Prova unica esame di stato 2022: tutte le risposte ai dubbi degli abilitanti

La prima sessione dell’esame di stato architetti è in arrivo. Quest’anno è prevista una prova unica esame di stato.

Essendo un caso eccezionale, la nuova prova unica esame di stato, porta con sè dubbi ai quali proviamo a rispondere con l’aiuto di Alberto Fabio Ceccarelli, co-autore con Paolo Villatico Campbell, dei volumi dedicati alla preparazione Esame di Stato Architetto, editi da Maggioli Editore.

Le domande sono state formulate dagli utenti che hanno assistito al webinar di approfondimento sul tema, tenuto da Alberto Fabio Ceccarelli nel 2020. La prima parte delle domande interessa l’esame, mentre la seconda parte è dedicata alla preparazione.

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Prima Parte – L’esame

Come è strutturata la prova unica?

Attendiamo maggiori specifiche dalle 23 università di architettura e 44 di ingegneria. Potenzialmente ogni sede, attraverso le proprie commissioni, potrebbe introdurre specificità diverse.

Data la vostra precisazione (riguardo “la linea internet in generale in Italia [..] piuttosto sotto stress anche in zone urbane”) come si concilia con l’osservazione dell’architetto riguardo alla necessità di avere a nostro carico la qualità della connessione per lo svolgimento dell’orale in via telematica nei termini in cui è stata posta: qualità della rete equiparata alla qualità di un elaborato grafico, con iperbole della ricetta medica? Ci sarà la possibilità di ristabilire la connessione e rieffettuare l’orale?

Questo problema è stato sollevato non da me ma dal Politecnico di Torino, in una sua comunicazione ufficiale, e ribadito del decreto rettorale de La Sapienza di Roma di cui riporto uno stralcio:

  • “in caso di perdita di connessione o di interruzioni ripetute, la Commissione valuterà e si esprimerà in merito alla validità della prova”.

Oggettivamente probabilmente il senso di ciò è che bisogna effettuare l’esame da una postazione con una linea internet ad alta velocità; se si è a conoscenza, vivendo in una zona rurale che il segnale è scarso, è il candidato che deve primis di trovare una sede più adatta a ciò, ma che risponda anche ad altre specificità; sempre il decreto rettorale richiamato in precedenza riporta tra l’altro:

  • “il candidato predispone la postazione di esame dotandosi di un dispositivo munito di telecamera, microfono, altoparlante (di seguito individuato come “PC”) e configurandola possibilmente come segue: il PC è posto su di un tavolo sul quale sono posizionati anche, esclusivamente, il documento di identità e altro materiale autorizzato dalla Commissione e necessario allo svolgimento della prova; per il rispetto della privacy del candidato, si suggerisce di posizionare il tavolo a circa 1,5 metri dalla parete e che il candidato sia seduto davanti al PC con le spalle rivolte alla stessa;
  • il candidato convocato attiva il microfono e la videocamera sul PC, mostra alla Commissione l’assenza di persone che possano suggerire e/o di dispositivi e materiali a disposizione non autorizzati. Sul PC, il candidato seleziona la modalità “Ingrandisci” della finestra di connessione alla videoconferenza e seleziona la modalità di condivisione di tutto lo schermo all’interno di Meet;
  • la Commissione procede con le domande e il candidato è tenuto a rispondere guardando la telecamera e mantenendo le mani nell’inquadratura. Nel caso in cui lo svolgimento dell’esame richieda l’utilizzo di ausili di scrittura o di altro tipo autorizzati dalla Commissione, la telecamera del PC dovrà riprendere nell’inquadratura il piano di lavoro e le mani del candidato.

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Ci sono altre informazioni per capire quanto tempo durerà la prova (per capire anche il tipo di interrogazione, se più discorsiva o con risposte puntuali)?

Ad Aversa, per l’orale della II sessione del 2019, in corso di svolgimento in questi giorni con analoghe modalità della prossima prova, le domande sono molto specifiche e richiedono risposte puntuali.

