Un regolamento edilizio unico per tutti gli 8.000 Comuni italiani. È questa una delle misure shock per la semplificazione nel settore delle costruzioni contenuta nella bozza del decreto legge Sblocca Italia, che arriverà sul tavolo del Consiglio dei Ministri il prossimo 31 luglio.
L’introduzione di una sorta di regolamento edilizio tipo dovrebbe avvenire poi concretamente tramite un decreto realizzato dai Ministeri delle infrastrutture e per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Ogni Comune avrebbe la possibilità di conformare il testo base in funzione delle proprie specificità, ma l’impianto del regolamento rimarrebbe unico per tutto il Paese con un’evidente semplificazione nel lavoro dei professionisti.
Molti i contenuti che entreranno a fare parte del regolamento edilizio unico. Saranno infatti previste regole e tecniche per definire gli interventi in ambito edilizio e urbanistico: dalle caratteristiche e requisiti igienico-sanitari e di sicurezza ai criteri di accessibilità per l’abbattimento delle barriere architettoniche, oltreché la definizione degli elementi costitutivi o di corredo delle costruzioni.
Nella bozza del decreto Sblocca Italia si legge che tali disposizioni mirano a “semplificare i procedimenti in materia edilizia e di assicurare processi di sviluppo sostenibile, con particolare riguardo al recupero del patrimonio edilizio esistente e alla riduzione del consumo di suolo, al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”.
Nel regolamento edilizio unico, infatti, ci saranno anche le misure per gli incentivi relativi agli interventi di riqualificazione del costruito, le misure per il risparmio energetico e per l’installazione di impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili. Non mancheranno neppure la bioedilizia e la qualità architettonica nelle periferie e nei centri storici.
Il decreto ministeriale che conterrà il regolamento edilizio unico darò ai Comuni 180 giorni di tempo per adottarlo. In caso di ritardo, scatterà la facoltà da parte delle Regioni di intervenire entro i successivi 90 giorni.
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