Il nuovo Codice Appalti ha ridotto a non più del 2% l’incentivo ai progettisti dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni. La norma ha provocato le proteste di chi lavora nella PA. È stata presentata un’interrogazione parlamentare al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, per capire cosa succederà a proposito.
QUI TROVI IL TESTO DEL CODICE APPALTI APPROVATO DAL CDM IL 3 MARZO.
Incentivo progettisti PA: massimo 2%
Art. 113, comma 2 del nuovo Codice Appalti: per l’esecuzione le amministrazioni pubbliche possono destinare a un apposito fondo non più del 2% degli importi posti a base di gara per le funzioni tecniche svolte dai dipendenti pubblici solo per le attività di programmazione della spesa per investimenti, di predisposizione e di controllo delle procedure di bando e di esecuzione dei contratti pubblici, di responsabile unico del procedimento, di direzione dei lavori, direzione dell’esecuzione e di collaudo tecnico amministrativo o di verifica di conformità, di collaudatore statico ove necessario per consentire l’esecuzione del contratto nel rispetto dei documenti a base di gara, del progetto, dei tempi e costi prestabiliti.
In pratica, quindi, non sarà corrisposto nessun incentivo per la progettazione. Leggi anche Nuovo Codice Appalti, STOP incentivi alla progettazione
Confedertecnica ha rilevato che l’incentivo crea ancora qualche difficoltà: chi ne ha usufruito, adesso, forse, deve restituirlo.
Confedertecnica ha parlato anche a proposito dei requisiti richiesti dal Codice Appalti ai progettisti: “i progettisti interni alla Pubblica Amministrazione potranno infatti continuare ad essere sprovvisti dell’iscrizione ad un Ordine. Per loro si mantiene una corsia preferenziale contestata da Confedertecnica, perché rimanendo sufficiente la sola abilitazione si mantiene una fascia protetta che garantisce ai professionisti tecnici assunti internamente alla Pubblica Amministrazione un regime professionale facilitato“.
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