Efficienza energetica, come dimezzare i consumi in condominio

Sono necessarie nuove politiche per diffondere l’attività di riqualificazione energetica in edilizia. A sottolineare la problematica è Legambiente che, nell’ambito del convegno Efficienza energetica in edilizia organizzato a Roma dall’associazione ambientalista e da AzzeroCo2, ha presentato un nuovo sistema di incentivo per la riqualificazione energetica che consenta di dimezzare i consumi negli edifici condominiali.

Nel nostro paese sono circa 24 milioni le persone che vivono in condominio, dove molto spesso i consumi energetici sono più alti della già elevata media nazionale, in particolare se costruiti dopo gli anni 50. Secondo le stime di Istat e Cresme, sono infatti oltre un milione gli edifici con più di cinque alloggi nei quali vi è una gestione condominiale. E, purtroppo per chi ci abita, le speranze di ridurre la spesa per la bolletta energetica sono pochissime, visto che gli strumenti in vigore risultano inefficaci e spesso impossibili da applicare.

Ecco perché, ha spiegato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini, “occorre introdurre un nuovo sistema di incentivi che si applichi allo specifico dei condomini, se si vuole offrire una possibilità reale di riduzione della spesa energetica alle famiglie e, al contempo, aggredire la parte più consistente dei consumi energetici che provengono dall’edilizia”.

Il modello a cui guardare è quello del Green Deal introdotto nel Regno Unito, che permette di realizzare interventi a costo zero per le famiglie perché si ripagano con il risparmio realizzato nei consumi. A realizzare questi interventi in Italia, nella proposta di Legambiente, sarebbero Esco e imprese di costruzioni, che potrebbero vedere da questo scenario una via di uscita dalla crisi del settore.

Nel corso del convegno è stata presentata una ricerca realizzata dall’Istituto di ricerca Ambiente Italia “Lo scenario dell’efficienza energetica in edilizia. L’utilizzo dei Titoli di efficienza e delle ESCO per la riqualificazione dei complessi edilizi”, che ha messo in evidenza i risultati prodotti dagli incentivi per l’efficienza energetica in Italia ma anche i limiti.

A partire dal 1998 attraverso le detrazioni fiscali (36-41%) sugli interventi di ristrutturazione edilizia sono stati effettuati complessivamente interventi su oltre 5,5 milioni di abitazioni, senza però alcun vincolo di tipo energetico. Nel 2007 sono state introdotte detrazioni pari al 55% per interventi di efficienza di energetica in edilizia che hanno mosso oltre 1,6 milioni di interventi: sostituzione di infissi, caldaie, pannelli solari termici, pompe di calore.

Ma occorre fare di più, perché se le detrazioni del 55% sono state senza dubbio lo strumento di maggiore successo, oltre a scadere a giugno 2013, non sono legate a risparmi reali e presuppongono redditi da detrarre, quindi comportano difficoltà per molte famiglie, in particolare in un periodo di recessione. Il sistema di incentivo legato ai Titoli di efficienza energetica (TEE) ha mosso pochissimi interventi di riqualificazione in edilizia ed è sostanzialmente fallito rispetto al ruolo delle ESCO in edilizia.

L’ultimo sistema introdotto, il conto energia termico, finanziato attraverso le bollette del gas, prevede invece incentivi per gli interventi di efficienza energetica dell’involucro per i soli edifici pubblici, ma non è basato sul risparmio ottenuto bensì sul costo dell’intervento e presenta dei limiti di attuazione legati al patto di stabilità e alle difficoltà degli enti locali di reperire risorse.

“Gli spazi di intervento per rendere i nostri edifici energeticamente più efficienti – ha dichiarato Beppe Gamba, presidente di AzzeroCO2 – sono assai ampi, come dimostrano tutti gli studi conosciuti. Gli ostacoli economici che oggi le famiglie hanno a realizzare interventi di questo tipo possono essere superati (creando anche buona occupazione) con l’intervento diffuso delle Energy Service Company (ESCo) che investono in proprio e recuperano l’investimento con il risparmio realizzato in bolletta. Ma perché questo meccanismo virtuoso possa diffondersi occorrono nuovi strumenti, come quelli che raccontiamo oggi, e un Fondo di Garanzia per il credito alle imprese. Confidiamo che nel nuovo Parlamento si possano affrontare in modo costruttivo questi temi”.

“Nel 2013 – ha proseguito Zanchini – qualsiasi politica deve tenere conto della difficilissima fase di recessione che sta attraversando il Paese, le difficoltà delle famiglie di finanziare interventi, la drammatica crisi che sta vivendo il sistema delle imprese delle costruzioni. Per questo nella nostra proposta si vuole far corrispondere ai vantaggi economici e fiscali un risparmio energetico reale, certificato, in modo da spingere il miglioramento delle prestazioni e garantire un vantaggio alle famiglie. Inoltre si vuole spingere gli interventi sull’isolamento termico degli edifici, per ridurre i fabbisogni energetici per riscaldamento e raffrescamento, muovere così la riqualificazione del patrimonio edilizio. Infine, si vuole valorizzare il ruolo delle società di servizi energetici per riuscire a mettere a sistema la realizzazione degli interventi, la certificazione dei risultati e la successiva gestione degli impianti”.

Legambiente ha proposto  la riqualificazione energetica di complessi edilizi residenziali con almeno 5 alloggi attraverso l’utilizzo dei titoli di efficienza energetica e delle ESCO con una conseguente riduzione media del cinquanta per cento dei consumi delle abitazioni.

L’idea è quella di una nuova scheda da introdurre nel sistema dei titoli di efficienza energetica (TEE), basata sui valori derivanti dalla certificazione energetica delle abitazioni prima e dopo l’intervento e che premierebbe la riqualificazione globale dell’edificio.

Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche – operazioni di retrofit delle pareti e di sostituzione di materiali e impianti – saranno realizzati da Esco, in accordo con le imprese di costruzioni, che si impegnano a garantire il raggiungimento dei risultati di riduzione dei consumi energetici attraverso la certificazione energetica di tutti gli alloggi coinvolti.

Sulla base di una simulazione effettuata su edifici condominiali a Milano, Roma e Bari il rientro medio attraverso gli incentivi varia in un range del 31-36%, a cui aggiungere il vantaggio legato proprio al meccanismo delle ESCO e dunque alla possibilità di legare agli interventi dei contratti di gestione del riscaldamento condominiale, per il cofinanziamento degli interventi. Gli inquilini beneficerebbero da subito di una riduzione in bolletta e del migliore comfort estivo e invernale.

E, a seconda dell’intervento e del contributo, avrebbero una riduzione delle bollette per il riscaldamento circa del 50% entro un massimo di 11 anni per una cifra che varia tra gli 800 e i 1300 euro l’anno.

Dai calcoli l’intervento su 200mila alloggi all’anno (14mila condomini circa) metterebbe in moto investimenti per 3miliardi di euro, creando almeno 120 mila nuovi posti di lavoro per tutto il periodo 2014-2020. Legambiente punta a costruire un’alleanza con il mondo delle costruzioni e del lavoro, per fare della riqualificazione del patrimonio edilizio italiano il campo di intervento e di sperimentazione dei prossimi anni e uscire così dalla crisi economica, ambientale sociale.

Fonte: Legambiente

Redazione Tecnica

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