Il Decreto Svilupppo (Dl 22 giugno 2012 n. 83) all’articolo 12 lancia il Piano Città per la riqualificazione urbana delle aree degradate. Uno degli emendamenti al Decreto Sviluppo approvati ha aggiunto l’articolo 12-bis riguardante il Cipu (Comitato interministeriale per le politiche urbane). A questo proposito un Decreto Infrastrutture sarà firmato già entro la fine di questa settimana o al massimo entro la fine del mese di luglio, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
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Il Decreto Infrastrutture del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti stabilirà il principio della procedura pubblica per la presentazione e la selezione dei progetti urbani dei Comuni.
Per la presentazione al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti delle proposte di “contratto di valorizzazione urbana” (o riqualificazione urbana) da parte dei Comuni la scadenza non è ancora definitivamente fissata: si parla del 15 o del 30 del settembre.
Cinquanta Comuni dell’Anci hanno già presentato le loro proposte (candidature o bozze di piano). Tali proposte dovranno essere riformalizzate secondo i requisiti tecnici indicati dal decreto, ma i tempi stretti, e il mese di agosto, favoriscono le amministrazioni che già si sono messe al lavoro.
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In Conferenza unificata le Regioni hanno chiesto di avere un ruolo di pre-selezione dei progetti. Ma il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha respinto questa soluzione, che comporterebbe di certo un allungamento dei tempi, proponendo in cambio aumento del peso delle Regioni in Cabina di regia, compromesso che le Regioni hanno accettato: pur avendo due soli rappresentanti, il voto delle Regioni peserà per 11, come quello gli 11 rappresentanti dello Stato (due del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti più altri ministeri e dipartimenti di Palazzo Chigi).
Il rappresentante dell’Anci peserà 5,5; ci saranno poi un rappresentante dell’agenzia del Demanio, della Cassa depositi e prestiti e un membro del Fondo Abitare di Cdp come osservatore.
La Cabina di regia svolgerà il ruolo di commissione di gara, cioè selezionerà i progetti, attribuirà i punteggi e, infine, ruolo assai importante, assegnerà i fondi, in tutto 224 milioni di euro, destinati dal dl Crescita e sviluppo al Piano Città.
Dopo la presentazione delle proposte la Cabina di regia godrà di piena libertà nella valutazione dei progetti. L’Anci dovrà dividere i progetti per tipologie e categorie di intervento.
Il Decreto Sviluppo e Crescita aveva già indicato i come criteri di selezione:
– immediata cantierabilità degli interventi;
– capacità di coinvolgere altri fondi pubblici e investimenti privati;
– capacità di rispondere al nodo “tensione abitativa”;
– miglioramento delle infrastrutture e della qualità urbana;
– capacità di contenere il consumo di nuovo suolo non edificato (segnaliamo che si tratta, in questo caso di un emendamento approvato in Commissione alla Camera al decreto legge sviluppo).
Il Decreto Infrastrutture, per quanto riguarda le caratteristiche richieste ai progetti urbani devono avere, non aggiungerà niente alla definizione già data al dl crescita e sviluppo: i progetti dovranno essere di “di riqualificazione di aree urbane, in particolare degradate”, una definizione tanto ampia quanto imprecisa, che racchiude diverse tipologie di intervento.
Le proposte dei Comuni dovranno contenere elaborati grafici, relazioni illustrative e una delibera di Giunta che approva la bozza di “contratto di valorizzazione urbana” nella quale sia indicata la disponibilità delle aree, la nomina del Rup (responsabile unico), l’impegno del Comune ad approvare varianti e altri atti urbanistici necessari.
Le Commissioni riunite alla Camera hanno aggiunto l’articolo 12-bis al decreto crescita e sviluppo, articolo che istituisce il Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu), presieduto dal presidente del Consiglio dei ministri e composto da nove ministri competenti affiancati dai rappresentanti di Regioni, Province, Comuni. Il compito del Cipu sarà quello di coordinare le politiche urbane attuate dalle amministrazioni centrali interessate e di valutarle con le Regioni e con le autonomie locali.
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