Dopo i commenti di Confprofessioni e CUP sul risultato delle elezioni politiche (leggi “Elezioni 2013, gli errori dei politici secondo i Professionisti”) ora anche il Cnappc interviene, non tanto per commentare l’andamento del voto, quanto per ribadire l’importanza della rigenerazione sostenibile della città e del territorio, per gli italiani e per lo sviluppo del Paese.
“Negli ultimi anni – dichiara il Cnappc in un comunicato stampa – in presenza di terremoti o inondazioni abbiamo purtroppo dovuto contare troppi morti causati dalla mancanza di condizioni di sicurezza nelle case e nei territori; i cittadini sono stati colpevolmente lasciati inconsapevoli delle reali condizioni del loro habitat; abbiamo inutilmente investito, sprecandole, troppe risorse in faraoniche infrastrutture, abbandonando al loro destino città, grandi e piccole, dove tutti viviamo; abbiamo dovuto subire troppi condoni edilizi e riscontrato evidenti e frequenti condizioni di illegalità nell’edilizia, create anche da norme affastellate e incomprensibili che non hanno garantito nulla; abbiamo lasciato decadere i nostri monumenti e il paesaggio anche attraverso leggi urbanistiche ormai anacronistiche; abbiamo dovuto scontare un sistema dei lavori pubblici inefficiente, incapace di garantire la qualità architettonica e di valorizzare le risorse dei progettisti italiani, in particolare di quelli più giovani; abbiamo sprecato miliardi di euro in energia, senza investire, come si sarebbe dovuto fare, nel vero risparmio energetico che è quello degli edifici”.
“Cari parlamentari – continua il Consiglio Nazionale – noi proponiamo da tempo un progetto integrato sull’habitat, capace di mettere assieme la rigenerazione degli spazi pubblici con il ciclo virtuoso dei rifiuti; il risparmio energetico e idrico con la qualità dell’architettura; la mobilità intelligente con la sicurezza delle case, dimostrando – se mai ce ne fosse ancora bisogno – che rigenerazione e sviluppo vanno a braccetto, che un habitat migliore è anche un fruttuoso investimento economico, così come lo è in Germania, in Svezia, in Francia e in ogni altro paese civile”.
“Gli architetti italiani – conclude il Consiglio Nazionale – hanno dato prova, con le loro proposte, di essere pronti a fare la loro parte, per lo sviluppo del Paese, con idee innovative, con saperi e tecniche in continuo aggiornamento, assumendosi le indispensabili responsabilità etiche. A voi ora chiediamo un ascolto attento, coraggio nelle scelte, visione del futuro, lavoro serio e responsabile, minor rumore mediatico, nella convinzione che tutti, parlamentari e architetti, abbiamo una responsabilità ineludibile nei confronti dell’habitat, della sicurezza e della vita quotidiana dei nostri concittadini” (leggi anche “Professioni, gli Architetti lasciano il Cup per non rimandare il cambiamento“).
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