Legambiente, all’evento K.EY 2024 (più di 800 espositori e una stima di 30mila visitatori), ha presentato due report evidenziando il ritardo dell’Italia nell’adozione delle energie rinnovabili. Nonostante il grande numero di progetti in attesa di valutazione, solamente una frazione di questi è stata realizzata, evidenziando un forte contrasto con il potenziale stimato.
In particolare, si segnalano 63 casi emblematici di ostacoli al progresso delle rinnovabili, dovuti principalmente a una normativa obsoleta e a lungaggini burocratiche, specialmente da parte delle regioni e di alcuni ministeri.
Il report Scacco Matto alle rinnovabili 2024 raccoglie i dati al 2023 e l’aggiornamento della mappa dei casi simbolo dei blocchi agli impianti e il report Le Comunità energetiche rinnovabili in Italia fa il punto sulla diffusione delle CER nel nostro Paese. Quest’ultimo è stato realizzato in collaborazione con il GSE e presentato nell’ambito della campagna “BeCome – dai borghi alle comunità energetiche”, creata da Legambiente in collaborazione con Kyoto Club e AzzeroCO2.
Riassunto dei due report: crescita troppo lenta delle fonti pulite, delle CER e troppi progetti in lista d’attesa.
Nonostante queste sfide, vi sono però segnali positivi, come l’accelerazione nella gestione delle pratiche da parte del Ministero dell’Ambiente e processi autorizzativi più snelli in alcune regioni, come la Campania. Legambiente sottolinea l’importanza di aggiornare la normativa, semplificare le procedure autorizzative e potenziare gli uffici regionali per le autorizzazioni, promuovendo la collaborazione tra vari enti governativi e il territorio.
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Indice
CER: ci sono i decreti ma occorre uno sprint
I dati del 2023 rivelano una lenta crescita nell’installazione di nuovi impianti rinnovabili, con una potenza installata che non soddisfa gli obiettivi climatici per il 2030. Inoltre, la maggior parte degli impianti realizzati non raggiunge le dimensioni necessarie per un impatto significativo sulla decarbonizzazione. La situazione delle comunità energetiche rinnovabili (CER) è leggermente più positiva, grazie ai recenti decreti che ne regolamentano l’attuazione, ma ancora lontana dal potenziale stimato.
Ad oggi solo 154 le forme di energia condivisa realizzate in Italia, tra comunità energetiche rinnovabili e configurazioni di autoconsumo collettivo. Sulle 67 realizzate a fine 2023 Piemonte, Veneto e Trentino-Alto Adige sono le regioni con il più alto numero di configurazioni. Numeri importanti, considerando i ritardi burocratici e normativi, ma che avrebbero potuto essere molto più alti, ossia almeno 400 stando alle stime dell’associazione ambientalista realizzate grazie al contributo di diverse realtà – AESS, Caritas, Become, il programma NextAppenino, AzzeroCO2, ènostra, Legacoop, Enel X, il Comune di Roma, La Sapienza, Regalgrid, Fondazione con il Sud, Banco dell’Energia.
Legambiente denuncia la presenza di numerosi progetti in lista d’attesa a causa di procedure autorizzative lente e conflitti burocratici. La mappatura dei casi simbolo di ostacoli alle rinnovabili evidenzia resistenze locali e moratorie, nonché ritardi da parte delle autorità competenti. Nel contesto delle CER, nonostante i progressi normativi, il numero di iniziative realizzate rimane inferiore alle aspettative.
Rinnovabili: i progetti avviati
Nel report Scacco Matto alle rinnovabili 2024 viene riportato che al 17 gennaio 2024 sono almeno 1.376 i progetti a fonti rinnovabili avviati alla valutazione nelle diverse fasi di procedura. Numeri importanti in relazione alle occasioni di sviluppo di questi impianti e al raggiungimento degli obiettivi climatici al 2030 e che registrano un certo ritardo accumulato dall’Italia, stando ai dati disponibili sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, a partire dal 2015, ma che ha visto una forte accelerazione, anche a causa dell’alto numero di progetti, dal 2021.
Dei 1.376 progetti in valutazione, 3 i numeri che saltano all’occhio: i 991 progetti che attendono l’istruttoria tecnica da parte del Comitato tecnico PNRR-PNIEC, con 99 progetti risalenti al 2021, 427 al 2022 e 465 al 2023.
Certamente molti di questi, come è solito accadere hanno mandato o devono mandare integrazioni necessarie, hanno effettuato una seconda ripubblicazione, ma il grande numero di progetti in attesa dell’istruttoria è sì sintomo di un grande fermento ma di lungaggini che mettono in evidenza criticità che necessitano di risoluzione.
Gli ostacoli da superare e le proposte
Per Legambiente i principali ostacoli che rallentano le rinnovabili in Italia sono una normativa troppo vecchia – le linee guida sono ferme dal 2010 – e le lungaggini autorizzative e i conteziosi portati avanti in Presidenza del Consiglio dal Ministero della cultura (MIC).
Per affrontare queste sfide, Legambiente chiede un’azione decisa per riformare la normativa, semplificare le procedure autorizzative e potenziare il personale degli uffici regionali. Evidenzia l’importanza di un approccio coordinato a livello nazionale per identificare aree adatte allo sviluppo di progetti rinnovabili e promuovere la partecipazione e il dialogo con i territori coinvolti.
Legambiente invita il Governo a risolvere rapidamente le criticità esistenti, sottolineando l’importanza delle CER per ridurre i costi energetici e promuovere l’innovazione, soprattutto nei piccoli comuni. Conclude con un appello per un maggiore impegno nella realizzazione di progetti a fonti pulite e nella semplificazione delle autorizzazioni, al fine di accelerare la decarbonizzazione e sostenere lo sviluppo sostenibile.
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