E sembra quasi averlo previsto proprio il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Gian Vito Graziano, che ieri dichiarava di come l’Italia abbia urgentemente bisogno “di un Piano di Difesa e di tutela del territorio. La parola d’ordine deve essere: prevenzione!”.
Dal costone lungo la Via dell’Amore si sono staccati massi anche di due metri di diametro che hanno travolto dei turisti, vivi per miracolo. I massi della frana hanno superato le barriere di protezione perché si sono staccati dalla parte alta della parete, ha riferito il direttore del parco. Quest’ultimo ha fatto sapere di essere “molto preoccupato, perché questo episodio è avvenuto in assenza di pioggia. Mi chiedo cosa possa succedere ora che riprenderanno le piogge d’autunno”.
“In Liguria ben 470 chilometri quadrati sono ad elevato rischio idrogeologico mentre in Italia ben 6 milioni di italiani vivono in aree potenzialmente ad elevato rischio idrogeologico e gli edifici sono 1.260.000 sempre in zone potenzialmente a rischio frane o alluvioni”, continua Graziano in occasione della presentazione del Symposium internazionale sul Patrimonio geologico che si tiene a Bari dal 24 al 30 settembre.
Intanto Carlo Malgarotto dei geologi liguri ricorda come “8 Comuni su 10 ha il proprio territorio con zone a rischio frane e alluvioni. Nel caso specifico delle Cinqueterre, a incidere nel verificarsi delle frane è anche la struttura geologica ‘piega a ginocchio’ tipica dell’area”. Ma possono provocarle anche i cambiamenti repentini di stagione”.
E sulla situazione generale i geologi lanciano l’allarme: ” in estate l’Italia è stata duramente colpita dagli incendi. La speranza è che con l’arrivo delle piogge non si verifichino frane ed alluvioni”.
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