Una nuova generazione di scuole si sta affacciando sullo scenario europeo ed extra-europeo, basata sull’affermazione e sulla diffusione delle tecnologie digitali e delle ICT. I nuovi programmi scolastici pensati per adeguare ai nuovi strumenti di apprendimento l’ambito educazione e le attività didattiche, devono essere accompagnati e sostenuti da un ripensamento dello “spazio scuola” capace di assecondare le nuove esigenze e non di impedirne lo sviluppo.
La Commissione Europea è in prima linea nel finanziamento e nella promozione delle ICT e della tecnologia digitale nel mondo dell’educazione, come dimostrato da Horizon 2020, il nuovo Programma per la Ricerca e l’Innovazione dell’UE, che comprende le tematiche della Scuola. Erasmus+, Horizon 2020, i Fondi Strutturali, evidenziano l’interesse dell’UE verso la realizzazione della scuola digitale.
A fronte di attività didattiche che vedono diminuire le ore frontali e la didattica tradizionale, per essere sostituiti da workshops, attività manuali, dove ICT e tecnologie digitali assumono un ruolo centrale, lo spazio tradizionale della scuola deve essere ripensato con un approccio integrato, capace di piegare le logiche spaziali ai nuovi indirizzi pedagogici e sociali. Viene superato il modello di classe tradizionale, creando invece uno smart space fluido, flessibile, capace di aprirsi con uno spazio di raccordo, il learning landscape, che supera la logica del corridoio. La scuola non è più solo luogo di formazione e di didattica, ma assume anche un ruolo nel contesto urbano in cui si inserisce; diventa un civic center a disposizione della cittadinanza e in grado di diffondere l’uso delle ICT e delle tecnologie digitali nella società.
Anche l’Italia, a partire dal Piano Nazionale per la Scuola, in linea con l’Agenda Digitale Europea, ha intrapreso questo percorso di digitalizzazione della scuola e ripensamento del suo spazio. Nella consapevolezza di come la LIM non sia sufficiente per avere una scuola digitale, occorre guardare verso quanto già fatto e sperimentato oltre i confini italiani per poter indirizzare gli investimenti previsti per i prossimi anni, secondo quanto ipotizzato dal Piano nazionale di edilizia scolastica e universitaria annunciato dal Governo. Solo in questo modo anche l’Italia potrà far parte della rete delle Smart Communities nelle quali le nuove scuole digitali saranno protagoniste.
Nell’immagine di apertura: vista di uno degli spazi di studio/relax della scuola di nuova generazione proposto da Indire presso il Salone dell’educazione, dell’orientamento e del lavoro di Genova nel 2012.
articolo di Alessandro Pracucci, architetto e libero professionista in Rimini
a cura di Theo Zaffagnini
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