La laurea, il suo valore legale e la sua importanza ai fini dei concorsi pubblici sono stati tra gli argomenti in discussione nella riunione “fiume” del Consiglio dei Ministri di venerdì scorso.
Dopo aver discusso sull’accesso dei giovani alla professione attraverso il tirocinio, che potrà essere intrapreso in parte durante gli studi universitari, durante il Cdm di venerdì scorso l’esecutivo Monti si è occupato anche del valore legale della laurea. La discussione si è però arenata: il parere favorevole del premier ad un’abolizione di questo sistema, ha trovato il parere contrario del ministro Cancellieri e qualche incertezza del ministro Severino che avrebbe chiesto un cambiamento graduale.
La discussione non è chiusa, infatti probabilmente se ne riparlerà venerdì prossimo alla riunione del Cdm.
Secondo alcune indiscrezioni sarebbe pronto un provvedimento che prevede:
– l’eliminazione del tipo di laurea come vincolo nei concorsi pubblici: basterà il titolo, fatta eccezione per i settori nei quali sono necessarie competenze tecniche specifiche. Ad avere importanza saranno la capacità dimostrata durante le prove del concorso;
– eliminazione del punteggio di laurea come criterio da valutare;
– differenza di “peso” e “apprezzamento” tra le diverse sedi universitarie.
A questo proposito il governo Monti venerdì scorso ha attribuito all’Anvur, l’Agenzia per la valutazione, il compito di certificare la qualità dei corsi e delle sedi universitarie, per far capire dove si studia meglio.
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