Sembra in dirittura d’arrivo la conversione in legge del decreto liberalizzazioni (anche chiamato “Cresci Italia”). Dopo l’ok di Palazzo Madama ai primi giorni di marzo, il provvedimento è tornato alla Camera per gli ultimi ritocchi (in anteprima l’ultima versione del testo aggiornato del decreto liberalizzazioni).
Durante la discussione in aula a Montecitorio il ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda ha chiesto di porre la fiducia sul decreto per riuscire a convertirlo entro i tempi (24 marzo), così oggi pomeriggio è in programma il voto di fiducia e domani sera il via libera definitivo. A scaldare gli animi e le poltrone è la notizia giunta dalla Ragioneria dello Stato sulla possibile mancata copertura finanziaria di cinque norme contenute nel provvedimento.
Ricordiamo tra le novità contenute nel d.l. Liberalizzazioni:
– la cancellazione dell’obbligo del preventivo scritto (inizialmente inserita);
– possibilità di creare una società tra professionisti con limite al 33% di partecipazione per chi non è iscritto ad albi o ordini;
– abrogazione delle tariffe professionali, che potranno essere utilizzate ancora per 100 giorni, come parametro sia da i giudici nei casi di liquidazione dei compensi professionali per via giudiziale, sia da i professionisti stessi come riferimento per la determinazione del compenso. In questo lasso di tempo, il Ministero della giustizia dovrà predisporre i parametri, ai quali riferirsi in futuro, per la liquidazione dei pagamenti dovuti ai professionisti per le proprie prestazioni.
Sarà sempre responsabilità del dicastero guidato dal Ministro Severino anche la fissazione degli indici di riferimento per la determinazione degli oneri e delle contribuzioni dei professionisti alle casse di previdenza.
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