Ma per chi ha fatto già in anni passati l’abilitazione per l’esame da ing. junior B e ora si presenta per la sezione A? In condizioni normali sarebbe stato esonerato dalla seconda prova scritta, ma ora?

Ogni sede e ogni commissione valuterà come rispondere a questo esonero, potrebbe essere semplicemente una domanda in meno rispetto ad uno standard valutativo base.

In merito a chi ha fatto il tirocinio professionale delle 900 ore, ci sarà qualche differenza?

Ogni sede e ogni commissione valuterà come rispondere a questo esonero, potrebbe essere semplicemente una domanda in meno rispetto ad uno standard valutativo base.

Cosa succede se il candidato è residente all’estero?

Ci si collega da remoto, quindi cosa dovrebbe cambiare? L’unico problema sarà non fare confusione con il fuso orario e, potenzialmente, trovarsi a fare l’esame in orari improbabili per la nazione dove si risiede.

Con questa modalità aver la certificazione di uno stage come verrà valutata? Aver uno stage certificato dalla medesima università dove ci si é laureati potrebbe essere considerato?

A parte le convenzioni per il tirocinio di 900 ore, ove attivate, non vedo perché dovrebbe essere vista come nota di merito la frequentazione di uno stage nella stessa università.

Si sa già se per novembre si attendono le stesse modalità?

Le modalità straordinarie riguardano, come da DM 57/2020, la I sessione; la proroga dell’emergenza sanitaria al 31 dicembre farebbe pensare ad una replica di ci ciò anche per la seconda sessione.  Tutto dipenderà dalla regressione o meno del coronavirus, penso e comunque se fosse, dovrà essere disciplinato da un nuovo decreto.

Come si immagina che sarà differenziata la prova per gli architetti junior (settore b) rispetto a quella degli aspiranti al settore a nell’ipotesi dell’unico colloquio orale?

In teoria con domande più attinenti alle loro competenze e alle caratteristiche delle prove tradizionali, anche se poi le competenze, per interventi di piccola dimensione e di non eccessiva complessità, sono analoghe a quelle dei laureati quinquennali.

Per l’esame da pianificatore territoriale junior valgono le stesse informazioni/nozioni?

A livello generale, e cioè di organizzazione d’esame, si, ma assolutamente no rispetto ai quesiti d’esame. Ogni sezione dell’ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, e Conservatori, divisa in settori, è caratterizzate da competenze diverse e limitate, rispetto al settore Architettura; ecco quindi che i quesiti d’esame, salvo che per deontologia ed onorari, dovrebbero rispecchiare le future effettive competenze di ognuno dei settori.  Sul Prontuario, all’inizio sono identificati questi aspetti.

Nel caso dell’esame per pianificatori territoriali, gli aspetti edilizi/ architettonici potrebbero essere quesiti d’esame? Dal momento che l’aspetto architettonico non rientra nelle competenze del pianificatore?

Direi assolutamente no, salvo che per gli aspetti dimensionali di massima e le caratterizzazioni tipologiche generali, in funzione di specifiche scelte plani volumetriche; a ciò si aggiunge tutto l’impianto normativo legato ai distacchi. In un plani volumetrico da concorso questi aspetti il pianificatore comunque li deve conoscere, oltre chiaramente alle caratteristiche e all’uso dei parametri per il dimensionamento di piano.

Per chi ha già sostenuto l’esame di stato di Architettura per la sessione B e ora sostenere quello per la sez. A, sono previste varianti nelle modalità di esame?

La normativa, non sempre a dire il vero applicata in passato da alcune facoltà, nella versione tradizionale d’esame lo prevedeva; in che modo ciò avverrà nell’esame straordinario lo decideranno le singole commissioni.

È verosimile che possano essere trattati temi di progettazione paesaggistica anche nell’esame di stato per Architetti oppure progettazione di paesaggio e giardino riguarda esclusivamente l’esame di stato specifico per paesaggisti?

L’esame per l’iscrizione all’ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, e Conservatori, sez. A settore Architettura, dovrebbe abbracciare tutte le competenze consolidate della professione dell’Architetto e quindi anche gli aspetti paesaggistici. Saranno poi le singole commissioni a valutare quale livello di approfondimento e che tematiche trattare. Nell’esame tradizionale, in una progettazione urbana, è spesso richiesta la sistemazione di piazze, strade, parcheggi e parchi oltre alla definizione dell’edificato.

