Come progettare la ventilazione negli ambienti soggetti a rischio incendio

Partiamo analizzando la ventilazione naturale per poi approfondire tutti gli aspetti principali della ventilazione permanente e di quella meccanica che non devono essere trascurati al fine di garantire l’esodo delle persone riducendo la concentrazione di fumo

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Uno dei requisiti richiesti agli ambienti soggetti a rischio di incendio è la ventilazione dei locali, intesa come possibilità di assicurare il ricambio d’aria ambiente in caso di incendio al fine di consentire l’allontanamento dei prodotti di combustione, come fiamme, fumo e calore.

Partiamo analizzando la ventilazione naturale per poi approfondire tutti gli aspetti principali della ventilazione permanente e di quella meccanica atti a garantire l’esodo delle persone riducendo la concentrazione di fumo, in questo articolo estratto dal Nuovo Manuale di Prevenzione Incendi di Claudio Giacalone, edito da Maggioli Editore.

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Ventilazione naturale

La ventilazione di un ambiente è di tipo naturale, qualora il movimento dell’aria avvenga spontaneamente, per effetto delle differenze di pressione e di temperatu­ra fra l’interno e l’esterno del locale, e di tipo forzato, quando è prodotta artificialmente con speciali dispositivi che introducono nell’ambiente aria dall’esterno, con contemporaneo allontanamento di quella interna.

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La ventilazione di un ambiente in caso d’incendio ha l’obiettivo principale di agevolare l’esodo delle persone riducendo la concentrazione di fumo e di gas a valori che consentano la sopravvivenza per il tempo necessario ad abbandonare i locali. Inoltre la rimozione del fumo consente la riduzione dei danni ai beni e alle strutture, causati dall’esposizione al fumo e ai gas caldi, e favorisce le operazioni di estinzione perché consente ai Vigili del fuoco di operare agevolmente all’interno dei locali.

I camini sono mezzi sussidiari alla ventilazione naturale, che si rivelano indispensabili per poter assicurare la ventilazione degli ambienti interni all’edificio o per i quali non sia possibile ricorrere a mezzi di ventilazione di natura diversa, realizzati in opera mediante condotti di sezione costante per tutta l’altezza del fabbricato. Il condotto verticale è provvisto alla base di una bocca per la pulizia dei camini, mentre in sommità si innalza, per valori dell’altezza non inferiori a m 1 al di sopra del piano di copertura dell’edificio, opportunamente protetto in modo da non subire un brusco abbassamento di temperatura nel passaggio all’e­sterno, terminando con idonei comignoli. Il tratto esterno (torrino) può essere costruito in muratura o in elementi prefabbricati di terracotta o di cemento.

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Ventilazione permanente

Tutti gli ambienti ove è possibile la presenza di gas e vapori infiammabili ed esplosivi necessitano di misure particolari di prevenzione incendi.

Una misura specifica da adottare è la realizzazione di aperture di ventilazione di tipo permanente, senza la presenza di alcun infisso, che quindi consente un continuo afflusso di aria fresca all’interno del locale a rischio, in modo da consentire una incessante diluizione dei vapori infiammabili ed esplosivi e, di conseguenza, una riduzione della concentrazione di vapori infiamma­bili in aria che, se l’apporto di aria è consistente, permette di abbassare la concentrazione di gas o di vapori sotto al limite inferiore di infiammabilità e quindi tale da rendere la miscela non più infiammabile.

Anche lo stoccaggio di liquidi infiammabili deve avvenire in un idoneo locale adibito allo scopo e ad uso esclusivo, che assicuri una ventilazione permanente diretta o garantita da un apposito impianto di ricambio dell’a­ria. La norma di sicurezza per l’impiego dei liquidi infiammabili, rappre­sentata dal decreto del Ministero dell’interno 31 luglio 1934, stabilisce che all’interno dei fabbricati, specialmente quelli adibiti al travaso dei liquidi infiammabili e all’immagazzinamento della merce imballata, è necessario sopprimere le finestre, e avere una grande porta, in modo da procurare la necessaria ventilazione mediante appositi dispositivi nelle pareti perimetra­li, cioè sfiatatoi (in basso) ed aeratori (in alto), provvisti di robusta griglia metallica esterna.

Analogamente, anche la norma di sicurezza sugli impianti per la pro­duzione di calore alimentati a gas (d.m. 8 novembre 2019), prescrive che i locali devono essere dotati di una o più aperture permanenti di aerazione realizzate su pareti esterne. Le aperture di aerazione devono essere realizzate nella parte più alta della parete e collocate in modo da evitare la formazione di sacche di gas, indipendentemente dalla conformazione della copertura. È consentita la protezione delle aperture di aerazione con grigliati metallici, reti e/o alette antipioggia a condizione che non venga ridotta la superficie netta di aerazione.

La superficie complessiva minima delle aperture di aerazione permanenti di una centrale termica ad uso riscaldamento dovrà essere calcolata con la seguente formula:

S > k z Q [m²]

dove:

  • Q è la portata termica totale espressa in kW;
  • k è un parametro dipendente dalla posizione della centrale termica rispetto al piano di riferimento;
  • z è un parametro che tiene in considerazione la presenza di un impianto di rivelazione gas che comanda una elettrovalvola automatica a riarmo manuale all’esterno del locale e dispositivi di segnalazione ottici e acustici, modulato in funzione della posizione della centrale termica rispetto al piano di riferimento.

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Ventilazione meccanica

La ventilazione forzata viene utilizzata, nel campo antincendio, in quegli ambienti in cui possono essere presenti sostanze inquinanti o dispersioni di sostanze infiammabili e dove è quindi necessario ridurre la concentrazione di sostanze pericolose ed è costituita da impianti di ventilazione meccanica che consentono il ricambio d’aria ambientale in modo controllato.

In piccoli ambienti, come ad esempio nei laboratori chimici, quando non è possibile realizzare ampie aperture permanenti di ventilazione che non sono compatibili con le condizioni di benessere ambientale, si utilizzano installazioni costituite da un impianto di aspirazione, che viene azionato prima di intraprendere un’operazione ove è previsto l’utilizzo di sostanze infiammabili, e da bocchette che immettono nell’ambiente l’aria di ricambio dall’esterno.

Secondo il Codice di prevenzione incendi, in esito alle risultanze della valutazione del rischio, possono essere installati sistemi di ventilazione forzata orizzontale del fumo e del calore (SVOF), anche in luogo delle aperture di smaltimento di fumo e calore d’emergenza, in particolare in attività complesse dove risulti necessario garantire la sicurezza delle squadre di soccorso. Come soluzione conforme per il livello di prestazione III per la misura Controllo di fumi e calore, deve essere installato un sistema di evacuazione di fumi e calore (SEFC), naturale (SENFC) o forzato (SEFFC).

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