Prosegue il dibattito, aperto a tutti i lettori di Ediltecnico, lanciato la scorsa settimana dalla proposta dell’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, sul futuro dei Grandi Eventi in Italia e sul delicato equilibrio tra la necessità di ascoltare i cittadini attraverso il débat publique e quella di garantire opportunità di crescita e di benessere per l’intero Paese.
Oggi più che mai, infatti, la nascita di movimenti spontanei “contro” la realizzazione di opere infrastrutturali imponenti, come la TAV, l’EXPO o, più recentemente, in opposizione alla proposta di trivellazioni nel Mare Adriatico (movimento NO TRIV), esige da parte del mondo politico, imprenditoriale e professionale un’attenzione particolare, che non può essere semplicemente etichettata a priori solo come una seccatura e un ostacolo al progresso.
Le recenti e squallide vicende di corruzione che hanno colpito Roma Capitale o il MOSE di Venezia, ad esempio, richiedono alla classe dirigente che si approcci al tema dei Grandi Eventi e delle opere pubbliche a essi collegati con somma sollecitudine e cura, per fare tornare nella pubblica opinione, amareggiata e resa cinica dai ben noti eventi di cronaca, la “voglia” di essere protagonista con il proprio Paese nel mondo.
Prendendo spunto dal corsivo di Rutelli, pubblicato sul quotidiano La Stampa a fine agosto, riallacciamo il filo del discorso con Calogero Lo Castro, presidente di Confedertecnica, la federazione che riunisce le sigle sindacali dei liberi professionisti tecnici (Ingegneri, architetti e geometri) che, recentemente, proprio sul prossimo grande evento rappresentato dal Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco, ha teso la mano per fornire consulenza e aiuto alle strutture pubbliche incaricate di esaminare le offerte di gara per i lavori in calendario.
Mauro Ferrarini. Presidente Lo Castro, anzitutto, quando parliamo di Grandi Eventi pensa a un’opportunità o all’ennesima grana?
Calogero Lo Castro. Gli eventi, soprattutto quelli di eco internazionale, hanno sempre una rilevanza importante nella città che li ospita, rappresentano indubbiamente una spinta ed una motivazione per investimenti e progetti di sviluppo, altresì generano vantaggi in termini di ritorno di immagine e promozione, accelerano i processi di riqualificazione e trasformazione, attirano turismo, e lasciano infrastrutture ed attrattività riutilizzabili dopo l’evento. Appunto per questo c’è la necessità di un’attenta pianificazione sia organizzativa sia di sviluppo.
Mauro Ferrarini. Voi di Confedertecnica vi siete candidati volontari per dare un apporto alla legalità e alla trasparenza degli appalti per il Giubileo. Avete già dei dubbi sulla aggiudicazione dei lavori?
Calogero Lo Castro. C’è la necessità di un’attenta programmazione ed organizzazione, affinché i benefici possano prodursi se tutto è ben gestito nell’insieme, e se si dispone di una programmazione analitica applicata con competenza e determinazione, ed i professionisti tecnici rispondono a queste caratteristiche.
Mauro Ferrarini. Altro tema di dibattito sul futuro dei Grandi Eventi è quello della c.d. Legacy, ossia “che fare delle opere dopo che l’evento è passato”. Oggi l’attenzione è puntata su EXPO 2015 e l’esperienza della Città dello Sport di Calatrava a Roma pesa come un macigno … quali sono le misure, secondo lei, che si dovrebbero adottare per evitare situazioni disastrose?
Calogero Lo Castro. Nella prima risposta ponevo anche l’accento sulle infrastrutture che debbono essere riutilizzabili dopo l’evento, e che non siano solo realizzate e finalizzate solo e soltanto per quel momento, quindi occorre indicare e pianificare il ritorno sia di utilizzo che di opportunità collegato nel luogo dove l’eventuale infrastruttura venga posta. Le misure da adottare sono la pianificazione, una analitica ed attenta programmazione non soltanto per l’evento, ma anche visto in prospettiva futura.
EXPO 2015 sta dando una buona immagine dell’Italia a livello internazionale anche se molte cose sono discutibili e potevano essere migliorate.
Mauro Ferrarini. L’ex sindaco di Roma scrive: “per le nostre città occorre una strategia nuova, che incroci l’esigenza del débat publique e quella dell’irruzione delle nuove tecnologie per migliorare la qualità urbana. La proposta è quella di formare un Programma nazionale di ammodernamento trasparente e sostenibile delle nostre città. A livello pratico si pensa a un parco progetti prioritari, predisposto dagli uffici pubblici con la collaborazione di progettisti selezionate con gare pubbliche, da aggiornare periodicamente secondo le esigenze in cambiamento”. Ma qualcosa del genere non esiste già con la Legge Obiettivo che ha dato risultati abbastanza deludenti?
Calogero Lo Castro. In molte città si è assistito ad un vero e proprio esodo, dove per i mali che le affliggono, caos, traffico, smog, servizi non efficienti oppure assenti si sono svuotate. Questo processo di degrado va arrestato il prima possibile. Occorre quindi ripensare a una città che possa essere dotata di infrastrutture tecnologiche, occorre ripensare a delle città ecologiche e valorizzare il patrimonio di risorse che racchiudono. Idee e progetti che possono essere messi a disposizione da parte di tutti, con un confronto aperto, ma che poi possono essere messe in atto da chi ha le capacità e la professionalità per realizzarle.
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