Secondo lei, quanto può durare (in termini di tempo) la prova orale unica?

Immagino da minimo 20 minuti in su.

Ritiene che possa essere un vantaggio questa nuova modalità di esame, in quanto in molti ritengono che la prova pratica sia uno scoglio a volte insormontabile, oppure uno svantaggio, dato il tempo sicuramente molto limitato che verrà messo a disposizione di ogni candidato?

Potrebbe essere l’uno o l’altro. Dipende da come verrà affrontato l’esame dai candidati, intendo la loro preparazione, e da come vorranno procedere le commissioni. La materia è molto ampia e nella versione tradizionale dell’esame, spesso, a fronte del superamento delle prove scritte, c’è all’orale un atteggiamento molto magnanimo da parte delle commissioni esaminatrici, anche di fronte a silenzi imbarazzanti su argomenti base della nostra attività. Non credo che, in mancanza delle prove scritte ciò possa essere accettato, né dalle commissioni, né dai 150.000 iscritti che, in molti casi l’esame se lo sono sudato. Aggiungo anche che secondo me l’eliminazione della prova pratica, anche attraverso il tirocinio di 900 ore attivato da alcune università e dagli ordini, sia pura follia, perché comunque un architetto deve essere in grado di fare un progetto con specifiche caratteristiche estetico funzionali. Purtroppo molto spesso alla fine del corso di laurea di ciò non si è capaci e parlo intanto della mia esperienza personale oltre 26 anni fa, quando mi laureai; contesto ovviamente anche il totale abbandono della grafica tradizionale che per altro non è alla base degli insuccessi, quanto semmai la carenza di modelli concettuali e conoscenze normative; in fin dei conti la prova di ciò è il lavoro che io faccio da oltre 20 anni, continuazione del mio collega e maestro Paolo Villatico Campbel, il cui risultato dal 2001 è riportato in sette successive edizioni della Guida Pratica, che hanno aiutato migliaia di laureati ad abilitarsi. Ciò dimostra che nulla sia impossibile. Avrei auspicato quindi che le scelte normative portassero ad un tirocinio da affiancare all’esame di stato, ma sostituendo la seconda prova scritta, non la prova progettuale, che è la base della nostra professione..

Essendo già iscritto alla sezione A dell’ordine degli architetti e volendo sostenere l’esame di abilitazione sezione A di ingegneria civile, che nella procedura normale prevede l’esenzione dalla seconda prova e dall’orale, ci potrebbero essere differenze nell’unica prova orale rispetto ad uno studente che si abilita per la prima volta?

Questa facilitazione di cui parla mi era sfuggita; se così fosse saranno le singole commissioni che dovranno definire in che maniera, nella nuova modalità, possa essere gestito ciò.

Seconda parte – Come prepararsi

Per la preparazione all’esame ho acquistato i Volumi “Guida Pratica alla progettazione” e “Prontuario Tecnico Urbanistico Amministrativo”. Quali sono le differenze della nuova edizione rispetto alle edizioni precedenti? Lo chiedo in quanto possessore di una VI edizione.

La Guida Pratica alla progettazione è totalmente cambiata, con un diverso indice, un’implementazione degli argomenti, un aggiornamento delle schede normative con gli schemi che le accompagnano, delle schematizzazioni progettuali e della bioclimatica, oltre a tutti i nuovi esempi di progetti.

Il prontuario Tecnico Urbanistico Amministrativo ha visto un generale aggiornamento delle normative in funzione degli accadimenti, oltre ad un quasi totale cambiamento dei particolari costruttivi.

Buongiorno, vorrei chiederle per la preparazione all’esame se consiglia di iniziare lo studio dal prontuario o dalla guida alla progettazione.

Io consiglierei entrambi, sia in funzione dell’esame che della futura professione.

Articolo originariamente pubblicato su Architetti.com

Redazione Tecnica

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