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L’interessante caso studio di un intervento di riqualificazione energetica della Scuola Rodari di Rimini che comprendeva la coibentazione a cappotto esterno per le pareti verticali e l’isolamento all’intradosso per le coperture

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(di S. Pesaresi) La scuola elementare comunale Gianni Rodari è il centro di gravità – culturale, sportivo e ricreativo – attorno a cui ruota un intero quartiere della prima periferia di Rimini. È stata costruita nel 1970 con evidenti richiami al razionalismo, del quale riprende la struttura prefabbricata in cemento, la morfologia a cubatura solida e le finestrature a nastro.

Per curare le ingiurie del tempo passato e per aggiornarne la sicurezza, la funzionalità, l’efficienza energetica ed il comfort abitativo, la scuola è stata oggetto, prima, di un intervento di adeguamento sismico con la formazione di vele esterne di controvento (Foto 2), e in seguito di un intervento di riqualificazione architettonica ed energetica.

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Foto 1_ Scuola comunale Gianni Rodari, Rimini prima dell’intervento di riqualificazione energetica e restyling ©Sergio Pesaresi 2022
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Foto 2_Scuola comunale Gianni Rodari, Rimini. Vele esterne di controvento in acciaio ©Sergio Pesaresi 2022

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La riqualificazione architettonica ed energetica

Il mio studio è stato incaricato di redigere il progetto definitivo ed esecutivo basati su un progetto preliminare che prevedeva, fra le altre opere, un intervento di riqualificazione energetica complesso ed importante che comprendeva la coibentazione a cappotto esterno per le pareti verticali e l’isolamento all’intradosso per le coperture sia dell’edificio contenente le aule scolastiche che della palestra posta in corpo staccato.

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I giunti nel cappotto

È stato fin da subito chiaro che sia il progetto del cappotto termico esterno sia il progetto dell’isolamento termico in estradosso dovevano affrontare e risolvere alcune insidiose tematiche dovute alle caratteristiche proprie della tecnologia costruttiva prefabbricata.

In particolare il progetto del cappotto doveva prendere nella dovuta considerazione, e risolvere, il problema legato alla presenza dei tanti giunti di dilatazione (Foto 3), orizzontali e verticali, posti in corrispondenza delle connessioni fra gli elementi prefabbricati (giunto pilastro-trave, giunto pannello-pannello, giunto pannello-pilastro, giunto trave-pannello) che non potevano, chiaramente, essere eliminati o irrigiditi ma che, nel contempo, non dovevamo essere causa di formazione di lesioni o di cavillature nel cappotto termico.

Si sono, pertanto, inseriti nel cappotto, appositi giunti tecnici di dilatazione controllata posti in corrispondenza dei giunti strutturali per convogliare su di loro gli inevitabili movimenti strutturali.

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Foto 3_Scuola comunale Gianni Rodari, Rimini. Giunti verticali in corrispondenza delle connessioni fra gli elementi prefabbricati ©Sergio Pesaresi 2022
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Fig. 4_Tavola di progetto posa cappotto giunti verticali ©Sergio Pesaresi 2022

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Il materiale giusto per un problema complicato

L’isolamento in intradosso doveva, invece, risolvere almeno quattro categorie di problemi assolutamente non banali:

  • il primo era legato alla necessità di limitare il peso proprio dei pannelli isolanti per non gravare eccessivamente sulle strutture di copertura;
  • il secondo legato al comportamento termo-igroscopico della stratigrafia di copertura al fine di evitare sia la condensa superficiale sia, soprattutto perché molto più subdola ed insidiosa, la condensa interstiziale dovuta al passaggio di vapore fra l’interno, caldo, e l’esterno, freddo;
  • il terzo problema da affrontare era legato al tema della sicurezza antincendio in quanto, per normativa, i materiali installati dovevano essere ignifughi;
  • il quarto era invece legato alla conformazione dell’intradosso delle coperture (sia dell’edificio scolastico che della palestra) che riprendeva la tipica forma a Pi greco dei copponi prefabbricati.
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Foto 5_Scuola comunale Gianni Rodari, Rimini. Interno palestra prima dell’intervento di riqualificazione energetica e restyling ©Sergio Pesaresi 2022

Vi assicuro che la soluzione non è stata né immediata né banale. Era necessario trovare un materiale che rispondesse egregiamente a tutte le quattro categorie dei problemi e che garantisse un’alta qualità nella soluzione. Il materiale doveva possedere, contemporaneamente, tutte le seguenti caratteristiche: essere leggero, ignifugo, facilmente lavorabile e igroscopico. Perché igroscopico?…Mi direte.

