Geomobilitati, la Federazione Nazionale dei Geometri e Geometri laureati mobilitati, ha scritto una lettera sul tema dell’equo compenso al Presidente del CUP, al Coordinatore delle Reti tecniche, al Comitato Noi professionisti e alla stampa: quali saranno le prossime iniziative sull’equo compenso per le libere professioni? Riportiamo i passaggi più importanti della lettera.
Equo compenso: il riconoscimento è solo l’inizio
Il riconoscimento dell’Equo Compenso delle libere professioni nei riguardi delle amministrazioni pubbliche è stato un primo successo ma rappresenta lo stadio iniziale di un percorso da portare ancora ulteriormente avanti. La nutrita adesione del mondo politico alla manifestazione a Roma del 13 maggio (alla quale Geomobilitati ha partecipato, come anche a quella del 30 novembre) e la disponibilità di tutti i partiti e le forze politiche a trattare positivamente l’argomento inorgoglisce ma non esaurisce le giuste attese delle libere professioni. Ora si pone l’urgenza di riprendere il cammino interrotto in quella manifestazione affinché, oltre alla puntualizzazione del successo ottenuto, sia fatta chiarezza sull’entità dell’equo compenso in modo da essere applicato in toto. L’impegno del Comitato Unitario delle professioni e dalla Rete delle Professioni Tecniche e precedentemente da Noi professionisti ha avuto come risultato l’approvazione dell’articolato di riferimento, ricompreso nella Legge Bilancio 2018 (Legge 27 dicembre 2017, n. 205 – G.U. 29 dicembre 2017, n. 302), in cui l’Equo compenso (già istituito per la categoria degli avvocati) è stato esteso anche alle altre categorie professionali.
Equo compenso anche con i privati
Adesso bisogna insistere per completare l’applicazione dell’equo compenso anche nei rapporti tra i liberi professionisti e la committenza privata. Ciò, come più volte ripetuto dai vari politici presenti alla manifestazione del Brancaccio, rappresenterà la naturale chiusura del cerchio su questo argomento, il quale non può essere distinto e trattato in binari diversi.
Le libere professioni sono esercitate da lavoratori che svolgono la propria attività contemplando e ottemperando alle regole e alle discipline del lavoro. I liberi professionisti si formano e si aggiornano offrendo il loro impegno e le loro conoscenze alla nostra società italiana. A questo punto Geomobilitati si pone una giusta domanda: perché precludere la possibilità di portare a casa la giusta remunerazione dell’operato dei professionisti, ovvero l’equo compenso, anche con i committenti privati?
La Costituzione parla chiaro: non c’è distinzione tra lavoratore manuale e lavoratore intellettuale. Quindi, se non si possono ristabilire le tariffe professionali perché, “come si dice” esse sarebbero in contrasto con le direttive europee, il senso dalla Costituzione all’articolo 36 (all’art. 36 della Costituzione Italiana che recita “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”), attraverso una spiegazione chiara e puntuale, da fornire dalle autorità competenti, mediante circolari esaustive o altri strumenti validi e necessari alla giusta applicazione della Legge.
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