Con il nostro esperto abbiamo parlato di crisi energetica e quali sono gli ostacoli per migrare verso un modello di società più sostenibile, ma anche di aspetti più tecnici come i ponti termici e la qualità dei materiali utilizzati per l’isolamento degli edifici.
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Ecco cosa è emerso.
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1. Crisi energetica e transizione ecologica: è possibile un modello di società più sostenibile?
Crisi energetica e transizione ecologica: due espressioni che sono diventate patrimonio comune dei tecnici e dei cittadini. Dal tuo punto di vista di professionista da sempre impegnato nell’efficienza energetica come vedi la situazione attuale e quali, a tuo parere, gli ostacoli e le opportunità per migrare verso un modello di società più sostenibile?
La criminale invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha reso evidenti due debolezze della nostra società italiana ed europea: la pressoché totale dipendenza energetica dall’estero, che ci espone ad ogni sorta di ricatto politico ed economico, e dalle fonti energetiche fossili quali il gas naturale ed il petrolio.
Ce ne accorgiamo solo ora di questi problemi perché ci asciugano il portafogli ma, in realtà, li stiamo già pagando da anni e a caro prezzo: con le guerre per il petrolio che hanno generato lutti e ingiustizie in tante parti del mondo e con il cambiamento climatico che sta mettendo a repentaglio addirittura la sopravvivenza stessa della vita umana su questo pianeta. Eppure la soluzione ad entrambi i problemi c’è già, è pronta e disponibile.
Ci basterebbe comprenderla e coglierla al volo. La soluzione si chiama “fonti rinnovabili” che significa, in particolare, energia fotovoltaica ed eolica. Fonti di energia pulita, immediatamente disponibile (non come le centrali nucleari o le trivellazioni in mare che richiedono anni prima che siano operative), prodotta da impianti non invasivi e facilmente rimovibili quando non saranno più necessari.
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Un mondo sostenibile è possibile ed è pronto per essere realizzato ma che si scontra contro due grossi ostacoli: la burocrazia statale e regionale che dilata enormemente i tempi per le necessarie concessioni e un malinteso concetto di salvaguardia del paesaggio da parte delle Soprintendenze che ritiene i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche più impattanti sul paesaggio delle migliaia di case abusive o mai finite, dei distretti artigianali e industriali dismessi e abbandonati o dei quartieri-dormitorio lager. Basterebbe solo un po’ di buona volontà politica e amministrativa perché le richieste di installazione già pervenute potrebbero, in tempi molto brevi, assicurarci indipendenza energetica ed energia pulita.
Ricordo, infine, che l’Europa, e l’Italia, sono impegnate nel progetto Fit for 55% per arrivare ad una riduzione del 55% delle emissioni di gas climalteranti entro il 2030 e al progetto di società carbonfree nel 2050, dove società carbonfree significa una società che usa solo energia rinnovabile pulita e autoprodotta.
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2. Quanto sono importanti i ponti termici?
Scendendo nel dettaglio tecnico, hai recentemente scritto il manuale Ponti termici: valutazione e correzione . Si può dire che i ponti termici sono i “nemici naturali” dell’efficienza energetica. Quanto, a tuo avviso, è presente il problema tra i tecnici? Ritieni che sia sottovalutato?
Ritengo che l’attenzione alla tematica dei ponti termici che porta dapprima ad una loro individuazione e poi alla loro correzione, sia il termometro della qualità di un progetto. Un ponte termico oltre ad essere un nemico dell’efficienza energetica è anche il nemico per eccellenza del comfort abitativo e della salubrità degli ambienti perché è la causa primaria della formazione della muffa e della condensa superficiale e del disagio abitativo. Il tema sta diventando sempre più conosciuto sia dai tecnici che dai proprietari di case perché ormai le esigenze abitative sono diventate molto alte: nessuno è più disposto ad avere muffa o condensa in casa. Penso che molte volte la presunta sottovalutazione del problema nasconda invece una scarsa conoscenza del fenomeno e se non lo si conosce non lo si cura né lo si prende in debita considerazione.
Nel mio libro sono partito da esempi semplici e dalle esperienze quotidiane di ognuno di noi per spiegare cos’è un ponte termico, quale conseguenze ha, come individuarlo per poi spiegare come calcolarne gli effetti energetici e come risolverlo per ottenere il giusto comfort abitativo.
Leggi un estratto dal volume Ponti termici: valutazione e correzione:
3. La qualità dei materiali utilizzati per l’isolamento degli edifici è garantita?
Infine una domanda sui materiali che in edilizia sono impiegati per assicurare l’efficienza energetica dei manufatti. Con il Superbonus alcuni commentatori hanno lanciato l’allarme sull’uso di materiali di dubbia origine e che faranno emergere problemi nel futuro. Ti trovi d’accordo su queste affermazioni? E qual è il tuo consiglio che daresti ai tecnici che ci seguono?
