Case Green, nuove linee guida UE: tornerà l’Ecobonus con aliquote differenziate?

Aliquote fiscali differenziate in base alla reale efficacia degli interventi, sostegni diretti per le famiglie vulnerabili, sportelli territoriali e criteri stringenti di misurabilità: cosa cambia con la direttiva EPBD e cosa dovrà contenere il Piano Nazionale di Ristrutturazione entro fine 2025

Lisa De Simone 05/08/25
Allegati

Verso un ritorno dell’Ecobonus con aliquote differenziate in base ai risultati e anche sostegni diretti, non fiscali, per le famiglie a basso reddito: queste le due principali “raccomandazioni” della Commissione Europea contenute in un pacchetto di documenti operativi a sostegno della direttiva Case Green.

Le Linee guida forniscono indicazioni specifiche su come strutturare aliquote differenziate e quali azioni è necessario intraprendere per orientare efficacemente i comportamenti dei cittadini. Gli Stati membri dovranno presentare alla Commissione una bozza del Piano Nazionale di Ristrutturazione entro il 31 dicembre 2025, mentre la direttiva dovrà entrare in vigore entro il 29 maggio 2026. Si va quindi verso un “ritorno al passato” per l’Ecobonus, dopo un anno con aliquote appiattite al 50% (prima casa) e al 36% (altri immobili).

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Progettare e costruire case green

Questo testo tecnico, aggiornato alla recente Direttiva EPBD (c.d. Case Green), fornisce informazioni su come si progetta e si costruisce una casa green, dalle fondazioni al tetto. L’opera è strutturata in capitoli, che fanno riferimento alle singole parti componenti costruttive dell’edificio, come le fondazioni, le pareti, il tetto, i solai, ecc.Gli elementi costruttivi e i materiali sono analizzati distinguendo le loro componenti bioedii e sostenibili, considerando che i due termini non sono sinonimi dello stesso concetto. Rappresenta il più recente e completo tentativo di sistematizzazione delle conoscenze, delle tecniche e dei materiali rappresentativi di un approccio “green” all’edilizia.Ma la bioedilizia non è semplicemente “l’arte del costruire secondo natura”. Come evidenzia l’Autore: La casa green, come ogni altra forma costruttiva, è basata su mediazioni, ovvero sull’accettazione anche di quei materiali e quelle tecnologie non propriamente derivati dalla natura, ma che costituiscono una conditio sine qua non, perché non hanno una valida alternativa “naturale” e quindi sono indispensabili al raggiungimento di uno scopo preciso.Operare green o in bioedilizia non vuol dire quindi rifiutare ed escludere a priori i materiali di sintesi, ad esempio, ma, al contrario, ottimizzarne l’uso.L’opera, quindi, per la sua completezza, il rigore scientifico e la trattazione mai astratta, guida il lettore in un appassionante percorso tecnico ed etico per imparare a progettare e costruire case sostenibili, green ed ecologiche.Roberto Sacchiarchitetto libero professionista, titolare dello studio Cultura&Ambiente, consulente CasaClima ed esperto in ecologia dell’architettura, con esperienza ultratrentennale nello studio dei materiali e degli isolanti in edilizia. Co-fondatore dell’INDEP (Istituto Nazionale di Diagnostica e Patologia Edilizia), dal 2005 svolge attività di docenza al Master Polis Maker del Politecnico di Milano.

 

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Incentivi ancorati ai risultati

Per prima cosa, dunque, la Commissione raccomanda di abbandonare il modello di incentivi uniformi, puntando invece su aliquote fiscali variabili ancorate ai risultati conseguiti. Il principio guida è chiaro: maggiore è l’efficacia dell’intervento in termini di decarbonizzazione, più elevato deve essere l’incentivo. In pratica gli Stati devono prevedere:

  • Aliquote base per interventi standard che rispettano i requisiti minimi di prestazione energetica;
  • Aliquote maggiorate per famiglie vulnerabili, persone in condizioni di povertà energetica e residenti in alloggi di edilizia popolare;
  • Aliquote premiali per interventi che raggiungono performance eccellenti in termini di decarbonizzazione.

Le raccomandazioni prevedono che le misure finanziarie dovranno essere strutturate secondo criteri di performance misurabili quali:

  • Confronto degli Attestati di Prestazione Energetica prima e dopo l’intervento;
  • Valutazione dei risparmi energetici attraverso valori standard nazionali;
  • Risultati di diagnosi energetiche certificate;
  • Utilizzo di metodologie trasparenti e proporzionate per misurare l’efficacia.

