Non effettuano il calcolo delle strutture di fondazione ma, al contrario, forniscono i cosiddetti “scarichi (sollecitazioni) al piede dei pilastri” che consentono il calcolo e la verifica delle fondazioni stesse da parte di altri progettisti incaricati dal committente.
Infatti, sebbene molto spesso risultano comunque presenti setti scala e/o ascensore che possono più o meno interagire con la struttura prefabbricata, oggigiorno appare sempre più sporadica la circostanza (in passato usata frequentemente anche come termine di trattativa commerciale) che siano gli stessi prefabbricatori a calcolare le fondazioni.
Infatti il progettista di un edificio prefabbricato, sia esso un architetto, un ingegnere o un geometra, non è quasi mai il suo calcolatore. Generalmente il calcolo compete all’ufficio tecnico del prefabbricatore stesso al quale, in alcuni casi, viene richiesto anche il calcolo delle fondazioni.
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Inoltre, già l’avvento delle NTC 2008, ha di fatto incrementato notevolmente il numero delle condizioni di carico, con il conseguente incremento delle relative sollecitazioni risultanti.
Ciò rende oggettivamente non semplice “districarsi” nella mole di informazioni di output del calcolo strutturale dell’edificio prefabbricato trasmessa dagli uffici tecnici dei vari prefabbricatori ai progettisti delle fondazioni, sia per ciò che concerne i pilastri ma, maggiormente, per ciò che riguarda i setti scala/ascensore.
Per di più, le verifiche e le regole costruttive relative alle fondazioni dettate dalle NTC inducono al rispetto di parametri dimensionali che vincolano fortemente i progettisti delle stesse.
Non di rado, però, si assiste a strutture di fondazione che, benché debbano scaturire da medesimi principi e regole, presentano caratteristiche dimensionali e di armature totalmente differenti, ciò in funzione della più o meno letterale applicazione delle regole di calcolo stesse (es. verifica al ribaltamento, altezze travi di collegamento, etc.).
Al fine di fare chiarezza in un tema così ampiamente dibattuto, l’associazione di categoria dei prefabbricatori (Assobeton) ha emanato delle Linee Guida che forniscono indicazioni precise per un corretto dimensionamento e calcolo delle fondazioni.
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Ovviamente quasi tutti gli elementi strutturali che compongono le fondazioni edifici prefabbricati risultano essere influenzati in maniera sostanziale dalle diverse “interpretazioni”, più o meno stringenti, delle disposizioni contenute nella norma, quali quelle relative alle dimensioni delle suole, all’armatura, allo spessore delle pareti dei bicchieri (o pozzetti) e alle travi reggipannello. Per queste ultime, come riportato nella fig.2, diversi accorgimenti tecnici consentono, nel rispetto della norma, significativi risparmi di materiale in termini di calcestruzzo ed armatura.
Sempre nell’ottica del risparmio del materiale e dell’ottimizzazione funzionale degli elementi prefabbricati, l’adozione dei cosiddetti “pilastri indentati” consente di “accorciare” in maniera significativa la lunghezza di infissione del pilastro stesso nel bicchiere di fondazione.
Altra tecnologia, per le fondazioni edifici prefabbricati, che consente di risparmiare volumi significativi di calcestruzzo e di scavo è quella che prevede la connessione pilastro-fondazione attraverso opportuni sistemi meccanici quali Peikko, Halfen, Armatubo, etc. Tale tecnologia, più diffusamente adottata in alcune regioni italiane, trova un riscontro applicativo lì dove, per problemi legati alla profondità degli scavi (falda, stratifi cazioni del terreno, etc.), risulta importante evitare la realizzazione dei bicchieri o pozzetti (per l’inghisaggio del pilastro) per contenere lo scavo stesso.
Infine, i sistemi di fondazione interamente prefabbricati hanno fatto sì che, in ultima analisi, anche questa parte progettuale strutturale faccia capo ai vari prefabbricatori.
Articolo originariamente pubblicato su Ingegneri.cc
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