Piano Casa per l’edilizia sociale, comincia a muoversi davvero qualcosa: è passato più di un anno dalla conversione in legge del decreto legge 28 marzo 2014, n.47 (leggi in proposito l’articolo in cui commentavamo l’approvazione del Decreto Casa appena approvato nel maggio 2014), il testo di legge che poneva in essere scelte decisive per combattere l’emergenza abitativa nel nostro paese.
Sono appena divenuti operativi 2 importanti provvedimenti attuativi che contribuiranno a raggiungere i fini prefissati dallo strumento normativo sopracitato: uno relativo alle procedure per la vendita degli alloggi di proprietà pubblica, l’altro concernente i criteri per elaborare i programmi per il recupero e la ristrutturazione degli alloggi. Rispetto ai tempi di marcia previsti (24 settembre 2014) questo secondo decreto è arrivato con un ritardo di otto mesi.
Il primo “step” prevede la vendita delle case popolari: entro il prossimo 20 settembre gli Iacp, i Comuni e gli altri enti pubblici sono tenuti a predisporre i programmi di vendita delle case popolari di cui sono proprietari. Ogni ente potrà decidere quanto dovrà essere lunga la lista alloggi: per dare il via alle vendite sarà necessario l’assenso della Regione.
Si provvederà poi al recupero delle case sfitte: le Regioni riceveranno 470 milioni da distribuire agli enti proprietari. L’obiettivo è rendere di nuovo utilizzabili gli alloggi pubblici. Gli alloggi ristrutturati dovranno essere affittate con priorità alle famiglie appartenenti a categorie sociali particolarmente disagiate per le quali opera ancora il blocco degli sfratti (purché siano nelle liste di attesa per l’assegnazione).
Per questa linea di intervento sono resi disponibili 68 milioni, sufficienti per recuperare 4500 alloggi, poco più di un quarto del numero di alloggi sfitti preso a riferimento per il riparto dei fondi tra le Regioni.
Esiste in questa direzione una seconda linea di finanziamento: quella che consta di contributi fino a 50mila euro per alloggio per quanto riguarda le operazioni di ripristino e per le manutenzioni straordinarie. Sono finanziate le spese per ridurre di almeno il 30% i consumi di energia, mettere in sicurezza l’immobile, eliminare materiali nocivi, abbattere le barriere architettoniche.
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