Una scienza relativamente nuova, almeno in Italia, quella dell’Ingegneria forense ma che negli ultimi anni ha rapidamente assunto un’importanza nient’affatto secondaria grazie alla progressiva attenzione maturata attorno ad essa da parte dei professionisti e degli Ordini territoriali in virtù degli interessanti sbocchi lavorativi che offre e agli strumenti innovativi che propone al servizio delle attività di CTU e CTP.
Ne parliamo con l’ing. Alberto Pivato dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Treviso, che ricopre il ruolo di segretario scientifico di TVF2016 Treviso Forensic, seminario tecnico e corso di aggiornamento di Ingegneria forense che si terrà dal 28 al 30 settembre nel capoluogo dell’antica Marca trevigiana.
Mauro Ferrarini. Anzitutto può spiegarci cosa si intende precisamente per Ingegneria forense?
Alberto Pivato. L’Ingegneria forense rappresenta una nuova disciplina tecnica, non ancora pienamente riconosciuta in ambito nazionale, che mira ad applicare i metodi e le conoscenze scientifiche dell’ingegneria al processo di analisi di problemi tecnici nell’ambito dei procedimenti penali, civili ed amministrativi. L’importanza dell’Ingegneria forense, tuttavia, non consiste solamente nell’opera di supporto tecnico in ambito giuridico, ma anche nel fornire importanti indirizzi tecnico-giuridici alla normale attività del professionista (progettazione, direzione lavori, consulenza, ecc.) atte a ridurre i possibili contenziosi.
MF. Esistono dei corsi universitari di questa materia attivati all’interno delle nostre facoltà di Ingegneria?
AP. Negli Stati Uniti, da oltre un ventennio, l’Ingegneria forense è ampiamente diffusa e molteplici associazioni ne promuovono la conoscenza e l’evoluzione. In Italia, è stata introdotta ufficialmente nel 2008 allorché l’Università degli Studi di Napoli Federico II ha istituto uno specifico Master universitario di II livello in Ingegneria Forense.
Negli ultimi anni, diverse Università, anche in collaborazione con gli ordini professionali competenti, stanno promuovendo master universitari e corsi di perfezionamento in ingegneria forense, a dimostrazione dell’interesse professionale ed occupazionale che tale settore sta raccogliendo.
MF. Ingegneria forense e consulenti tecnici d’ufficio e di parte. È corretto dire che la prima è un supporto dei secondi?
AP. Come ho detto la consulenza tecnica all’Autorità Giudiziaria o alle Parti costituisce oggi giorno per l’ingegneria forense l’attività predominante. Di certo, per poter operare correttamente in questo settore il professionista deve acquisire un livello base di conoscenze e continuamente aggiornarsi professionalmente.
Proprio per questo motivo, l’evento Treviso Forensic 2016 è stato strutturato in due momenti distinti: un corso di aggiornamento base per i professionisti che per la prima volta affrontano questa disciplina; un seminario tecnico per i professionisti con esperienza nel settore che vogliano confrontarsi con le novità normative e le casistiche che saranno presentate nei settori dell’ingegneria civile e strutturale, ambientale, industriale e della sicurezza.
MF. Esiste un albo o un registro degli ingegneri forensi?
AP. Sì, esistono registri di associazioni di Ingegneria forense, ma che hanno carattere volontaristico e non abilitante. Altro discorso, invece, sono gli albi dei consulenti tecnici e dei periti presso i tribunali la cui iscrizione è valutata da soggetto autonomo del tribunale sulla base di una serie di criteri tra cui il Curriculum Vitae. L’orientamento odierno da parte dei tribunali, per l’iscrizione in tali albi, sembrerebbe quello di valutare come elemento premiale la frequentazione di corsi/master di Ingegneria forense.
Infine, si evidenzia come l’attività dell’ingegnere forense, esercitata da libero professionista, dovrebbe rientrare in quella regolamentata dagli Ordini professionali – non sempre è così – al fine di fornire nei confronti di terzi alcune garanzie minime come l’obbligo di assicurazione e il rispetto di un codice deontologico altrimenti non controllabili.
MF. Per un ingegnere libero professionista che desideri affrontare per la prima volta la disciplina per trasformarla in una opportunità di lavoro, quali sono i passi da percorrere necessariamente?
AP. Ai colleghi interessati consiglio di chiedere informazioni all’Ordine professionale di competenza e di frequentare le commissioni di Ingegneria forense (o similari) oramai istituite in molti Ordini.
MF. Il TVF2016 si terrà il prossimo fine settembre. È il primo nel suo genere o ci sono state esperienze simili in passato? Perché avete scelto Treviso come sede dell’incontro? E come è nato il progetto di dar vita a questo evento?
AP. Treviso Forensic nasce dal desiderio di ordini professionali, università ed enti pubblici di confrontarsi su una materia multidisciplinare come quella dell’ingegneria forense condividendo esperienze e linguaggi al fine di ridurre le barriere culturali tra ambiti distinti (tecnico, giuridico ed economico) e di migliorare le attività professionale in tale settore.
L’evento per struttura e soggetti coinvolti rappresenta un unicum nel panorama nazionale ed una sfida per il futuro di diventare un momento fisso ed autorevole di riflessione sull’Ingegneria forense.
La sede dell’evento è quella del polo museale di Santa Caterina di Treviso, cornice suggestiva e facilmente raggiungibile, gentilmente messa a disposizione dal comune di Treviso all’ordine degli ingegneri di Treviso, ente organizzativo dell’evento.
Ingegneria forense: appuntamento a Treviso
Tre giorni, sei sessioni ricche di contenuti e approfondimenti sui diversi aspetti della disciplina: dal settore civile e strutturale a quello ambientale idraulico, senza dimenticare l’industria e la sicurezza sul lavoro. L’appuntamento di fine settembre a Treviso promette di essere un must per gli ingegneri italiani interessati all’Ingegneria forense. Tutti coloro che intendono a prendere parte all’evento sono invitati a scaricare la locandina con il programma completo, le modalità di iscrizione e tutte le necessarie informazioni logistiche.
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