenti accadimenti che potrebbero affiorare in materia di fornitura di energia. Disordini che devono fare riflettere in maniera seria su una strategia maggiormente polarizzata sull’utilizzo di fonti rinnovabili.
L’obiettivo dell’indipendenza energetica
Quanto sta accadendo in Ucraina – spiega Graziano – invita i paesi europei ad una profonda riflessione sulla necessità di un’indipendenza energetica. Il rapporto sulle energie rinnovabili e sui cambiamenti climatici prodotto, su mandato dell’ONU, dagli scienziati dell’IPCC (Intergovernmental Panel of Climate Change) segnala appunto che gran parte dell’approvvigionamento energetico mondiale potrebbe essere soddisfatto entro il 2050 da fonti rinnovabili, a condizione che esse vengano sostenute da politiche pubbliche corrette”.
“La crescita delle rinnovabili potrebbe portare ad un risparmio cumulativo di gas serra – ha proseguito il rappresentante della categoria dei Geologi in Italia – pari al taglio di una quota compresa tra 220 e 560 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, con un miglioramento evidente della qualità dell’aria e dei nostri polmoni”.
“L’Italia, come già stanno facendo altre nazioni d’Europa, è in grado di programmare questo sviluppo, individuando gli interventi indispensabili per costruire uno scenario energetico ben strutturato, puntando sull’autoproduzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, sul risparmio nei consumi, su una gestione innovativa, su tutte quelle azioni cioè che consentono, di ridurre la spesa energetica, e soprattutto la dipendenza dall’estero”. Insomma secondo Graziano l’Italia può percorrere la strada della indipendenza energetica.
Leggi in proposito l’articolo Energie rinnovabili, l’Unione Europea rinnova le regole in materia.
La necessità di una politica energetica “green”
Nuove misure in chiave ambientale senza aumentare la pressione fiscale né il debito pubblico: questa la richiesta posta dai Geologi al Governo italiano: solo attraverso una politica energetica decisa ed orientata sulle rinnovabili (con particolare attenzione alle pompe di calore geotermico) sarà possibile effettuare uno “step” fondamentale nella direzione auspicata.
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