Infrastrutture: Ricognizione Mit su stato salute opere viarie e dighe

Entro il 1° settembre dovranno essere segnalate al Ministero tutte le situazioni a rischio

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato il via ad un’azione di ricognizione sullo stato di salute, ovvero di conservazione e manutenzione, delle strade, autostrade e dighe. Sulla base di ciò, le direzioni generali del Ministero sono tenute tempestivamente a trasmettere a tutti i gestori di strade, autostrade e dighe, una richiesta formale per invitarli a segnalare al Ministero ogni esigenza di interventi utili a eliminare condizioni di rischio presenti sulle loro infrastrutture, precisandone priorità e documentandone caratteristiche tecniche.

Infrastrutture: Task force dirigenti Ministero e esperti indipendenti

Viene assicurata dal Ministero una task force composta da dirigenti ministeriali ed esperti indipendenti che, coordinati attraverso una struttura tecnica di missione, interverranno vigilando sullo stato di salute delle opere viarie e dighe, laddove ne verrà segnalata e riscontrata la necessità.

Infrastrutture, Conte “Al via piano di manutenzione straordinaria”.

Già dal vertice nella prefettura di Genova tenutosi subito dopo il crollo di parte del viadotto Polcevera sull’A10, noto come Ponte Morandi, il Presidente del Consiglio Conte, il ministro delle Infrastrutture Toninelli e il CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri) concordavano su seri interventi di messa in sicurezza delle infrastrutture che risalgono al dopoguerra.

Le parole del Premier Conte: “Inizieremo da subito ad avviare un piano in via straordinaria per il monitoraggio di tutte le infrastrutture datate” erano state seguite dall’esortazione di Toninelli rivolta a tutti gli enti preposti quali enti locali, Anas, Concessionarie a segnalare tutte le criticità immediatamente per evitare che episodi simili abbiano a ripetersi.

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Infrastrutture: CNI “Occorre anagrafe di tutti i ponti”

Il vicepresidente del CNI, Ing. Giovanni Cardinale, ha sottolineato che la vita media delle infrastrutture è correlato al mantenimento delle condizioni originarie, per poi puntualizzare: ”Ciò non significa che dopo cinquant’anni l’opera non sia più utilizzabile. È una data in cui l’intervento diagnostico e manutentivo deve essere preso in considerazione”. E ancora: “Sappiamo che il ponte Morandi è un’opera ardita, costruita, pensata e progettata per carichi differenti e come tale merita una manutenzione particolare. Le immagini fanno pensare che gli stralli annegati nel calcestruzzo meritano la maggior attenzione nella fase di analisi delle cause”.

Il Presidente del CNI Zambrano ha rincarato la dose: “La questione è molto complessa però è anche abbastanza urgente”. Ed infine ha sottolineato: “Sappiamo che al di là di tutto quella era una struttura ampiamente monitorata e controllata va che aldilà della manutenzione ordinaria e straordinaria: bisogna cominciare a pensare che molte di queste infrastrutture realizzate negli anni 50/60 con tecnologie diverse, con problemi anche riguardo il degrado del calcestruzzo e dell’ossidazione delle strutture, oggi, non solo vanno ripristinate, ma ne vanno migliorate le caratteristiche strutturali e le condizioni di stabilità. È un piano ambizioso, ma non possiamo permetterci di perdere strutture strategiche come i ponti, che sono i più importanti; per questo condivido quello che diceva il ministro sulla necessità di una forma di verifica costante, anche da remoto, di tutte le strutture. Occorrerebbe un’anagrafe di tutti i ponti per poter consolidare anche meccanismi di intervento. Come Consiglio nazionale ingegneri, insieme agli architetti e la Fondazione Inarcassa, abbiamo avviato un progetto che il 30 settembre vedrà la sua luce, dedicato alla prevenzione dei fabbricati privati”

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Redazione Tecnica

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