Ottima domanda. Per evitare la condensa interstiziale è necessario limitare la quantità di vapore che attraversa la stratigrafia della copertura. Questa limitazione può essere facilmente ottenuta tramite l’impiego di un freno al vapore (nota: non di una barriera al vapore, pericolosa perché già presente all’estradosso in forma di guaina bituminosa) ma in commercio, attenzione, non esiste(va) un freno al vapore ignifugo! Pertanto l’unico modo di evitare condensa interstiziale senza utilizzare un freno al vapore era utilizzare un materiale igroscopico e verificare il comportamento igrometrico della stratigrafia con un modellazione dinamica effettuata in conformità alla UNI EN 15026 con il software Wufi Pro. Ah, scordavo di elencare una ulteriore caratteristica del materiale: non doveva essere troppo costoso!

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La soluzione adottata

Grazie ad un’indagine condotta sul mercato e, soprattutto, ad una mia precedente esperienza di utilizzo di questo materiale, ci siamo orientati verso il Multipor della Ytong/Xella.

Cos’è il Multipor: è un pannello isolante in idrati di silicato di calcio autoclavato che viene prodotto con sabbia, calce, acqua e una piccola percentuale di cemento e di additivi porizzanti. È un materiale leggero con densità attorno ai 100 kg/m³, non infiammabile (Classe A1), con buon comportamento termico avente una conduttività termica λD=0,042 W/mK, molto poroso (porosità superiore al 95%) e quindi con buon comportamento igroscopico.

Una volta scelto il materiale e impostata la stratigrafia, la soluzione è stata sottoposta alle necessarie verifiche e simulazioni con gli appositi software di calcolo: prioritariamente la verifica della temperatura superficiale in corrispondenza dei potenziali ponti termici dato che la soluzione di isolamento interno nasconde varie insidie legate alla formazione di ponti termici e poi alla verifica termo-igrometrica in regime dinamico in conformità alla UNI EN 15026 con il software Wufi Pro:

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Fig.6_Tavola di progetto stratigrafia aule sotto terrazzo, coibentazione copertura ©Sergio Pesaresi 2022
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Fig.7_Verifica della temperatura superficiale in corrispondenza dei potenziali ponti termici ©Sergio Pesaresi 2022
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Fig.8_Tavola di progetto stratigrafia palestra, coibentazione copertura ©Sergio Pesaresi 2022
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Fig.9_Verifica della temperatura superficiale in corrispondenza dei potenziali ponti termici ©Sergio Pesaresi 2022
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Fig.10_Verifica termo-igrometrica ©Sergio Pesaresi 2022
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Foto 11_Pannello Multipor sulla faccia interna dei solai di copertura della palestra ©Sergio Pesaresi 2022

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Un cantiere…col naso all’insù

Altra caratteristica assolutamente necessaria del materiale, soprattutto per il nostro caso, che fosse facilmente lavorabile. Sì perché gli installatori, novelli costruttori di cattedrali gotiche, dovevano prima sbozzare a mano, col taglierino, utilizzando una dima predisposta, i pannelli avente spessore di 24 cm per farli combaciare, inserire ed aderire alle nervature dei copponi a Pi greco e, in seguito, presentarli e incollarli posizionandoli all’insù sopra la loro testa (Foto 12), novelli Michelangelo nella Cappella Sistina! Ci scherzo su ma, effettivamente, il cantiere appariva proprio come quelle delle cattedrali…

 

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Foto 12_Posizionamento pannello Multipor intradosso solaio di copertura della palestra ©Xella 2022

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Si è trattato di un intervento di riqualificazione architettonica ed energetica profonda, importante, che ha permesso di raggiungere, sia nella scuola che nella palestra, la classe energetica A. E questo ha reso la scuola ancora più importante ed amata per gli alunni e per gli abitanti del quartiere.

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Foto 13_ Scuola comunale Gianni Rodari, Rimini dopo l’intervento di riqualificazione energetica e restyling ©Sergio Pesaresi 2022

L’articolo è di Sergio Pesaresi, Ingegnere civile, progettista specializzato in costruzioni ecosostenibili e di bio-architettura. È consulente e docente dell’Agenzia CasaClima di Bolzano. Progettista di case passive certificato dal Passvhaus Institut di Darmstadt (D) e accreditato presso il PHI-Ita di Bolzano. Supervisor della Fondazione ClimAbita e SouthZeb designer. Tecnico base di ARCA e Tecnico ufficiale Biosafe Certificato EES Avanzato – Esperto in Edilizia Sostenibile italiana. Studioso delle tematiche del Paesaggio e della Mobilità Sostenibile. È docente in corsi di aggiornamento professionale e consulente di Fisica Edile.

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Foto: Scuola Rodari Rimini ©Sergio Pesaresi 2022

Redazione Tecnica

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