L’Associazione degli enti previdenziali privati ha lanciato un manifesto per il welfare dei professionisti.
“Tutti i dati in nostro possesso, e più volte resi pubblici, ci dicono che i nostri iscritti hanno subito pesantemente la crisi e non si intravede alcun bagliore che indichi come si esca dal tunnel. Ciononostante siamo di fronte ad un’assenza preoccupante sia di politiche sia di misure di sostegno a favore dei professionisti italiani. In piena solitudine, in un gesto di grande responsabilità verso i nostri iscritti e verso il nostro Paese, abbiamo deciso di mettere in campo idee per la crescita dell’occupazione e dello sviluppo del lavoro. Da qui la nascita del Manifesto – così Andrea Camporese, presidente dell’Associazione degli Enti di Previdenza Privatizzati.
“Negli ultimi anni siamo stati oggetto di riforme calate dall’alto, spesso senza alcuna possibilità di confronto e senza dare parola a quei lavoratori che rappresentano l’1,5% del Prodotto interno lordo. – conclude Camporese – Oggi il 30% dei professionisti guadagna 1.000 euro al mese e quasi l’8% dei laureati non si iscrive agli esami di abilitazione, rinunciando a priori a realizzare un sogno sul quale, loro e le famiglie, hanno investito. E perché dovrebbero farlo quando l’attuale sistema Paese continua a considerare i professionisti appartenenti ad una casta e non imprenditori di se stessi e fonte di lavoro per altri?
Noi vogliamo invertire la rotta. Rispondere attivamente all’invito contenuto nel Libro Bianco dell’Unione Europa sulle pensioni e collocare la previdenza in un approccio globale che interessa tutte le dimensioni del welfare, a partite dal mercato del lavoro. Le Casse superando un approccio tradizionale e formale che ha caratterizzato il governo della previdenza vogliono porre al centro la sostenibilità economica, che dipende dalla capacità di reddito nell’intero arco di vita, e l’adeguatezza. Mettiamo sul tavolo le nostre proposte e il voto di 2milioni di iscritti e delle loro famiglie. Alla politica decidere come e se rispondere”.
Alla vigilia del voto democratico gli schieramenti hanno il dovere di rispondere ad alcune domande insite nel manifesto presentato. Volete che le pensioni dei professionisti siano realmente sostenibili ed adeguate e restino private? Pensate che il patto fondativo resti valido e vada arricchito? Pensate che la libera professione, rappresentando un valore sociale, meriti una attenzione pari al lavoro dipendente, pur con caratteristiche diverse?
Fonte: Adepp
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