In ogni caso viene previsto il divieto di riconoscere incentivi per interventi che non producano miglioramenti misurabili delle performance energetiche.

Finanziamenti diretti oltre le detrazioni

Per favorire gli interventi di ristrutturazione sugli edifici con le peggiori performance dal punto di vista energetico senza scaricare i costi sulle fasce più deboli della popolazione, poi, la Commissione raccomanda di sviluppare un ecosistema finanziario articolato che vada oltre le tradizionali detrazioni fiscali. Sono quindi consigliati:

  • Regimi finanziari differenziati dove i rimborsi dei prestiti sono correlati ai risparmi energetici conseguiti;
  • Fondi di garanzia nazionali per facilitare l’accesso al credito per ristrutturazioni energetiche;
  • Norme sul portafoglio ipotecario che incentivino le banche ad aumentare i prestiti per edifici ad alta efficienza energetica;
  • Meccanismi di finanziamento misto, che combinano risorse pubbliche e private.

In questo ambito dovranno essere previste anche misure specifiche di sostegno per le famiglie a basso reddito, al di là delle agevolazioni fiscali.

Tutele economiche per i più vulnerabili

Un capitolo cruciale delle raccomandazioni, infatti, riguarda la tutela sociale nella transizione energetica. Nelle Linee guida della Commissione si ribadisce che la strategia di decarbonizzazione non deve aggravare le disuguaglianze esistenti. Per questo si prevede la priorità assoluta alle famiglie vulnerabili nell’accesso agli incentivi, che dovrà essere garantito secondo specifiche priorità:

  1. Famiglie in condizioni di povertà energetica;
  2. Proprietari di edifici con le performance peggiori;
  3. Residenti in alloggi di edilizia popolare;
  4. Famiglie a reddito medio-basso in zone rurali o isolate.

Per combattere la povertà energetica la Commissione ribadisce comunque la validità dei regimi di compensazione in bolletta per famiglie a basso reddito, mentre andranno anche studiati contratti di rendimento energetico che non scarichino sui cittadini i costi iniziali delle politiche di decarbonizzazione.

In arrivo sportelli territoriali per assistenza a tutto campo

Per far sì che il processo di decarbonizzazione possa effettivamente essere attuato coinvolgendo il più alto numero possibile di immobili e cittadini, è prevista poi la nascita di una nuova struttura operativa: lo Sportello Unico per la Prestazione Energetica.

Si tratta di sportelli fisici attivati a livello territoriale che dovranno garantire forme di assistenza tecnica e consulenza a tutto campo ai diversi soggetti coinvolti. Sarà possibile richiedere informazioni sia per individuare le soluzioni finanziarie più adatte, sia per portare avanti le pratiche dal punto di vista burocratico, in modo da potersi districare al meglio tra le procedure, come pure per l’elaborazione dei progetti di ristrutturazione.

Le strutture saranno attive sia per i privati che per i condomini e le piccole imprese. Per assicurare una presenza capillare sul territorio la Commissione stabilisce standard minimi per tutti gli Stati: sarebbe prevista l’apertura di uno sportello ogni 80.000 abitanti, tenendo conto della densità della popolazione sul territorio. L’attivazione degli sportelli farà parte della bozza del Piano Nazionale di Ristrutturazione, che dovrà essere pronto entro il 31 dicembre prossimo.

Gli immobili esclusi dalla direttiva EPBD

Non tutti gli edifici, comunque, saranno coinvolti nel nuovo piano di interventi per rispettare i nuovi requisiti di rendimento. Le linee guida chiariscono definitivamente quali categorie di edifici non rientrano negli obblighi, fornendo un importante quadro di riferimento per l’applicazione nazionale. Per quel che riguarda gli edifici privati sono previste infatti esclusioni per tipologia funzionale e utilizzo che riguardano:

  • Fabbricati indipendenti con superficie utile inferiore a 50 m²;
  • Edifici residenziali usati meno di quattro mesi l’anno con consumo inferiore al 25% di quello annuale.

Previsto poi un regime speciale per il patrimonio storico, per cui gli edifici vincolati possono beneficiare di adattamenti dei requisiti quando il rispetto delle norme implicherebbe alterazioni inaccettabili del carattere o aspetto architettonico.

Trovi qui tutti i documenti EU relativi alla direttiva Case Green:

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Diagnosi energetica degli edifici

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Lisa De Simone

Esperta in materia legislativa, si occupa di disposizioni normative e di giurisprudenza di interesse per il cittadino. Collabora da anni con Maggioli Editore, curando alcune rubriche on line di informazione quotidiana con particolare attenzione alle sentenze della Corte di Cassaz…Continua a leggere

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