Domanda interessante e molto attuale. Per rispondere vorrei affrontare separatamente due aspetti dello stesso problema: quello dei prodotti miracolosi e quello dei cappotti fai-da-te.
Il tema dei prodotti miracolosi ha investito tante risorse, negli ultimi anni, in un’assillante campagna di marketing per assicurare che una vernice avente spessore di pochi millimetri potesse sostituire egregiamente un cappotto termico composto da pannelli con spessore importante (di norma superiore ai 12 cm). Chiaramente una soluzione del genere ha riscosso molta attenzione perché risolverebbe un mare di problemi tecnici e di cantiere. Purtroppo questa soluzione non è sorretta da certificazioni di prodotto che ne assicurino l’efficacia e che la rendano applicabile con la dovuta sicurezza. Chi la usa, progettista, asseveratore o proprietario, lo fa “a proprio rischio e pericolo”.
Diverso, anche se in qualche maniera complementare, è il tema dei cappotti-fai-da-te, per realizzare i quali si acquistano da fornitori diversi e separatamente fra loro i componenti del cappotto: i pannelli isolanti la colla, i tasselli, la rete e la finitura e li si aggregano a piacere, “qb” direbbe un cuoco. Costa meno, spesso.
Diverso è il caso di un “sistema cappotto” detto anche “kit” per il quale sono state effettuati gli studi e le prove di laboratorio previsti da un documento europeo ufficiale detto EAD e certificati in un documento detto ETA che è la carta d’identità di quel “sistema cappotto”. Nell’ETA e nella DoP (Dichiarazione di Prestazione) sono riportate tutte le caratteristiche del sistema garantite dal produttore: se si installa il cappotto utilizzando i materiali prescritti per il Sistema e seguendo le istruzioni di posa si ha la certezza di raggiungere le performance indicate nell’ETA.
Quali caratteristiche? Ad esempio resistenza al vento, reazione al fuoco, l’isolamento termico e l’isolamento acustico. Ma attenzione: un proprietario o un progettista non è obbligato ad utilizzare un Sistema Cappotto ma deve essere ben conscio che poi si assume personalmente la responsabilità della scelta e dei danni che possono eventualmente accadere al cappotto. Qui sta la differenza di prezzo (oltre che nel materiale) fra la fornitura di un “Sistema Cappotto” e di un “aggregato”.
Un esempio giusto per chiarire: vi ricordate la differenza fra un computer IBM e uno IBMCompatibile? Il secondo era un aggregato di pezzi di produttori diversi messi insieme da un negozio. Costava meno ma non era IBM.
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Ponti termici: valutazione e correzione
I ponti termici, non risolti nella progettazione di un edificio nuovo o non attenuati e resi “inoffensivi” negli edifici esistenti, sono la plastica rappresentazione di un’edilizia inutilmente e colpevolmente energivora, di bassa qualità, destinata ad un rapido e costoso deterioramento. Quest’opera si rivolge ai tecnici che desiderano comprendere il “funzionamento” dei ponti termici per poterli valutare e correggere adeguatamente. Attraverso un linguaggio molto chiaro, il libro offre ai tecnici una guida pratica alla progettazione degli interventi correttivi dei ponti termici. Perché non basta inserire dati in un computer per avere la soluzione ai problemi del costruire e abitare sostenibile. Con questo manuale l’autore fornisce ai lettori uno stimolo costante ad approfondire gli aspetti del comportamento termo-igrometrico di ciascuna struttura, valutazioni indispensabili non solo per verificare le prestazioni energetiche dell’edificio e rispettare le prescrizioni di legge, ma anche per progettare edifici robusti e durevoli nel tempo e mantenere condizioni di comfort e salubrità all’interno degli ambienti. L’opera quindi si rivolge a tutti i progettisti che vogliono approfondire l’argomento, perchè ha il pregio di presentare i concetti in modo lineare, accompagnando i ragionamenti con diversi esempi chiarificatori. Sergio Pesaresi Ingegnere civile, progettista specializzato in costruzioni ecosostenibili e di bio-architettura. È consulente e docente dell’Agenzia CasaClima di Bolzano. Progettista di case passive certificato dal Passvhaus Institut di Darmstadt (D) e accreditato presso il PHI-Ita di Bolzano. Supervisor della Fondazione ClimAbita e SouthZeb designer. Tecnico base di ARCA e Tecnico ufficiale Biosafe Certificato EES Avanzato – Esperto in Edilizia Sostenibile italiana. Studioso delle tematiche del Paesaggio e della Mobilità Sostenibile. È docente in corsi di aggiornamento professionale e consulente di Fisica Edile.
Sergio Pesaresi | 2022 Maggioli Editore
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