Lavori pubblici in Italia, i cantieri non procedono esattamente a velocità spedita. O almeno è quello che accade mediamente: come se il sistema complessivo dei lavori pubblici nel nostro paese fosse in qualche modo impermeabile all’innovazione.
Questa la lapidaria sintesi dei dati provenienti dal rapporto del 2014 sui tempi di attuazione e di spesa delle opere pubbliche, uno studio realizzato dall’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici (UVER), struttura che dipende dal ministero dello Sviluppo Economico. Ciò che colpisce è soprattutto un dato: nel giro di 4 anni, dal 2009 a oggi, il tempo medio di realizzazione di un’infrastruttura di importo superiore a 100 milioni si è allungato di altri tre anni e mezzo.
Oltre 14 anni di media per completare un’opera pubblica
Ma come stavano le cose negli anni precedenti? Non tanto meglio: fino al 2009 la media per passare dal delinearsi del progetto al taglio del nastro finale era di 11 anni. Oggi si sale vertiginosamente alla quota di 14,6: e non si tratta poi sempre di una opera funzionante dal momento che molto (troppo) spesso la chiusura dei cantieri non coincide con la loro effettiva entrata in funzione.
Ecco la radiografia proveniente dallo scorporo dei tempi: il periodo di attuazione medio è di 4 anni e mezzo, mentre la fase di progettazione possiede medie di durata variabile tra i 2 e i 6 anni; la fase di aggiudicazione dei lavori oscilla tra 5 e 16 mesi circa, mentre i tempi medi dei lavori variano tra 5 mesi e 7 anni e oltre. Tali dati, inoltre, crescono progressivamente al crescere del valore economico dei progetti: si va da meno di 3 anni per i progetti che stanno sotto la barriera dei 100mila euro fino agli oltre 14 anni per i grandi progetti con valore che oltrepassa i 100 milioni di euro.
Le parole di Delrio
“Tra i 14 e i 15 anni per realizzare una grande opera è un tempo enorme, semplificheremo il codice degli appalti per renderlo più simile alla normativa europea”, ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, commentando il rapporto. “Nella prossima rilevazione, tra tre anni, questi dati saranno migliori», ha spiegato il sottosegretario, evidenziando il fatto che il governo “ha sbloccato l’80% del patto di stabilità, fatto che permetterà ai Comuni di investire”.
Analizzando i diversi settori si scopre che l’edilizia ha le durate più brevi (3,7 anni di media), mentre i lavori relativi alle strade hanno una media di 5,2 anni e quelli per le risorse idriche raggiungono i 5,4 anni.
I dati su base regionale
Il rapporto analizza i tempi di realizzazione di oltre 35mila opere pubbliche per circa 100 miliardi di importo. Un dato rilevante fa riferimento al momento in cui il progetto comincia a incidere sull’economia locale: anche qui con ritardo, di circa un anno e mezzo rispetto alle previsioni. Per osservare tutti i dati (anche attraverso schemi) consulta la pagina ufficiale del Governo italiano.
Osservando i dati su scansione regionale, si nota come al centro-nord i cantieri viaggino in media più rapidamente che al Sud, con Basilicata (+28%) e Sicilia (+50%) in testa alla classifica di ritardo rispetto alla media nazionale. L’Emilia Romagna si pone invece come regione relativamente virtuosa, con tempi di attuazione del 15% più rapidi rispetto alla media nazionale.
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