A pochi giorni dalle elezioni politiche, anche l’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria si rivolge alle forze politiche per sottolineare l’importanza del rilancio del settore della progettazione e delle costruzioni.
In particolare l’associazione ipotizza delle riforme strutturali che siano in grado di ridefinire il ruolo della Pubblica Amministrazione, creare spazi di mercato e garantire qualità della progettazione e contenimento dei costi degli investimenti in opere pubbliche.
“Il settore dell’ingegneria, in Italia – afferma Luigi Iperti presidente dell’OICE-, è in grave crisi, per il basso livello di investimenti, sia nel settore pubblico che in quello privato, ma anche per una serie di ragioni di tipo strutturale alle quali bisogna porre rimedio. La ragione principale è che in Italia il mercato dell’ingegneria è molto ristretto perché le opere vengono appaltate quasi sempre con una progettazione preliminare assolutamente insufficiente per garantire la qualità del costruito. A ciò va aggiunto che oggi la situazione è aggravata dai ritardi, superiori anche ai dodici mesi, dei pagamenti degli enti pubblici, dal sistema degli appalti di servizi spesso frazionati e con ribassi medi del 40% con punte anche del 70% e dalla concorrenza impropria dell’in house engineering pubblico.”
In un documento l’OICE propone l’eliminazione degli svantaggi competitivi per le società che operano all’estero e per quelle che vogliono internazionalizzarsi, la riduzione del fenomeno dell’in house engineering, la rivisitazione del ruolo dell’Amministrazione con la soppressione dell’incentivo del 2% ai tecnici pubblici e l’eliminazione dei costi di pubblicazione dei bandi di gara posti a carico degli aggiudicatari degli appalti.
Essenziale per assicurare qualità degli interventi e contenimento dei costi è per l’associazione il rilancio della centralità del progetto: “Mancando una buona progettazione di partenza, – dice Luigi Iperti – i budget dell’amministrazione ed i prezzi degli appalti sono basati su dati non reali e quindi soggetti ad incrementarsi man mano che i lavori vanno definendosi. Il contenzioso che ne deriva non giova al rispetto dei programmi che soffrono ritardi anche di anni. La legge Merloni era, da questo punto di vista una buona legge, ma negli anni è stata sorpassata da una miriade di provvedimenti che l’hanno resa inoperante e inefficace”.
Fonte: Oice
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