Tutto bene e tutto bello. Peccato, però, che questa notizia nasconda un fatto assai più grave. Infatti, si viene a sapere che dall’opera di sfoltimento delle pastoie burocratiche, sedimentate in trent’anni di Conferenze dei servizi, analisi della vulnerabilità del territorio, seminari e studi di fattibilità e chi più ne ha più ne metta, sono usciti dal sottobosco 9 miliardi di euro che potranno essere utilizzati nell’arco di 7 anni.
La task force di #italiasicura contro il dissesto idrogeologico, guidata da Erasmo D’Angelis, ha anche stilato una lista di interventi per la prevenzione e il loro costo complessivo: 7.100 opere per una spesa di 21 miliardi e mezzo di euro.
Peccato, però, che manchino i progetti per mettere a frutto queste risorse. Pare infatti che andando a guardare nei cassetti degli enti locali interessati da questi lavori manchino i progetti esecutivi. Non di tutti, si badi bene, ma solo di 6.300 di essi, pari all’88% del totale. Niente male.
Se non ci fossero di mezzo morti e feriti (quasi 5.500 vittime nell’arco degli ultimi 70 anni) e danni economici rilevanti che richiedono una spesa di oltre 3 miliardi di euro annui solo per fronteggiare i disastri già avvenuti, ci sarebbe da parlare di una farsa. Una tragica farsa.
E non è tutto. Anche supponendo per assurdo che domani mattina saltassero fuori i progetti di intervento e prevenzione (che sarebbero dovuti essere già pronti), è verisimile che i cantieri non potrebbero partire prima di almeno 5 anni, tenendo conto dei tempi (biblici) medi tra l’approvazione del progetto esecutivo e il via libera ai lavori effettiva.
Insomma, pur apprezzando che almeno i primi 700 milioni sono già stati stanziati (leggi la notizia), dobbiamo di nuovo evidenziare quanto avevamo scritto a dicembre. Nonostante dopo ogni disastro ambientale si debba assistere alle lamentazioni di dirigenti, capi dipartimento, sindaci, sottosegretari e via discorrendo circa la “necessità urgente di avere a disposizione fondi per prevenire altri danni ed evitare altre tragedie”, constatiamo che in Italia si è sempre pronti a parlare di prevenzione del dissesto idrogeologico, ma poi c’è poca voglia di fare: 6.300 interventi senza progetto esecutivo sono lì a dimostrarlo.
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