Ponte sullo Stretto, e alla fine arriva l’ok del MiBAC

E alla fine è arrivato anche il MiBAC. Ricordate che alla fine di febbraio Corrado Passera aveva posto la parola fine sulla questione Ponte sullo Stretto, sottolineando che non c’erano le condizioni necessarie per l’emanazione di un decreto legge di proroga del termine per la stipula dell’atto aggiuntivo e che quindi non era possibile prorogare il termine del 1° marzo 2013 entro il quale Stretto di Messina SpA (concessionaria pubblica) e il Eurolink (contraente generale, guidato da Impregilo) avrebbero dovuto sottoscrivere tale atto?

Bene, il 1° marzo è arrivato e il tempo è scaduto. Sono poi trascorsi ulteriori 14 giorni, durante i quali si è parlato di tutto tranne che di Ponte sullo Stretto, se escludiamo le polemiche dei primi giorni da parte di ingegneri e architetti, che avevano chiesto di non gettare all’aria un’operazione che ha portato all’Italia e alla comunità scientifica internazionale uno “straordinario bagaglio di conoscenze multidisciplinari”.

Oggi è il 15 marzo, è stato eletto Papa Francesco I, c’è stata la Festa della donna, il post elezioni è entrato in una fase di stallo, ma il MiBAC è sempre sul pezzo…: proprio ieri, a 14 giorni dalla scadenza dei termini per la stipula dell’atto aggiuntivo, il MiBAC ha riconosciuto al progetto la compatibilità ambientale e paesaggistica e ha verificato preliminarmente (si fa per dire) gli aspetti archeologici. Il Ministero, dopo una lunga istruttoria che ha tenuto in considerazione anche i pareri delle Soprintendenze competenti, ha posto alcune condizioni da adottare nel progetto esecutivo. Peccato che il progetto, ormai, sia… diciamo “scaduto”.

Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, alla notizia del parere favorevole emesso dal Ministero per i beni e le attività culturali al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, ha dichiarato: “In un Paese in cui i beni culturali cadono letteralmente a pezzi, ben altro sarebbe il contributo che ci saremmo aspettati da parte del ministro Ornaghi”.

Dichiarazione condivisibile, ma che ci meraviglia, poiché il fatto più sconcertante, e che Legambiente avrebbe dovuto sottolineare, è che il Ministero dei beni culturali si sia svegliato fuori tempo massimo, dimostrando, in concreto, di non sapere superare la “macchinosità” al proprio interno nemmeno per progetti di simili dimensioni e importanza e, ancor più grave, di aver attribuito poca importanza a un’opera che avrebbe modificato gli equilibri ambientali e paesaggistici dello Stretto di Messina.

Comunque, alla fine, il Ponte non si farà, lo si è deciso due settimane fa. Ma il MiBAC non se n’è accorto. Qualcuno può dirglielo?

Redazione Tecnica

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